Ticino

Sulla riforma delle ARP ecco servito il secondo atto

Il Governo mette in consultazione una legge ad hoc per definire il funzionamento delle future Preture di protezione - La prima tappa del progetto è ferma in Sottocommissione, ma il dossier dovrebbe sbloccarsi a breve
©Gabriele Putzu
Paolo Gianinazzi
18.09.2024 20:00

L’importante cantiere della riforma delle Autorità di protezione (ARP) ha fatto un altro passo avanti. Il Consiglio di Stato ha infatti messo in consultazione fino al 31 ottobre la nuova Legge, che conta oltre cento articoli, sulla procedura in materia di protezione del minore e dell’adulto. Si tratta, in parole povere e in maniera molto concreta, di definire nel dettaglio come funzioneranno le future Preture di protezione che – come deciso dal popolo nell’ottobre di due anni fa – subentreranno alle attuali ARP. Si tratta, sempre in parole povere, del passaggio dall’attuale sistema amministrativo a quello giudiziario e della «cantonalizzazione» delle stesse ARP. E si tratta, va infine ricordato, della seconda tappa di un processo che è ancora lungi dall’essere terminato.

La prima tappa, infatti, riguardava la creazione e l’organizzazione delle future Preture di protezione, mentre la seconda, messa in consultazione ieri, riguarda il loro funzionamento. Tuttavia, mentre la seconda tappa, come visto, è ora in rampa di lancio, la prima – a quasi due anni dalla votazione popolare – è ancora ferma nella Sottocommissione «Protezione», istituita all’interno della Commissione Giustizia e diritti. Anche su questo fronte, però, presto qualcosa potrebbe muoversi. Come ci spiega Alessandro Mazzoleni (Lega), incaricato dalla Sottocommissione di redigere il relativo rapporto, l’auspicio è quello di consegnare il documento alla Giustizia e diritti nel corso del prossimo mese: «Abbiamo ancora un audizione da fare entro fine settembre. Dopodiché la Sottocommissione, di principio, dovrebbe essere in grado di concludere a ottobre i suoi lavori e sottoporre il rapporto alla Commissione». Alla luce della consultazione sulla seconda tappa, aggiunge Mazzoleni, «ora il tema è più urgente che mai».

Il nodo che in questi ultimi mesi ha rallentato l’avanzare della prima tappa, va poi detto, riguarda il finanziamento delle future Preture di protezione che, siccome saranno «cantonalizzate», dovranno essere finanziate anche dal Cantone e non più solo dai Comuni. L’aspetto finanziario, però, era ed è legato al progetto «Ticino2020», che mira, appunto, a riorganizzare i flussi finanziari tra Cantone ed Enti Locali. Progetto, quest’ultimo, che come noto è però al momento ancora lungi dall’essere concluso. Motivo per cui, anche la questione del finanziamento delle Preture è rimasta in sospeso. Ma, su questo punto, Mazzoleni aggiunge: «La Sottocommissione ne sta discutendo ed è dell’idea che il progetto dovrebbe avanzare lo stesso, auspicando al contempo che la questione del finanziamento sia risolta definitivamente entro l’entrata in vigore effettiva della riforma delle Autorità di protezione». Detto altrimenti: «Non ha senso bloccare tutta la riforma per il progetto Ticino 2020». Concretamente, come ci spiega la coordinatrice della Sottocommissione, Sabrina Gendotti (Centro), la proposta della Sottocommissione prevede di lasciare a carico dei Comuni i costi attuali (circa 13 milioni di franchi) e di far pagare al Cantone i costi aggiuntivi dettati dalla riforma (circa 6 milioni di franchi). «Volevamo accertarci che al di là del progetto Ticino 2020 la riforma delle ARP potesse andare avanti», spiega Gendotti. «Abbiamo allora cercato una soluzione equilibrata, con i costi attuali che restano agli Enti locali e i costi aggiuntivi a carico del Cantone. Non sarebbe stato corretto far pagare ai Comuni i costi aggiuntivi, così come non sarebbe stato corretto scaricare tutto sul Cantone». Tutto ciò, tenendo conto che «se in futuro la riforma Ticino 2020 entrerà effettivamente in vigore si potrà far passare tutto al Cantone, poiché a quel momento i Comuni avranno altri oneri che oggi non hanno».

Sulle tempistiche abbiamo interpellato direttamente anche la Divisione della Giustizia del Dipartimento delle istituzioni. Il capoprogetto Cristoforo Piattini, premette: «Già nel messaggio governativo del 2021 (ndr. quello relativo alla prima tappa) era stato deciso, come richiesto dai Comuni stessi, di integrare la questione finanziaria nel progetto Ticino 2020». Si tratta, soldoni, «di circa 19 milioni di franchi: 13 milioni è il costo attuale a cui se ne aggiungeranno 6». Ad ogni modo, spiega ancora, «l’entrata in vigore della riforma delle ARP non sarà immediata, anche perché occorrerà trovare gli spazi per le future Preture di protezione, pubblicare i concorsi per i magistrati e discutere con i Comuni per il personale amministrativo». In ogni caso, «l’auspicio è di potersi determinare nell’arco dei prossimi tre anni». Nel merito della Legge messa in consultazione ieri, la direttrice della Divisione, Frida Andreotti, osserva che «pur contando oltre cento articoli ed essendo molto tecnica, resta una Legge molto semplice e di facile comprensione per tutti i cittadini, che poi saranno confrontati che le future Preture». Già, perché in tutto ciò non va dimenticato «che si tratta della riforma di un settore molto importante per la Giustizia ticinese, che tocca tutti noi e che ha un potere molto importante sui cittadini stessi».

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