Sartori-Lombardi e Bordoli, due supplenti in Tribunale: «Obiettivo raggiunto»
![](https://naxos-cdn01.gruppocdt.ch/cdt/stories/2025/01/22/1920x1080/92108348-f890-4f1f-888a-b2fb3b6b52f0.jpeg)
L’avvocato Monica Sartori-Lombardi, professionista attiva nel settore privato e già operante al Tribunale penale cantonale (TPC) quale giudice a latere, e il giudice dei provvedimenti coercitivi (e già procuratore pubblico) Paolo Bordoli. Eccoli i due tanto attesi nomi che andranno a sostituire in via provvisoria Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti, i due giudici del TPC destituiti lo scorso dicembre dal Consiglio della Magistratura.
Il Consiglio di Stato, dunque, come previsto ha proceduto celermente alla nomina dei due giudici straordinari che andranno a dare man forte al Tribunale, oggi più che dimezzato dopo il cosiddetto «caos al TPC». Fra qualche settimana, quindi, il Tribunale penale cantonale potrà tornare a lavorare con quattro giudici sui cinque previsti. E ritrovare così una certa normalità. Una boccata d’ossigeno. «Sì, era l’obiettivo che ci eravamo dati, ossia quello di identificare i supplenti, d’intesa con il Tribunale d’appello, entro la fine di gennaio, in modo tale da essere operativi per l’inizio di febbraio. E l’obiettivo è stato raggiunto», rileva da noi raggiunto il direttore del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi. Di fatto, così facendo «si raddoppiano le forze in esercizio al Tribunale penale cantonale in qualità di giudici». Un raddoppio più che necessario, aggiunge Gobbi, «poiché oggi, con soli due magistrati si era sottodotati ed essenzialmente si lavorava ‘in urgenza’».
I neo designati giudici straordinari, si legge in un comunicato del Consiglio di Stato, «entreranno in funzione (...) nel corso del mese di febbraio a seguito della dichiarazione di fedeltà alla Costituzione e alle leggi». Come noto, inoltre, la durata della loro supplenza «verrà definita in base all’evoluzione della procedura di ricorso riguardante le decisioni di destituzione dei due giudici del TPC». Sartori-Lombardi e Bordoli, in sostanza, resteranno in carica fino a quando tutta la questione, ancora aperta, del licenziamento di Quadri e Verda Chiocchetti sarà chiarita in via definitiva dal punto di vista giudiziario. Da notare che, come rilevato dal Governo nel comunicato, la designazione di Bordoli «comporterà la relativa supplenza presso l’Ufficio del giudice dei provvedimenti coercitivi». Designazione che, spiega Gobbi, «è già in fase di formalizzazione e una decisione è attesa a brevissimo». Questione di giorni, insomma.
«La designazione dei due giudici straordinari – ha tenuto a precisare il Governo – è stata concertata con il Tribunale d’appello e la Commissione giustizia e diritti del Gran Consiglio: una collaborazione fondata anche sul comune obiettivo di rinsaldare la fiducia della cittadinanza nella Giustizia».
L’altro posto «vacante»
Ora, in queste ore è stato fatto un altro passo avanti in questa intricata vicenda. Come annunciato negli scorsi giorni, proprio questa mattina è stato pubblicato sul Foglio ufficiale il concorso per l’elezione di un giudice ordinario al TPC, ossia per il posto lasciato vacante dal giudice Mauro Ermani. Già, perché se da una parte il Governo ha proceduto per competenza alla nomina provvisoria di due giudici straordinari (al posto di Quadri e Verda Chiocchetti), dall’altra alla Commissione giustizia e diritti e al Gran Consiglio spetta il compito di nominare un giudice ordinario (al posto di Ermani). E, appunto, oggi è stato pubblicato il relativo concorso, che si chiuderà il 10 febbraio. Solo allora sapremo quanti candidati si sono fatti avanti. Nel frattempo, come avevamo riferito settimana scorsa, sappiamo già però che tra i candidati per il posto di giudice straordinario c’era anche chi si era detto interessato per il posto di «ordinario». E, sempre stando a nostre informazioni, un passo in questa direzione potrebbe compierlo proprio Paolo Bordoli. Il quale, tra l’altro, è in quota socialista, proprio come Ermani.
È stato anche per quel motivo che nello stesso concorso è stato inserito – dopo le discussioni tra la Commissione parlamentare e il Tribunale d’appello – un paragrafo per precisare che «l’aver eventualmente ricoperto la carica di giudice supplente straordinario (...) presso il medesimo Tribunale penale cantonale non costituirà per il candidato titolo preferenziale o pregiudizievole». Insomma, né vantaggi ne svantaggi. Sullo sfondo, da una parte la preoccupazione della Giustizia e diritti di creare una corsia preferenziale per tale candidato, e dall’altra la necessità di garantire comunque l’operatività del Tribunale.