L'evento

«Vallemaggia, dove l’autoaiuto e la condivisione sono di casa»

Raffaele De Rosa ha scelto la Residenza alle Betulle di Cevio per celebrare la ricorrenza della Giornata del malato: «Regione simbolo di sostegno reciproco» - «Noi ospiti siamo sempre stati al sicuro, ma che choc il disastro dell’estate scorsa»
Il consigliere di Stato Raffaele De Rosa e, in primo piano, la residente Antoinette © CdT/Chiara Zocchetti
Jona Mantovan
02.03.2025 19:00

«Nel nostro cammino, siamo tutti compagni di viaggio; ogni gesto, ogni parola, ogni condivisione rendono il percorso un po’ più leggero»: sono le parole del consigliere di Stato Raffaele De Rosa, in visita oggi alla Residenza alle Betulle di Cevio, per celebrare la Giornata del malato «in una regione simbolica, la Vallemaggia, nella quale l’aiuto reciproco è un elemento determinante nel percorso di ricostruzione e di rinascita». Un riferimento alle conseguenze del potente nubifragio che, nella notte tra il 29 e il 30 giugno 2024, ha causato otto morti e ingentissimi danni i cui segni sono visibili tuttora. Una catastrofe ricordata anche dalle testimonianze degli anziani ospiti, raccolte dal Corriere del Ticino.

La delegazione e il programma

Un programma con tema «Aiuto all’autoaiuto» che ha incluso visite ai reparti della struttura e un pranzo in comune, seguito da altri incontri con famiglie che beneficiano del servizio di cure a domicilio. Nella delegazione - oltre al citato direttore del Dipartimento sanità e socialità e alle figure principali dell’associazione che promuove l’iniziativa nella Svizzera italiana - anche il presidente e il direttore generale dell’Ente ospedaliero cantonale (Paolo Sanvido, rispettivamente Glauco Martinetti), più - dalla Diocesi - l’amministratore apostolico Alain De Reamy e il delegato a omnia Nicola Zanini. «Nessuno pensava che una cosa del genere sarebbe potuta accadere. È stata dura per tutti», racconta Giovanni Colantuono, responsabile delle cure, facendo ancora riferimento al disastro dell’estate scorsa.

Di alluvioni ne ho viste davvero tante, però nessuna come l’ultima, che ha devastato luoghi nei quali sono cresciuta
Cecilia, 92 anni, da cinque ospite nel reparto casa anziani della Residenza alle Betulle di Cevio, in Vallemaggia

«Ora si metterà a posto tutto»

«Molti nostri collaboratori sono del Locarnese e non potevano raggiungerci dato che il ponte di Visletto era crollato, ma alla fine siamo riusciti comunque a far fronte a tutti i problemi, anche grazie a persone prestatesi volontariamente sin dalle prime ore. La situazione è tornata alla normalità molto in fretta».

Il 42.enne precisa come la struttura non sia stata toccata dalla furia degli elementi. «I nostri ospiti sono stati seguiti in ogni momento. E già nel pomeriggio di domenica erano stati ripristinati energia elettrica e acqua». Il nostro interlocutore fa strada all’interno dell’edificio, luminoso e moderno, presentando Paolo, già accomodato in caffetteria: «È stata una situazione spiacevole. Disgrazie come questa possono capitare, da quel che ho sentito dire, ogni cento anni. Ora, piano piano, bisognerà mettere tutto a posto», dice il 79.enne che in passato era cuoco, «negli ultimi quindi anni per il San Giovanni di Bellinzona».

«Ho visto le immagini in tv»

Lui è qui da qualche mese e conferma di trovarsi «benissimo. Ho seguito una terapia e ora sembra tutto a posto». L’anziano confida in un rientro a domicilio e prosegue affermando di fare «belle passeggiate: esco spesso e volentieri; mi piace fare il mio giretto di un paio d’ore, camminando fino al fiume e a volte mi piace andare a vedere dove si trovavano i vecchi grotti», conclude prima di congedarsi. È sempre Colantuono a guidarci verso l’ascensore, il quale conduce in uno spazio comune del settore casa anziani.

Antoinette è nata nella Svizzera francese e dopo il matrimonio si è trasferita in valle, pur lavorando a lungo in una casa a Minusio. «Sono qui da cinque anni e ne ho ben 81», dice con un sorriso. «Vado d’accordo con tutti e mi piacciono le attività che svolgiamo con l’animatrice. Il disastro di quest’estate? Sì, ho visto le immagini in televisione, le abbiamo viste tutti, qui. Ne abbiamo parlato un po’, ma in realtà non più di quel tanto. Per fortuna, però, siamo sempre rimasti al sicuro».

«Ho vissuto nei posti colpiti»

Per Cecilia, invece, l’emozione è stata un po’ differente. Anche lei ,92.enne, è ospite da un lustro. «Ho sempre fatto la contadina, lavorando la terra. Una vita più dura che dolce, in Val Bavona. Con i miei fratelli, andavamo all’Alpe d’Antabia», evidenzia con tono grave, ma facendo trasparire il suo buonumore. «La disgrazia avvenuta quest’estate è stata clamorosa. Ho già visto tante “buzze”, ma così mai. Mi ha fatto impressione. Non doveva capitare, ma ormai è successo».

La donna sottolinea come, a differenza di altri suoi «vicini», i luoghi colpiti li conosceva molto bene, avendoli anche vissuti. «Anche per i miei nipoti è stato un evento dalla portata catastrofica».

Il confronto nella mappa di Swisstopo: link qui

Le foto delle aree colpite nella mappa di Swisstopo: link qui

Il bilancio del disastro

Nel corso della notte fra sabato 29 e domenica 30 giugno 2024, violenti e prolungati temporali hanno colpito l'Alta Vallemaggia, tra le valli Bavona e Lavizzara. Ad oggi una persona (un giovane della valle) risulta ancora dispersa, mentre si registrano sette mortiuna 76.enne e due 73.enni tedesche, residenti nel Land del Baden-Württemberg, una 61.enne svizzera del canton Basilea Campagna e un 67.enne svizzero del Locarnese (i cui due corpi erano stati ritrovati a Riveo, nel greto della Maggia)un altro 66.enne svizzero del canton Basilea Campagna e una 67.enne svizzera domiciliata nel Locarnese (i cui due corpi erano stati rinvenuti a luglio nel greto del fiume all'altezza di Cevio). Cinque vittime erano a Fontana, due a Prato Sornico e il disperso al Piano di Peccia. Si tratta del bilancio più grave legato a una catastrofe naturale mai registrato in tempi recenti a Locarno e dintorni. L'alluvione del 1978, tanto per fare un esempio, aveva provocato sette morti. Il nubifragio in Mesolcina, di una settimana prima, tre.

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