Tentato omicidio di Arzo, si torna in aula

Non si è ancora chiusa la vicenda giudiziaria del tentato omicidio di Arzo. Una nuova sentenza del Tribunale federale ha parzialmente accolto il ricorso del 38.enne italiano condannato in primo grado nel maggio del 2022 a 6 anni e sei mesi di carcere per una serie di violenze nei confronti della moglie tra le mura della loro abitazione nel Mendrisiotto e rinviato l’incarto alla Corte di appello e revisione penale (CARP).
Non è la prima volta che il TF ha dovuto legiferare su questo caso. Lo scorso 10 novembre, l’Alta corte aveva accolto un ricorso del Ministero pubblico contro la sentenza della CARP che aveva dimezzato la pena comminata in primo grado al 38.enne (riducendola a 3 anni e mezzo di carcere) e prosciogliendo l'imputato dall’accusa di tentato omicidio. Il TF aveva però ritenuto che l’imputato – il quale aveva stretto la vittima al collo fino a farla svenire, colpendola con calci quando era a terra – «era consapevole del rischio di causare la morte della vittima». Il 18 novembre 2022, esprimendosi in procedura scritta, la CARP lo aveva quindi riconosciuto colpevole anche di tentato omicidio intenzionale, oltre che di lesioni e vie di fatto, e (ri)condannato a 6 anni e 6 mesi di carcere.
Il 38.enne, patrocinato dall’avvocato Giuseppe Gianella, aveva a sua volta ricorso e lo scorso 16 ottobre i giudici di Mon Repos hanno stabilito che, che, trattandosi di una nuova commisurazione di pena, «un’udienza si imponeva di principio».