Niente McDonald's (forse)
Niente hamburger a Castione. Magari il nuovo-vecchio presidente a stelle e strisce Trump non sarà contento, lui che durante la campagna elettorale si era messo a friggere patatine in Pennsylvania, ma in via Cantonale non aprirà nessun McDonald’s. Il diniego della licenza edilizia da parte del Municipio, come appreso dal Corriere del Ticino, è cresciuto in giudicato. Ciò significa che non sono stati interposti ricorsi. Ma non è detta l’ultima parola in quanto - come ci ha confermato il proprietario del terreno - «vi sono delle alternative». Non ha tuttavia voluto sbilanciarsi, al momento, se sempre nel paese bellinzonese o in altri Comuni della regione.
La nota catena statunitense di fast food voleva aprire un ristorante di fronte al negozio Coop, al posto di un autolavaggio e di un rivenditore di automobili. Un progetto, anticipato dal nostro giornale il 1. aprile 2023, che aveva procurato qualche mal di pancia ad alcuni confinanti e all’Associazione per il miglioramento ambientale del quartiere (Amica). I quali avevano dunque inoltrato delle opposizioni contro le due domande di costruzione preliminari.
Investimento di 6 milioni
L’Esecutivo non ha potuto fare altrimenti. La pianificazione è chiara. Il sedime, privato, si trova in zona artigianale. Dove sono ammesse anche attività commerciali ed espositive a condizione che siano connesse con l’attività artigianale. Non è il caso per il McDonald’s, nonostante le rassicurazioni dei promotori, che si limita a confezionare e cuocere prodotti preparati altrove. Si sarebbe trattato, insomma, di un ristorante su tutta la linea. Ossia un commercio. A Castione l’iconica azienda di Chicago avrebbe investito quasi 6 milioni di franchi creando una quarantina di posti di lavoro.
Il fast food sarebbe stato aperto dal lunedì al giovedì dalle 8 alle 24, il venerdì ed il sabato dalle 8 alle 2 e la domenica dalle 9 alle 24. Una media di 600 clienti al giorno che - questo era il timore degli oppositori - avrebbe potuto comportare dei disagi alla viabilità lungo un’arteria già particolarmente trafficata: via Cantonale è percorsa giornalmente da migliaia di veicoli. Intanto, a proposito di «Mac», quello delle Semine a Bellinzona (il primo aperto nella nostra regione, poi è arrivato quello di Sant’Antonino) verrà presto ristrutturato; la domanda di costruzione è in pubblicazione fino al 5 febbraio.
Dalla fattoria a contenuti misti
Bisogna invece ancora attendere per conoscere il destino del futuro quartiere da 29 milioni di franchi che dovrebbe sorgere al posto della storica azienda agricola Guerino, come abbiamo anticipato il 25 maggio scorso. La licenza edilizia non è finora stata rilasciata in quanto si aspetta sempre il preavviso dei competenti uffici cantonali. Contro il progetto Amica ha inoltrato un’opposizione; non è contraria tout court, ma si dice preoccupata innanzitutto (pure in questo caso) per gli aspetti legati alla viabilità e relativi alla presenza di commerci. Ma di quali contenuti stiamo parlando? Eccoli. Una sessantina di appartamenti. Una sala riunioni-conferenze da 314 metri quadri. La piazza centrale arricchita da spazi verdi, terrazzamenti, orti e da piante quali graminacee e sedum nonché da fontane, che mira a diventare un luogo di aggregazione intergenerazionale in grado di ospitare eventi culturali e sociali. Trasformandosi così in un anfiteatro. Impianti fotovoltaici sui tetti. I posteggi saranno 158 (di cui 144 coperti) per le auto e 14 per i motoveicoli. Per le quattro attività commerciali previste vi saranno a disposizione quasi 840 metri quadrati; verrà creata una ventina di posti di lavoro. Decisamente più grandi gli spazi per le attività amministrative e per quelle artigianali-industriali (come un atelier per ceramista e per la tessitura), per un totale di 275 addetti.
L’area è quella in faccia alla stazione FFS, delimitata ad est da via San Gottardo e, ad ovest, da via Stazione. Due i blocchi degli edifici (14) che verranno ricavati sulla superficie complessiva di quasi 8.200 metri quadrati. I volumi saranno allineati orizzontalmente per disporsi poi in modo verticale «dando al complesso un’articolazione spaziale più ricca e diversificata», si legge nell’incarto che il CdT ha spulciato.