Lugano

«La spesa è da contenere. Il PLR? Conto su di loro»

La maggioranza della Gestione chiede di ridurre le uscite – Il capodicastero Finanze della Città, Marco Chiesa, replica alle proposte di ritoccare l’imposizione delle aziende e tende la mano ai liberali radicali
© CdT/Gabriele Putzu
Nico Nonella
11.12.2024 21:30

Clamorosamente bocciato oppure, come probabile, approvato a fronte di un numero importante di «no» (tra cui quelli probabili del PLR) e astensioni. È questo il destino del Preventivo 2025 di Lugano, attorno al quale si è acceso il dibattito politico dopo l’annuncio dei liberali radicali di non sostenerlo per la prima volta nella storia. Lunedì sera, in Commissione della gestione è stato firmato un rapporto favorevole ai conti, sottoscritto da Centro, Lega, PS, UDC e Avanti (i rappresentanti delle ultime tre forze politiche lo hanno firmato con riserva) in cui la maggioranza dei partiti si dice disposta a lavorare con l’Esecutivo, ma pone una conditio sine qua non: una riduzione minima dei costi di dieci milioni da ottenere alle voci «Spese per il personale» e «Spese per beni e servizi», senza toccare la socialità e l’istruzione.

Una via che la Città, conferma al CdT il capodicastero finanze di Lugano, Marco Chiesa, intende già percorrere: «Come è stato dimostrato negli incontri interpartitici e con la Commissione stessa, il Municipio intende lavorare nella direzione che ha indicato la Gestione. Ne eravamo già consapevoli, non per nulla abbiamo presentato un piano di stabilizzazione delle finanze comunali illustrando modalità di lavoro e tempistiche di esecuzione. Quindi sono convinto che Gestione e Municipio condividono gli stessi obiettivi. Questo è un elemento molto positivo per una futura collaborazione tra Esecutivo e Legislativo».

Breve inciso: queste due voci di spesa sono cresciute in modo importante negli ultimi anni (cifre a Consuntivo): nel 2019 quelle per beni e servizi ammontavano a 65,7 milioni (escluse le attività di LIS e LAC, diventate autonome), cresciuti a 69,9 l’anno successivo, a 77,3 nel 2021, a 79,7 nel 2022 per arrivare a 90,7 nel 2023. Anche le uscite per il personale sono cresciute: dai 131,2 milioni del 2019 si è passati ai 150,3 del 2022 e ai 155,5 del 2023.

Gli emendamenti

Insomma, la via politica per il risanamento è tracciata e concordata. Spicca però l’assenza del PLR che, come detto, non ha sottoscritto il rapporto e ha già annunciato di voler bocciare il Preventivo. Una mossa che il capodicastero finanze ha letto come uno strappo insanabile? «Sono certo di poter contare in prospettiva su un contributo costruttivo da parte del partito di maggioranza relativa in Consiglio comunale», replica Chiesa.

A dire il vero, una possibilità che i liberali radicali avallino i conti c’è, ma è legata all’approvazione del Legislativo di un emendamento che chiede di mantenere il moltiplicatore delle persone giuridiche al 77% invece di alzarlo all’82% come prospettato dal Municipio. «Ogni proposta è legittima», rileva il capodicastero Finanze. «Modificare moltiplicatore è di competenza del CC, ma a mio modo di vedere la richiesta di mantenerlo al 77% non tiene conto dell’importante sgravio che si verificherà il prossimo anno per mezzo della riforma fiscale cantonale. Le aziende si vedranno complessivamente abbassare l’imposizione di poco più del 25%, come rilevato anche dal rapporto della Gestione». Aumentare l’imposizione delle persone giuridiche, a mente dell’Esecutivo, consente infatti di limitare il calo del gettito delle aziende, che scenderà da 59 a 49 milioni di franchi.

E per quanto concerne invece l’altra proposta, quella della Sinistra, di aumentare la pressione fiscale innalzando il moltiplicatore delle aziende all’85% già nel 2025 invece che nel 2026? «A suo tempo questa idea era stata assimilata per far fronte ai maggiori oneri del PSE; oggi la ritengo prematura, preferendo lavorare sul fronte del contenimento delle spese».

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