Edoardo Bove, proseguono gli esami e spunta «una cicatrice sul cuore»
«Edoardo sta bene, è in forma, sta recuperando e siamo contenti. Bisogna avere pazienza e rispetto per lui. È nelle mani giuste. Ha lasciato la terapia intensiva, per la precisione è passato in un reparto che si chiama UTIC (Unità di terapia intensiva cardiologica, ndr.), di livello di delicatezza inferiore, e quindi le cose vanno meglio». Così si è espresso, ieri sera, il direttore generale della Fiorentina Alessandro Ferrari – prima dell'inizio del match contro l'Empoli di Coppa Italia – sulle condizioni di Edoardo Bove, colto da malore domenica al 17' di Fiorentina-Inter.
Intanto, vengono avanzate varie ipotesi su quanto accaduto al calciatore 22.enne. E c'è chi già parla di «futuro calcistico a rischio», perlomeno in Italia.
Il referto medico, al momento dell'ingresso in ospedale, parla di un arresto cardiaco dovuto ad aritmia. Giovanni Ghini, presidente della Fratellanza militare di Firenze a cui fa capo l'ambulanza che ha trasportato Bove al policlinico, aveva raccontato i concitati momenti relativi al tragitto verso l'ospedale: «Lui non era cosciente. In quel tragitto hanno defibrillato e fatto manovre rianimatorie: il problema era ampio». I primi esami a cui è stato sottoposto hanno escluso danni acuti a carico del sistema nervoso centrale e del sistema cardio-respiratorio.
Dall'ospedale Careggi, dove l'équipe cardiologica studia il caso, non arrivano notizie. I medici stanno scandagliando il passato del centrocampista, analizzando anche il suo codice genetico, alla ricerca di un indizio che possa spiegare l'arresto cardiaco accusato allo stadio Franchi di Firenze. Secondo la Gazzetta dello Sport, a preoccupare sarebbe una «piccola cicatrice sul cuore emersa nella risonanza magnetica ripetuta due volte dal ricovero». Bove aveva avuto un problema al miocardio da adolescente. E nel 2020, post COVID, aveva superato una miocardite con una terapia a base di cortisone e senza apparenti strascichi. All'inizio di questa stagione, prima che la Roma cedesse il calciatore alla Fiorentina, aveva ottenuto l'idoneità sportiva per il 2024-2025. Nelle risonanze magnetiche cardiologiche effettuate nella capitale italiana dal 2020, non è mai apparso niente di allarmante. Mentre i nuovi esami di secondo livello, successivi all’aritmia, avrebbero appunto evidenziato un’impronta all’altezza del ventricolo sinistro.
Edoardo Bove si affida ai medici. Tifa a distanza la sua squadra. Ma fuori dall'ospedale già si parla del suo futuro. Nel caso in cui emergesse una cardiomiopatia, scrive ancora la Gazzetta dello Sport, o nell’eventualità di un danno successivo a una miocardite, la prassi cardiologica impone l’uso di un defibrillatore di «prevenzione secondaria». Lo stesso defibrillatore sottocutaneo che fu inserito sottopelle a Christian Eriksen nel 2021. E che lo portarono, a causa delle stringenti regole italiane, lontano dalla Serie A.