Il caso

Quando il caldo impazza c'è solo sole in piazza

Bellinzona, «nomen omen» per l’omonima agorà ai piedi del Castelgrande che in questi giorni di canicola è poco animata - Il Municipio attende lo studio sul verde urbano, che sarà pronto in novembre, per eventualmente adottare delle misure
Ieri, nel primo pomeriggio. © CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
13.08.2024 06:00

Forse, anche voi, avete provato la stessa sensazione. Del tipo che quando ti dicono - come succede quotidianamente in queste settimane di canicola - che «fa caldo», il caldo lo «senti» ancora di più. Meglio stare zitti (no?), e aspettare che l’allerta cessi. Prima o poi tutto finisce. Magari anche l’attuale conformazione di piazza del Sole a Bellinzona. E già. Il Municipio, rispondendo all’interrogazione di Sara Nisi (Verdi-FA-Indipendenti), non ha escluso di prendere in considerazione un eventuale adattamento dell’agorà, e di altri spazi di aggregazione in centro, alla luce dei cambiamenti climatici. Bisognerà però aspettare l’autunno inoltrato. Quando sul tavolo dell’Esecutivo al primo piano di Palazzo Civico arriverà lo studio per definire la strategia per la promozione del verde urbano e della biodiversità in ambito urbano. Attualmente in fase di elaborazione, il rapporto sarà pronto in novembre.

Quelli che non demordono

Pochissimi quelli che sfidano le elevate temperature degli ultimi giorni per appropinquarsi, in questi torridi pomeriggi, a piazza del Sole. Qualche turista che ammira, dal basso all’alto, il Castelgrande. Dei giovani, stoici, scacciano l’afa facendo delle evoluzioni sullo skateboard. Le panchine sotto la cinta muraria, all’ombra, sono invece prese d’assalto soprattutto durante il mezzogiorno o per un rinfrescante ghiacciolo per merenda. Sennò l’agorà è praticamente inavvicinabile. «Quanto manca una fontana, al centro, e degli alberi attorno», ci dice una mamma che rincorre i suoi due figli che stanno sfrecciando con il monopattino.

È da più di quarant’anni - da quando cioè il compianto architetto Livio Vacchini presentò il primo progetto per la rivalorizzazione dello spazio - che se ne parla. Per quello che, all’inizio degli anni Ottanta, era ancora un parcheggio, si ipotizzavano due grandi specchi d’acqua ed altrettante lunghe panchine in granito. Non solo. S’immaginava inoltre la posa di una serie di alberi in grandi vasi di gneiss. Nel 1997 però il gruppo PPD in Consiglio comunale inoltrò una mozione che in sostanza chiese di eliminare l’arredo urbano ipotizzato. Da un lato per motivi di risparmio, dall’altro per non pregiudicare l’utilizzo della piazza quale epicentro di eventi. Ma non è tutto.

I vari progetti naufragati

Alla fine degli anni Novanta i bellinzonesi si recarono alle urne per esprimersi sulla pavimentazione. Prevalse il calcestruzzo (con inserti di gneiss) sulle lastre di granito. Nel maggio 2003 la Migros abbandonò invece il progetto di centro commerciale, congressuale e alberghiero. Sette piani per 80 milioni ad opera dell’architetto Mario Botta. Pochi anni dopo venne accantonato anche l’hotel da 13 milioni progettato dall’architetto Sergio Cattaneo. Niente da fare, infine, nemmeno per l’avveniristico «Flying Roof». Il tetto volante, partorito dalle menti dell’architetto Filippo Broggini e dell’ingegnere Mauro Pedretti, presentato nel 2006, è rimasto a terra. Avrebbe dovuto coprire il luogo quasi interamente.

Da quel momento più nulla, fatta eccezione per la breve (ma baciata dal successo) esperienza, nell’estate 2019, della «Nuvola piovasca», effimera installazione artistica del meccanico e designer Nicola Colombo, che regalava refrigerio ai passanti. E per la richiesta del consigliere comunale dell’Unità di sinistra Alessandro Lucchini di indire un concorso di idee per la rivalorizzazione, creando così un salotto a cielo aperto a disposizione di tutti.

Attenti all’ombra

Tornando allo studio in corso, il Municipio osserva che già da quest’anno «nell’ambito delle attività legate al verde urbano vengono tenuti in considerazione i suggerimenti e gli indirizzi emersi dalla prima fase e - dove possibile - vengono già concretizzati alcuni interventi puntuali». E cita gli esempi delle vie Ghisletta e Ghiringhelli e dei quartieri di Gorduno e Moleno. Il tema dell’ombreggiatura, attraverso la posa di «alberature laddove risulta possibile e incrementando le pavimentazioni filtranti», è caro al consesso pure in relazione ad altre opere. Anche per quanto riguarda la prevista nuova piazzetta ex Mercato, dietro Palazzo Civico? I cinque platani, da progetto, saranno «soggetti in vaso». E forse aumenteranno, chissà.

E voi, cosa vorreste in piazza del Sole? Scriveteci a [email protected]

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