Taxi, Lugano ha le sue licenze: i ricorsi sono stati ritirati

Dopo anni di polemiche, ricorsi, ordinanze modificate e concorsi, la Città di Lugano ha finalmente attribuito le cinquanta nuove licenze taxi di tipo A. Contro l’esito del concorso aperto lo scorso marzo (le licenze erano state attribuite e inizio giugno) erano stati presentati due ricorsi da parte di altrettanti candidati esclusi – stando a nostre informazioni, dall’ultimo e dal terzultimo classificato su 64 –, ma negli scorsi giorni questi ultimi hanno deciso di ritirarlo e l’assegnazione delle autorizzazioni è pertanto cresciuta in giudicato.

Un eventuale ricorso al Consiglio di Stato 8e eventualmente al TRAM) sarebbe stato un film già visto in riva al Ceresio. E l’ipotesi di veder di nuovo congelate le licenze aveva spinto 24 tassisti aggiudicatari, tramite l’avvocata Sybille Plouda Gilardoni, a chiedere alla Città di rendere esecutive le 50 autorizzazioni e al Consiglio di Stato di togliere l’effetto sospensivo a eventuali ricorsi. La tesi contenuta in due missive datate 10 luglio 2023 è, in buona sostanza, la seguente: «i privilegi o le lamentele verosimilmente pretestuose di qualche singolo tassista non possono essere considerati maggiormente rispetto all’interesse degli altri tassisti». Alla fine, non c’è stato bisogno di adire le vie legali: le opposizioni sono state ritirate e le licenze regolarmente attribuite. «Finalmente possiamo voltare pagina e avere una situazione più ordinata e chiara delle licenze taxi in città», ha commentato la municipale e capodicastero Sicurezza e spazi urbani, Karin Valenzano Rossi.

Quella delle autorizzazioni per i taxi a Lugano è una vicenda che da anni attende una soluzione definitiva. La ripercorriamo brevemente partendo appunto dal 2015, l’anno in cui la Città aveva pubblicato la nuova ordinanza comunale che aboliva la licenza di tipo B e manteneva solo la A, che consente la sosta sull’area pubblica. L’ordinanza era stata oggetto di un ricorso nel 2016 e aveva incassato il via libera dal TRAM quattro anni dopo. Nella primavera del 2021 il Comune aveva quindi indetto il concorso per attribuire le nuove licenze. Lo stesso era però stato impugnato da tre tassisti (tutti patrocinati dagli avvocati Aldo Ferrini e Chiara Pacilli), dapprima senza successo al Consiglio di Stato e in seguito al TRAM. I ricorrenti contestavano il fatto che i vecchi detentori di una licenza di tipo A avessero «mantenuto» l’autorizzazione quando invece, a loro dire, avrebbero dovuto rifare la procedura da capo come tutti. Oltre a ciò, nel mirino era finita la prova scritta che i candidati avevano dovuto sostenere prima del rilascio della licenza, la quale non sarebbe stata prevista - benché poi svolta - nel bando. Inoltre, i ricorrenti avevano rilevato che «a fronte di una prova dall’esito catastrofico», sarebbe stata «cambiata l’attribuzione dei punteggi». Il concorso era quindi stato annullato dal TRAM e la Città aveva dovuto ricominciare da capo, tenendo conto delle critiche della Corte.

Prima di pubblicare il nuovo concorso, la Città avrebbe però voluto attendere un cenno da Bellinzona. Sul tavolo del Governo era infatti approdata la mozione del 2015 dell’allora deputato leghista Giancarlo Seitz che propone una gestione cantonale dei taxi, con una nuova legge e un nuovo regolamento. Ma – ne avevamo riferito a fine febbraio – il Governo entrerà verosimilmente nel merito nei prossimi mesi.