Il caso

Terzo binario? «L'Unesco non si è ancora espresso»

Bellinzona: la sezione ticinese dell’organizzazione delle Nazioni Unite è «preoccupata e perplessa» per l’opera da 200 milioni - La presidentessa: «Parigi non può proibire la realizzazione, ma la sua autorizzazione ha un valore etico e di prestigio»
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Alan Del Don
11.03.2024 06:00

«Finora non siamo stati informati del fatto che il progetto del terzo binario beneficia dell’approvazione da parte del comitato del Centro per il patrimonio mondiale, nel senso che non si è ancora espresso in merito». A Bellinzona, al momento, non è arrivata nessuna lettera da Parigi, insomma. A confermarlo al Corriere del Ticino è la presidentessa del Club per l’Unesco Ticino Eleonora Traversi sull’onda dell’articolo pubblicato lunedì scorso. In quell’occasione avevamo dato spazio alle considerazioni critiche nei confronti dell’opera ferroviaria da quasi 200 milioni di franchi tra la capitale e Giubiasco (che prevede altresì la fermata TiLo dietro piazza Indipendenza) dell’architetto e membro del Consiglio direttivo della Società ticinese per l’arte e la natura Benedetto Antonini.

Ambiente, salute e sicurezza

Il Club per l’Unesco non ha mai nascosto «preoccupazioni e perplessità» per la realizzazione del terzo binario che, verosimilmente, verrà messo in esercizio nel 2029. «Quella che ha detto l’architetto Benedetto Antonini è la verità con la ‘V’ maiuscola, è una grande cosa, ma è anche una grande sofferenza», rilevano Eleonora Traversi e gli altri membri. A scanso di equivoci, come giornale non abbiamo fatto altro che raccogliere la voce di chi non fa i salti di gioia (per usare un eufemismo) per questo progetto, dopo averlo presentato a più riprese negli ultimi anni dando spazio alle Ferrovie e all’Ufficio federale dei trasporti. Che a fine gennaio ha rilasciato la licenza edilizia.

Facendolo ha ricordato che rispetta i requisiti Unesco; la fermata in piazza Indipendenza verrà edificata a sud del castello di Montebello, sotto il quale verrà altresì costruita una galleria di 300 metri. La pensano diversamente la nostra interlocutrice e i suoi colleghi di consesso: «Siamo convinti che sia estremamente difficile conciliare le esigenze dell’ambiente, della salute e della sicurezza con la necessità di moderne reti per i trasporti. Per questo ci preoccupa il rinvio per alcuni decenni della circonvallazione ferroviaria e la sua sostituzione con il terzo binario».

Sognando la circonvallazione

La circonvallazione, appunto. Tutti i bellinzonesi (o quasi) farebbero carte false per poterla vedere realizzata in tempi brevi. Tant’è che lo stesso Municipio della Turrita (e Benedetto Antonini), per accelerare l’iter, si accontenterebbe del binario unico. La tratta in galleria fra Gnosca e Sementina è attesa da oltre tre decenni. E, stando al Consiglio federale, bisognerà aspettare almeno altri vent’anni (o poco meno) prima che il tema torni d’attualità a Berna. Ergo, (ri)eccoci al terzo binario. «Non è mai troppo ripetere che questa nuova linea attraversa il cuore di Bellinzona, città densamente popolata che vedrà transitare tutto il traffico AlpTransit, passeggeri e merci, notte e giorno, con una frequenza di un treno ogni 3 minuti. Questa nuova linea una volta in esercizio rappresenterà un potenziale pericolo per le persone e per il bene monumentale dei castelli», puntualizza la presidentessa del Club per l’Unesco Ticino.

Che dal 2016 è in contatto con il Centro per il patrimonio mondiale con sede nella Ville Lumière (si tratta del segretariato permanente che porta avanti la Convenzione ratificata nel novembre 1972 e che amministra i fondi): «L’Unesco è un organismo diplomatico. Non può proibire la costruzione del terzo binario. Può però pretendere la condivisione del progetto e la possibilità di non autorizzarlo. L’autorizzazione ha un valore etico e di prestigio. Quando uno Stato firma la Convenzione per il patrimonio mondiale si impegna a rispettare le regole e il bene diventa un patrimonio condiviso».

In attesa del voto

A questo proposito Eleonora Traversi afferma di non essere a conoscenza dell’approvazione da parte del comitato del citato Centro: «Viene data a seguito di una riunione plenaria alla quale partecipano, una volta all’anno, 21 rappresentanti di altrettanti Paesi ed esaminano il progetto, lo mettono ai voti e poi decidono. Nel 2020 l’Unesco non era ancora entrato in materia per quanto riguarda il terzo binario. A causa della pandemia da coronavirus le riunioni sono cessate nell’estate 2020. Sono ricominciate nel 2022».

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