Preventivo, sarà lotta all'ultimo voto (ed emendamento)
Quella che si aprirà lunedì a Palazzo delle Orsoline sarà una sessione di Gran Consiglio quantomeno scoppiettante. La posta in gioco è alta e l’esito del dibattito, a causa di fragili alleanze a geometria molto variabile, appare incerto. Motivo per cui gli stessi partiti (oltre ad essere parecchio nervosi) non si sbottonano più di quel tanto nel fare previsioni.
Due, in sostanza, i dossier sul tavolo: il Preventivo 2024 con la gracile intesa formata tra Lega, Centro e PLR intorno ad alcune delle misure di risparmio della manovra di rientro; l’acquisto dello stabile EFG per insediarvi la futura cittadella della Giustizia con la (non tanto remota) possibilità che il tema vada per direttissima alle urne tramite il referendum finanziario.
La fragilità dell’intesa trovata sul preventivo è testimoniata dal fatto che gli stessi partiti che formano l’alleanza hanno annunciato sin da subito di voler presentare diversi emendamenti. Emendamenti che, come da prassi, vanno consegnati non più tardi del venerdì prima della sessione. Negli scorsi giorni, i gruppi parlamentari di Lega, Centro e PLR (ma non solo) si sono dunque ritrovati per affinare gli ultimi dettagli e ultimare le proprie strategie in vista del dibattito. E, a spanne, ne sono usciti quasi 20 emendamenti: segno che, appunto, il dibattito è destinato a fare scintille.
Non come gruppo, ma dai singoli
Partiamo dal PLR, l’unico partito dell’intesa che, perlomeno formalmente, non presenterà emendamenti. «Come gruppo abbiamo deciso di non presentarne», spiega la capogruppo Alessandra Gianella. Tuttavia, precisa, «alcuni singoli deputati potrebbero decidere di presentarne» di loro iniziativa. Tra questi, ad esempio, figura l’emendamento che presenterà in aula la deputata Simona Genini, firmato da altri sei colleghi di partito. Esso, in sintesi, prevede di intervenire sui sussidi di cassa malati, reintroducendo in parte la misura del Governo poi stralciata nel rapporto di maggioranza. L’intervento sarebbe infatti più contenuto rispetto alla proposta originale dell’Esecutivo. «Si risparmierebbero 12 milioni (invece dei 16,5 proposti dall’Esecutivo), evitando così di toccare le categorie più fragili», spiega Genini da noi contattata.
In fase di affinamento
Tra chi presenterà sicuramente un emendamento c’è poi la Lega dei ticinesi. Come ci conferma il deputato Omar Balli, esso verterà sulla misura della non sostituzione del personale partente nell’amministrazione cantonale. Nel rapporto di maggioranza viene infatti proposta la non sostituzione nella misura del 20%. La Lega chiederà invece di essere più incisivi su questo fronte. Il “come”, però, è ancora da chiarire. Anche perché, precisa Balli, «l’emendamento è ancora in fase di affinamento».
La questione degli "statali"
L’altro partito che ha già consegnato ufficialmente almeno un emendamento è il Centro, da sempre contrario al contributo di solidarietà richiesto ai dipendenti pubblici tramite un taglio del salario del 2% sopra i 60 mila franchi. Per questo motivo l’emendamento del Centro chiederà semplicemente di abrogare il decreto legislativo che contiene il contributo di solidarietà. Una proposta che, va da sé, con ogni probabilità otterrà i favori dell’ala progressista del Parlamento.
Ma non è finita qui. Riguardo ai dipendenti pubblici sarà presentato un altro emendamento. Questa volta, però, interpartitico. I deputati Claudio Isabella (Centro), Giulia Petralli (Verdi), Fabrizio Sirica (PS) ed Evaristo Roncelli (Avanti con T&L) presenteranno infatti una richiesta riguardante il rincaro per i dipendenti pubblici. Concretamente, come spiega Isabella, verrà chiesto l’adeguamento al rincaro dell’1% a cui aggiungere un contributo una tantum di 400 franchi per i salari sotto i 70 mila franchi. Si tratta, essenzialmente, della stessa misura adottata dalla Confederazione. Ma si tratta anche di una proposta di compromesso rispetto alla richiesta di riconoscimento integrale del rincaro. Quest’ultima, infatti, sarà portata avanti dal PS assieme ai Verdi. Sempre il PS, oltre al suo rapporto di minoranza, presenterà infatti altri otto emendamenti per chiedere, tra le varie cose, il riconoscimento del rincaro per le prestazioni sociali, lo stralcio dei tagli agli istituti sociali e l’abolizione della misura della non sostituzione dei partenti nell’amministrazione cantonale. Anche i Verdi, dal canto loro, oltre a sostenere quelli del PS presenteranno un loro emendamento. Esso, come spiegatoci da Petralli, chiede (nell’eventualità che fossero approvati) che i tagli non abbiano effetto retroattivo dal primo gennaio 2024.
Non mancherà, infine, una richiesta riguardante il settore anziani. Petralli e Isabella porteranno in aula un emendamento per chiedere di stralciare i risparmi previsti nelle case anziani per 500 mila franchi.
Tre proposte per 80 milioni
Tra i partiti che presenteranno un rapporto di minoranza, come noto, figura anche l’UDC. Partito che presenterà anch’esso almeno tre emendamenti, che coincidono con le tre proposte fatte nel rapporto di minoranza. Ovvero: si propone di bloccare la spesa del personale (bloccando le assunzioni, fatta eccezione per i docenti e il personale sociosanitario), di ridurre la spesa di beni e servizi e di concedere una crescita massima netta del 1% alle spese di trasferimento (ossia dei sussidi). Misure che, come spiega il capogruppo Sergio Morisoli, permetterebbero di risparmiare circa 80 milioni all’anno e soprattutto permetterebbero «di compensare le misure che il Gran Consiglio e il Governo si apprestano a togliere dal preventivo originale, peggiorando così ulteriormente la situazione».
La revisione sì, ma quando?
Un ultimo elemento che potrebbe portare un po’ di confusione in aula riguarda l’iniziativa, firmata dalla Commissione gestione e finanze (tranne l’UDC), che chiede una revisione della spesa pubblica da affidare a un ente esterno. Ebbene, tale iniziativa in apertura di seduta dovrà essere inserita all’ordine del giorno tramite procedura d’urgenza. Ma, siccome il Centro (da sempre promotore di tale iniziativa) la considera una sorta di conditio sine qua non per approvare il preventivo, vorrebbe che essa venga votata subito, prima di entrare nel merito dei conti del Cantone. Tra gli altri partiti, invece, c’è chi teme che così facendo poi il Centro, ottenuto ciò che vuole, si defili dall’intesa.
Come andrà a finire lo scopriremo lunedì, quando prenderà avvio una seduta scoppiettante. E, con ogni probabilità, pure un po’ caotica. Senza dimenticare la domanda più importante: reggerà la fragile intesa (e dunque il preventivo) ai veti incrociati e agli emendamenti?