E quindi, che cosa nasconde questo Pafos?
Alla Stockhorn Arena, domani sera, potrebbe cadere qualche fiocco di neve. La temperatura? Di poco superiore allo zero. «Beh, noi ci siamo lasciati alle spalle i 24 gradi di Cipro e la popolazione ancora in spiaggia, felice di prendere il sole e concedersi persino un tuffo in mare». Il direttore sportivo del Pafos Cristiano Giaretta è comunque pronto alla sfida. Il match di questa sera a Thun, d’altronde, potrebbe regalare un Natale al caldo anche al Lugano. In palio c’è la qualificazione diretta agli ottavi di finale di Conference League. Tanta, tantissima roba. E se ai bianconeri può bastare un pareggio per festeggiare un traguardo tanto storico, quanto clamoroso, al Pafos serve assolutamente una vittoria. Un successo, per altro, che con buone probabilità costringerebbe proprio la squadra di Mattia Croci-Torti ad accontentarsi dei sedicesimi di finale. Sul più bello, già.
Dalla Russia con i miliardi
I ciprioti sono un avversario temibile. Che, al netto delle condizioni climatiche, ha molto in comune con il Lugano. E con la sua visione. «Siamo un club molto più giovane, nato da una fusione nel 2014» osserva Giaretta. «Come la società bianconera, tuttavia, possiamo contare su una proprietà che vuole fare le cose in grande». Cornaredo ha trovato l’America. Il Pafos, invece, si affida ai fondi dell’imprenditore russo Sergey Lomakin, 51 anni, passaporto cipriota e un patrimonio personale di 1,7 miliardi di dollari che lo colloca al 1.851. posto della classifica di Forbes riferita agli uomini più ricchi del pianeta. L’avvento del fondatore di Fix Price, catena di discount con migliaia di filiali tra Russia, Georgia, Bielorussia, Lettonia e Uzbekistan, si è tradotto in un’ascesa sportiva. Dalla promozione nel massimo campionato cipriota alla prima coppa nazionale vinta la scorsa stagione, sino all’Europa e alle ambizioni correnti. «Anche noi vogliamo vincere il titolo» sottolinea Giaretta, alludendo al grande campionato vissuto sin qui dal Pafos, primo con una sola sconfitta in 14 incontri.
Lomakin e i suoi soci non controllano solo il Pafos. Ma pure l’RFS Riga (Lettonia), il Rodina Mosca (serie B russa), oltre ad avere agganci negli Emirati Arabi Uniti. «A spingere queste figure - indica Giaretta - è l’ambizione e la ricerca del successo. E il Pafos beneficia dei maggiori investimenti in questo senso. Anche qui, dove le infrastrutture sono già molto buone, si sta facendo di tutto per riuscire a realizzare uno stadio nuovo di zecca».
La famiglia Pozzo
Giaretta è sbarcato a Cipro un anno fa. Alle sue spalle una carriera da direttore sportivo di spessore, con l’esplosione a Novara - club portato inSerie A nel 2011 - e il consolidamento sotto la famiglia Pozzo tra Udinese e Watford. «Sono sempre in contatto con Gino, figura dalla quale ho imparato tantissimo e sotto la quale - oramai 11 anni fa - il mio percorso è entrato in una nuova dimensione». Tappe, quelle fra il Friuli e la Premier League, che hanno permesso a Giaretta di incrociare pure diversi giocatori svizzeri. «Ricordo con piacere Seferovic, Widmer, mentre fra gli interlocutori attuali spicca senz’altro Inler, responsabile dell’area tecnica all’Udinese. Più in generale, da ds ho sempre apprezzato la mentalità dei calciatori elvetici, ai quali basta poco tempo per adattarsi a nuove realtà e a livelli di competizione più importanti. Ho sempre messo il naso nel campionato svizzero e - tramite il mio gruppo di scout - continuo a farlo. Parliamo di un torneo esigente sia sul piano tecnico, sia su quello fisico, e dunque una vetrina interessante per individuare giocatori con una certa spinta». Ad avvicinare il dirigente italiano alla Super League, in passato, era stato pure l’ex presidente del Lugano Angelo Renzetti: «L’ho conosciuto ai tempi dell’Udinese. Ci siamo incontrati per un meeting e per valutare se ci fossero i margini per una collaborazione tra i due club».
Se cresce l’appeal
I bianconeri tornano dunque a bussare alla porta di Cristiano Giaretta e del suo Pafos. «Ci attende una gara difficile. Le ultime due partite di Conference disputate dagli uomini di Croci-Torti, con le vittorie contro Gent e Legia, parlano a favore di una signora squadra. Vincere a Varsavia significa firmare un’impresa». Il Pafos, suggerivamo, dispone però della necessaria qualità per impensierire i ticinesi. «Siamo una squadra moderna, composta sia da promesse, sia da elementi più esperti. Le nazionalità in rosa sono molteplici, lo staff iberico, e a farla da padroni in campo sono spagnolo, inglese e portoghese, visti i tanti brasiliani tesserati». Giaretta ha plasmato parte di questo gruppo. «E vi assicuro che convincere un buon calciatore a trasferirsi a Cipro non è così evidente. Si ha ancora la tendenza a diffidare un pochino del calcio cipriota. E penso soprattutto ai giovani talenti. Ciò nonostante, grazie anche ai recenti risultati siamo riusciti a fare mercato con club come Getafe, Udinese, Charleroi, Maccabi Tel Aviv e Olympiacos. Segno che il nostro appeal sta aumentando e che - oltre alla vittoria del campionato - è possibile iniziare a pianificare delle plusvalenze».
Il Crus: «Motivazioni enormi»
Gli ottavi di finale di Conference League, va da sé, incrementerebbero ulteriormente la visibilità e il valore della formazione qualificata. Anche se Croci-Torti, a poche ore dal fischio d’inizio e sui canali del club, pone giustamente l’accento su altro. «Abbiamo motivazioni enormi. Conquistare gli ottavi vorrebbe dire regalare qualcosa di grande alla società». Gli fa eco il capitano Mattia Bottani, più forte delle 33 partite disputate sin qui. «L’obiettivo che abbiamo di fronte è troppo importante per mollare proprio adesso. È vero, siamo reduci da sei mesi duri, costellati da partite e viaggi sfiancanti. Ma, ripeto, si tratta di un ultimo sforzo cruciale. Dopodiché avremo modo di staccare completamente e recuperare le energie». Il Crus è inoltre consapevole della portata della sfida. «Per due mesi il Pafos non ha perso una partita in campionato. Propone un bel calcio. E i tre successi su cinque gare in Conference League sono un biglietto da visita inequivocabile. Così come la risicata sconfitta contro la Fiorentina».