Calcio

Chiamatelo pure l'Eldorado per club

La FIFA ha reso noti il montepremi e i possibili guadagni per le squadre che saranno al Mondiale in agenda dal 15 giugno - Si tratta di cifre esorbitanti: in caso di trionfo, le big europee potrebbero incassare sino a 125 milioni di dollari - Paragoni e pericoli per l'integrità dei campionati e delle operazioni sul mercato
Il presidente della FIFA Gianni Infantino e il trofeo plasmato per il primo Mondiale per club a 32 squadre. ©reuters/sam navarro
Massimo Solari
27.03.2025 06:00

Hai voglia, ora, a definirlo un torneino. Persino una scocciatura, per il fisico e per la mente, mentre tutti sono al mare. L’imponenza e il potere seduttivo del primo Mondiale per club a 32 squadre, da ieri, fanno ufficialmente paura. La FIFA ha infatti precisato le ricadute economiche, assicurate e ipotetiche, per le formazioni partecipanti al torneo in programma dal 15 giugno al 13 luglio negli Stati Uniti. Ebbene, si tratta di cifre esorbitanti. Mostruose, appunto. Il montepremi complessivo, invero, era stato reso noto a inizio marzo: 1 miliardo di dollari. Nelle scorse ore, per contro, sono state definite le differenti voci d’incasso, a seconda dei percorsi nella competizione, della confederazione d’appartenenza e della forza commerciale della società. Le compagini europee, va da sé, approfitteranno a piene mani della nuova creatura di Gianni Infantino. Non solo. Alla luce del malloppo messo sul piatto dal presidente della Federcalcio mondiale, alcune criticità verranno abilmente messe in un angolo.

E Gianni gongola

«Il modello di distribuzione della Coppa del Mondo per club va di pari passo con il più alto livello del calcio per squadre» ha sottolineato Infantino, giustificando dunque la posta in palio. «È il più grande montepremi mai assegnato in una competizione che comprende una fase a gironi e una a eliminazione diretta per un totale massimo di sette partite». Già, ma di che importo stiamo parlando? «Di un possibile stanziamento di 125 milioni di dollari per i vincitori» ha spiegato il patron della FIFA. La somma in questione è accompagnata da un asterisco. Come accennato, molto dipenderà dai risultati ottenuti lungo il Mondiale, con 475 milioni pronti a essere distribuiti. A fare la differenza, tuttavia, sarà anche il «brand» che scenderà in campo. Dei 525 milioni che saranno assicurati solo per la presenza negli Stati Uniti, i 12 club europei in corsa saranno gli unici a ricevere una quota variabile: tra i 12,8 e i 38,2 milioni. A fare stato, indica la FIFA, sarà una «classifica basata su criteri sportivi e commerciali». Per intenderci, è molto probabile che la fetta più grossa della torta spetti a Real Madrid o Manchester City. L’Inter potrebbe portarsi a casa come minimo 24 milioni, la Juventus 15. Per il resto, i sei club sudamericani qualificati otterranno 15,2 milioni, quelli del Nord e Centro America (5), asiatici (4) e africani (4) si fermeranno a quota 9,55. Ad Auckland City, unica società dell’Oceania, saranno infine versati 3,58 milioni.

Una generosità interessata

Il montepremi, val la pena evidenziarlo, è stato negoziato insieme all’Associazione dei club europei (ECA). E, certo, per non scontentare nessuno sono state previste anche delle compensazioni per chi il Mondiale lo guarderà alla tv. «Oltre ai fondi destinati ai club partecipanti, sarà messo in atto un programma di solidarietà senza precedenti con l’obiettivo di ridistribuire altri 250 milioni di dollari alle realtà calcistiche di tutto il mondo» ha indicato la FIFA. Per poi puntualizzare che «non sarà trattenuto un solo centesimo generato dalla competizione: tutti gli introiti saranno ridistribuiti a livello di club. Le riserve della FIFA, accantonate per lo sviluppo del calcio mondiale attraverso le 211 associazioni affiliate, non saranno utilizzate».

È il più grande montepremi mai assegnato in una competizione che comprende una fase a gironi e una a eliminazione diretta per un totale massimo di sette partite
Gianni Infantino, presidente FIFA

Di sicuro, pure le dirigenze delle società coinvolte non potranno utilizzare a proprio piacimento i soldi promessi da mamma FIFA. Con il sindacato mondiale dei calciatori (FIFPro) sul piede di guerra per il sovraccarico del calendario e la crescente messa in pericolo della salute dei giocatori, c’è da scommettere che il malumore di tante star si trasformerà in ricchi premi personali al raggiungimento di uno o dell’altro obiettivo. Il che alla FIFA importa sino a un certo punto. No, il colpo da sferrare al cerchio e alla botte era un altro: e cioè fare in modo che i migliori club d’Europa - nonostante le pressioni interne ed esterne - non risparmiassero i propri campioni. Beh, ci sono sufficienti incentivi per credere che questo scenario non si concretizzerà.

Rischio disparità

Il CEO della Swiss Football League e neopresidente dell’associazione mantello delle leghe europee non ha però nascosto timori e riserve: «Se un club del campionato austriaco (il Salisburgo, ndr.) può ambire a incassare 50 milioni di dollari, ciò ha un’enorme influenza su quella competizione nazionale. E l’equilibrio competitivo è uno degli argomenti più importanti per una lega. Vero, i campionati più piccoli e medi hanno avuto ottime discussioni sul piano dei fondi solidali, ma dobbiamo essere sinceri: si tratta di una piccola parte se un club prende parte alle competizioni continentali. Perciò, a dire il vero, temo per il futuro».

Se un club del campionato austriaco può ambire a incassare 50 milioni di dollari, ciò ha un’enorme influenza sulla competizione nazionale
Claudius Schäfer, presidente European Leagues

Tradotto: le diseguaglianze tra i più ricchi e i meno attrezzati - Europa in primis - rischiano di acuirsi. Conquistando la Coppa del Mondo per club (o anche solo raggiungendo il penultimo o l’ultimo atto), big come Real, Bayern, PSG o ancora Inter e Chelsea potrebbero teoricamente sbaragliare qualsivoglia concorrenza sul mercato, consolidando il rispettivo predominio sul piano nazionale e internazionale. Di più: rispettare i severi parametri del fair play finanziario diventerebbe più semplice. D’altronde, buona parte dei diretti interessati può altresì godersi gli introiti della nuova e scintillante Champions League.

Grazie DAZN

Il paragone con la massima competizione per club della UEFA, tuttavia, regge solo fino a un certo punto. Mettere le mani sulla Champions significa incassare potenzialmente sino a 175 milioni di dollari. Già, ma disputando 15 partite lungo l’arco di un’intera stagione, non sette in un mesetto. Vincere tutte le gare al Mondiale per club varrà 87,6 milioni. Anche grazie al maxi-accordo di trasmissione con DAZN, la FIFA è però stata in grado di plasmare la sfida più redditizia della storia del calcio. La finalissima del 13 luglio, in effetti, avrà un valore pari a 70 milioni di dollari: 40 andranno al trionfatore, 30 allo sconfitto. A titolo di raffronto, il montepremi globale dell’ultimo Mondiale in Qatar aveva raggiunto 440 milioni. I buoni uffici di Gianni, insomma, ne hanno generati 560 in più. E hai voglia, ora, a non definirlo l’Eldorado per club.

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