Ora chiamatela Associazione calcio Bentancur
L’acronimo è un assist perfetto, perdonateci. Da stasera potremmo chiamarla Associazione calcio Bentancur (ACB) e non più Bellinzona. Battute a parte, l’attesa (da alcuni) e temuta (da altri, in primis il Municipio cittadino, alquanto scettico riguardo all’operazione) rivoluzione in seno al settore giovanile granata (che conta circa 300 bambini e 15 squadre) si è compiuta. L’assemblea, svoltasi all’hotel Unione di fronte ad una sessantina di presenti (fra i quali il capodicastero Sport Fabio Käppeli ed il direttore di Bellinzona Sport Andrea Laffranchini), ha nominato il nuovo comitato direttivo in sostituzione di quello uscente che era in parte dimissionario.
La fiducia e il pugno in faccia
La presidenza, come da programma, è stata assunta da Brenno Martignoni Polti (alla testa, da tre mesi, della prima squadra) che subentra a Pamela Colombo, la quale nel suo ultimo discorso ha illustrato quanto fatto. Gli altri due membri che spettano di diritto alla ACB 1904 SA (in qualità di socio finanziatore con 90 mila franchi) sono il patron, uomo forte e consulente sportivo del club Pablo Bentancur ed Adriano Meoli, già responsabile della sicurezza dell'FC Lugano. Completano il consesso l’uscente Roberto Mercoli (timoniere del Club dei 100) ed un quinto membro che dovrà essere cooptato. Tranne un voto contrario, c'è stata l'unanimità.
«Una parte della sala non sa cosa sta votando. Dovevate arrivare con tutti i nominativi. Sono basito e per niente felice. È una cambiale in bianco pericolosa. La paura è per l'ottenimento della licenza. In passato ci siamo già scottati troppe volte...», ha rilevato Franco Lazzarotto, figlio del compianto presidente Felice. Ha replicato Pablo Bentancur, tra gli applausi: «Dopo quattro anni di gestione della prima squadra qualche merito credo di averlo. Chiedo un voto di fiducia perché sono convinto di poter migliorare il lavoro fatto finora. Dobbiamo creare una sola ACB. Quando ho chiesto l'unione, invece, ho preso un pugno in faccia».
La visione d'assieme
Con ogni probabilità così tanti giornalisti ad un’assemblea di un settore giovanile ticinese non si erano mai visti. Il clima in sala è stato tranquillo fino al capitolo nomine. Lì è intervenuto l'ex amministratore unico Gabriele Gilardi: «Solo per precisare che l’ACB ha potuto ripartire dopo il fallimento perché è stata riconosciuta squadra con sportivi d’élite, facendo fronte alla quota nel Team Ticino. Ecco perché la SA è finanziatrice dell’associazione». I panni del Cicerone di turno li ha presto indossati Brenno Martignoni Polti, il quale ha ribadito l’importanza di creare de facto un’unica ACB per avere una visione d’assieme. L’attività del settore giovanile verrà ampliata. Si mira a dar vita ad una squadra Under 18 per poter crescere in «casa» i futuri talenti alla Kubilay Türkyılmaz, Mauro Lustrinelli ed Antonio Marchesano.
Il club e la piazza
Non è affatto escluso, inoltre, che possa essere rilanciato il Torneo pasquale. Le idee e gli auspici, insomma, non mancano. Mettiamoci pure l’ipotesi di realizzare un moderno stadio, come abbiamo anticipato ieri che ha già suscitato le prime reazioni politiche. Ora però bisogna passare dalle parole ai fatti. «Mi sto occupando quasi a tempo pieno dell’ACB senza prendere un centesimo. Non è il progetto di Pablo Bentancur, persona di cuore. E le sorprese non sono ancora finite. Ma vogliamo far vivere il club con la piazza, come presentato allo stesso comitato uscente», ha affermato Brenno Martignoni Polti, alzando un po' i toni.