Criminalità

'Ndrangheta, il 58.enne era finito in manette nel 2020

Il caso del cittadino italiano residente nel canton Argovia è rappresentativo dell'azione della mafia calabrese in Svizzera – E, a differenza di altri imputati, l'MPC ha deciso di promuoverne l'accusa sul nostro territorio
© CdT/Gabriele Putzu
Jenny Covelli
16.04.2025 16:31

Partecipazione e sostegno a un'organizzazione criminale, ricettazione, importazione, acquisto e deposito di monete false, infrazione alla legge federale sulle armi, gli accessori di armi e le munizioni e infrazione alla legge federale sugli stupefacenti. È lunga la lista di accuse che il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha promosso nei confronti di un cittadino italiano di 58 anni residente nel canton Argovia. Una su tutte: partecipazione e sostegno a un’organizzazione criminale, la 'Ndrangheta.

«Le estese e approfondite indagini effettuate da fedpol hanno permesso di accertare la presenza in territorio elvetico dell’organizzazione criminale di stampo mafioso con centro nevralgico in Calabria e attiva a livello internazionale». Un modo, per l'MPC, di confermare – se ancora ce ne fosse bisogno – la presenza della 'Ndrangheta in Svizzera. E in Ticino, considerando che l'atto d'accusa emesso ieri rappresenta la chiusura del filone principale elvetico legato alla maxi-inchiesta antimafia «Imponimento» che, nel 2020, aveva portato all'arresto di un operaio comunale del Luganese legato alla cosca Anello-Fruci, nel frattempo estradato in Italia e condannato a quasi 11 anni di carcere dal Tribunale di Catanzaro.

Secondo l’atto d’accusa dell'MPC, il 58.enne – pure arrestato nel luglio del 2020 e rimasto in carcere per nove mesi – avrebbe sostenuto puntualmente l’organizzazione criminale – locale di Fino Mornasco coordinata con il locale di Giffone – fungendo da intermediario per il traffico di droga, mettendosi a disposizione (o quale intermediario) per la vendita di armi, partecipando a una riunione di ‘Ndrangheta, e favorendo a un affiliato della locale di insediarsi sul territorio svizzero (traendo in inganno le autorità amministrative svizzere).

Per questo, comparirà al Tribunale penale federale di Bellinzona.

Gli altri imputati

Le indagini sono state condotte dalla fedpol e si sono avvalse di misure di sorveglianza segrete – controlli telefonici e ambientali, servizi di osservazione e un’inchiesta mascherata – e delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia in Italia. L’istruzione penale è stata estesa a 13 imputati. Tra gli altri, nell'ottobre del 2024 l'MPC ha emanato un decreto d'accusa per riciclaggio di denaro nei confronti di una cittadina italiana di 59 anni residente nel canton Soletta. Altre due persone sono state oggetto di decreti di accusa – cresciuti in giudicato – per traffico di armi e di stupefacenti. Il procedimento nei confronti di un altro imputato è stato trasmesso per competenza all'autorità cantonale.

Le condotte realizzate in Svizzera da tre imputati sono state contestate in Italia nell'ambito del processo «Imponimento», che ha portato a sentenze di condanna, in parte non ancora cresciute in giudicato. Un altro è stato condannato, sempre in Italia, nell’ambito del processo «Cavalli di Razza». Risultati che per l'MPC rappresentato «un risultato importante e testimoniano l’efficacia e l’opportunità della collaborazione con le autorità di perseguimento penale cantonali ed estere», in particolare con la Procura di Catanzaro.

Il caso del 58.enne, come detto, è rappresentativo dell'azione della 'Ndrangheta in Svizzera. E l'MPC ha deciso di promuovere l'accusa in Svizzera.

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