Sarà battaglia all'ultimo voto sui sussidi di cassa malati

Sarà battaglia all'ultimo voto in Gran Consiglio, a fine mese, quando in aula approderanno i due rapporti commissionali firmati stamane in Gestione sull'iniziativa del Centro che chiede di stralciare il risparmio di 10 milioni sui sussidi di cassa malati approvato nel contesto del Preventivo 2025. Sì, perché il voto in Commissione è finito in perfetta parità. Sette a sette. Decisivo è stato il voto del presidente dell'organo parlamentare, attualmente il socialista Fabrizio Sirica: il rapporto di maggioranza sarà dunque quello di PS, Centro e Verdi, quello di minoranza quello di PLR e Lega. Un risultato molto risicato che, appunto, lascia presagire una contesa molto serrata in Parlamento. Come dire: le «fazioni» sono chiare, il risultato finale molto meno.
Da una parte c'è il Centro (autore della proposta tramite un'iniziativa parlamentare), affiancato dal PS e dai Verdi. Quest'ultimi, va ricordato, assieme al comitato «Stop ai tagli» hanno promosso negli scorsi mesi essenzialmente la stessa proposta. Ma lo hanno fatto tramite un referendum, che ha raccolto oltre 11 mila firme, le quali sono state consegnate a metà febbraio.
Dall'altra ci sono PLR e Lega, che rivendicano la scelta fatta nel contesto del Preventivo 2025. Ossia la necessità di contenere l'importante crescita dei sussidi riscontata negli ultimi anni quale riflesso dell'aumento dei premi di cassa malati.
L'UDC, dal canto suo, stamane in Gestione si è astenuta e non ha firmato alcun rapporto. E questo, in sintesi, poiché non aveva votato nemmeno il preventivo. Ancora non è chiaro, però, come si posizioneranno i democentristi in Parlamento. Il loro voto, e quello dei «partitini», potrebbe infatti risultare decisivo in aula. Già, perché Centro, PS e Verdi insieme possono contare su 33 voti. Lega e PLR, invece, su 35 voti. Insomma, appunto, sarà battaglia all'ultimo voto.
Senza dimenticare che se a spuntarla saranno PLR e Lega e il taglio dovesse essere mantenuto dalla maggioranza del plenum, la palla passerebbe poi al popolo, che si dovrebbe esprimere sul referendum del Comitato «Stop ai tagli».