Il progetto

Officine FFS, lavori al via in estate

C'è finalmente la data per l'atteso inizio del cantiere del futuro stabilimento industriale di Castione - Al momento confermati l'investimento di 580 milioni e i posti di lavoro - Intanto i contadini ritirano il ricorso sui fondi SAC
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Alan Del Don
17.05.2024 06:00

Oramai ci siamo. Il giorno tanto atteso è lì, all’orizzonte. I lavori di costruzione delle nuove Officine FFS di Castione inizieranno «nel corso delle prime settimane» dell’estate alle porte, conferma al Corriere del Ticino il portavoce della Regione Sud dell’ex regia federale Patrick Walser. Un mese e poco più, insomma. E poi - a sei anni e mezzo dalla sottoscrizione della «Dichiarazione d’intenti» fra le parti (Cantone, Città di Bellinzona e Ferrovie) che gettava le basi del futuro stabilimento industriale dopo lo sciopero degli operai del 2008 - si effettueranno le prime badilate. Ma le notizie non finiscono qui. Allo stato attuale sono confermati anche l’investimento (pari a 580 milioni di franchi) e i posti di lavoro (360 collaboratori ed un’ottantina di apprendisti).

Mezzo anno di ritardo

Dopo l’avvio dei lavori preliminari il 2 marzo 2023, quelli principali avrebbero dovuto cominciare nel dicembre dello stesso anno. Ma le FFS hanno proceduto all’ottimizzazione del progetto che ha comportato lo slittamento di sei mesi. In un comunicato stampa del 16 gennaio scorso si parlava di un inizio previsto «presumibilmente a metà 2024». Oggi siamo in grado di anticiparvi il periodo esatto: le prime settimane dell’imminente estate, quindi tra fine giugno ed inizio luglio. Parallelamente si terrà pure la simbolica cerimonia della posa della prima pietra alla presenza delle autorità a tutti i livelli e dei vertici delle FFS. I lavori si concluderanno entro la fine del 2027, quando verrà messa in esercizio l’Officina «più moderna d’Europa», per citare una frase celebre dell’ex CEO Andreas Meyer che ha lasciato la direzione a fine 2020.

Le commesse aggiudicate

Passiamo al capitolo costi. L’ultima cifra nota fa stato di un investimento di 580 milioni. Ora come ora l’importo è confermato. «Fintanto che non sarà concluso l’intero iter della procedura di appalto non forniamo altre cifre», precisa al nostro giornale il portavoce della Regione Sud Patrick Walser. L’aggiudicazione delle varie commesse ai consorzi e/o alle imprese dovrebbe concludersi - stando a quanto ci risulta - nelle prossime settimane. Anche in questo caso, insomma, è partito il conto alla rovescia. Gli appalti, abbiamo riferito a più riprese, sono rimasti praticamente tutti in Ticino come promesso fin dall’inizio dalle stesse Ferrovie.

La questione dei terreni

C’è ancora una questione, relativamente stringente, che è sulle scrivanie dei dirigenti delle Ferrovie. E riguarda le Superfici per l’avvicendamento delle colture (SAC, terreni ritenuti particolarmente pregiati che verranno sacrificati per far spazio alle Officine: in totale 88 mila metri quadri). O, meglio, i loro compensi. Come anticipato dal CdT il 13 dicembre, il Comune di Biasca e l’Unione contadini ticinesi (UCT) hanno inoltrato ricorso al Tribunale amministrativo federale contro la licenza edilizia per il futuro stabilimento. Nel frattempo l’UCT, abbiamo appreso, ha ritirato la censura. Resta quella di Biasca che non ha effetto sospensivo, beninteso, ma potrebbe mettere in discussione i sedimi individuati nel Borgo dalle FFS per ovviare a quelli che andranno persi a Castione.

Decisione entro fine anno?

Biasca contesta la conversione in SAC dei fondi in zona Boscone (a sud del paese e a due passi dal Polo di sviluppo economico), per complessivi 26 mila metri quadrati, di proprietà del locale Patriziato. Se il Municipio dovesse spuntarla davanti ai giudici di San Gallo verrebbero meno le garanzie che l’UCT ha ottenuto dalle Ferrovie. «C’è un ricorso in atto che stiamo trattando: ad oggi non è possibile esprimerci sulle tempistiche», sottolinea il portavoce della Regione Sud dell’ex regia federale Patrick Walser.

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