Il caso

Un po' viva, un po' così così: Bellinzona non cambia

Movida nel centro storico, resta tutto come ora nel rispetto delle peculiarità del salotto buono e dei 1.500 abitanti che ci vivono
© CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
11.07.2024 18:30

Tutto come prima. A Bellinzona nel centro storico non si cambia, nel senso che rimane valida l’ordinanza sulla repressione dei rumori molesti e inutili. Attualmente fa ancora stato quella «vecchia», nel senso che contro quella «nuova» è tuttora pendente un ricorso al Tribunale amministrativo cantonale come scrivevamo lo scorso 6 maggio.

Le caratteristiche

Il nucleo cittadino, risponde l’Esecutivo all’interrogazione di Kevin Simao Ograbek (Verdi-Forum Alternativo-Indipendenti) ribadendo quanto spiegato negli ultimi anni, ha la caratteristica di avere una quota minima di superficie da dedicare alla residenza con lo scopo di evitare che il salotto buono «si trasformi in zona soltanto di uffici amministrativi (...). Non vi è l’intenzione di mutare questa importante caratteristica del nostro centro storico».

Rumori e sensibilità

Il Municipio da sempre cerca di trovare l’equilibrio fra il desiderio dei residenti (sono circa 1.500) di vivere tranquillamente e quello degli esercenti e degli organizzatori di eventi di poter offrire un programma di animazioni più ricco e variegato.

La politica ha spesso chiesto delle misure meno restrittive, nella fattispecie delle modifiche all’ordinanza (rivista nel gennaio 2021) che potessero rendere più attrattivo il salotto buono: «Per il centro storico di Bellinzona il grado di sensibilità al rumore (regolato da norme superiori; n.d.r.), quand’anche fosse possibile prevedere una zona mista, sarebbe comunque sempre il 2, ciò ritenuto che vi sarebbe comunque prevalenza della residenza». Escluso pure il passaggio da un regime di autorizzazione ad uno di notifica per l’organizzazione di manifestazioni.

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