Calcio

L'Europa bianconera in Skoda, da Pilsen a Mladá Boleslav

Sette anni dopo la dolorosa sconfitta contro il Viktoria, il Lugano è nuovamente di scena in Cechia per la seconda giornata di Conference League - A legare le due cittadine boeme è il marchio automobilistico - Nel 2017 c’erano pure Croci-Torti e Bottani, mentre Kubalik lasciava casa per Ambrì
Una veduta della Lokotrans Arena, lo "stadietto" del Mladá Boleslav. © Shutterstock
Massimo Solari
24.10.2024 06:00

Quello fra case automobilistiche e club sportivi è un legame storico. Fra i più radicati e costanti, soprattutto sul piano finanziario. Parlare di dipendenza non è esagerato, dal momento che non mancano le società controllate dai grandi marchi delle quattro ruote. L’esempio della Volkswagen e del Wolfsburg è sicuramente calzante, ma val la pena ricordare anche i binomi - passati e presenti - Fiat-Juventus, Peugeot-Sochaux, Mercedes-Stoccarda, o l’influenza della rilevata Audi in casa Bayern Monaco.

Mettere piede a Mladá Boleslav significa immergersi proprio in questo mondo. Sì, perché qui - a una cinquantina di chilometri da Praga - sorge la sede principale della Skoda. E nella località ceca che da ieri ospita l’FC Lugano, molto - davvero molto - ruota attorno alla verde freccia alata.

Datore di lavoro e sponsor

Inglobata dal gruppo VW nel 2000, l’azienda occupa circa un terzo della superficie della città. Complice la presenza degli stabilimenti di produzione, si stima che oltre 15.000 persone lavorino per Skoda a Mladá Boleslav. E incrociarne qualcuna per strada - con tute di diverso colore - è ricorrente. Il colosso automobilistico impiega numerosi stranieri: slovacchi, polacchi, moldavi e ucraini. Le molteplici agenzie di collocamento sparse per le vie del centro, non a caso, operano a pieno regime e fanno affaroni. È come se la Skoda rappresentasse una potente e irresistibile calamita. Un magnete, suggerivamo, che non smette di fornire energia vitale pure alle realtà sportive del posto.

Parliamo dello sponsor generale dell’avversario dei bianconeri in Conference League, così come del BK Mladá Boleslav, protagonista nel massimo campionato di hockey su ghiaccio. Il nome del suo stadio? ŠKO-ENERGO Aréna. Che la Skoda fosse nel destino del Lugano, comunque, lo si sarebbe potuto capire già nell’autunno del 2017. A unire il club ticinese e il marchio è un filo sottile, o meglio, una figura: Emil Skoda. Nato nel 1839, questo ingegnere e imprenditore trasformò una modesta officina in un vero e proprio conglomerato. La Skoda Works - inizialmente - si specializzò nella costruzione di armi, in buona parte destinate all’esercito austro-ungarico. Ma è da quel crogiolo della meccanica che, all’alba del XX secolo, prese vita e si sviluppò il ramo automobilistico. Ebbene, sapete da dove partì tutto e in quale luogo - dal 1900 - è seppellito Emil Skoda? Pilsen. Già, una delle rivali dei bianconeri in occasione della prima avventura in Europa League.

Il malore di Angelo Renzetti

Non parliamo di una rivale e di una partita qualunque. La trasferta ceca, andata in scena all’inizio di novembre di sette anni fa, ha per certi versi segnato le memorie continentali del Lugano. Con Pierluigi Tami in panchina e Mattia Croci-Torti nei panni dell’assistente, la squadra conobbe una sconfitta dolorosissima. E per più ragioni. Maturato nella quarta giornata del girone, il 4-1 a favore del Viktoria ridusse a un lumicino le speranze di accedere ai sedicesimi di finale del torneo. Non solo: il fatto che i bianconeri avrebbero poi chiuso a 9 punti, a -1 dalla Steaua Bucarest e a -3 dai cechi, rese quella sconfitta ancora più amara. A fare scalpore, allora, fu però anche quanto avvenne fuori dal rettangolo verde. Il presidente Angelo Renzetti non prese bene né il risultato, né alcune scelte dell’allenatore. «Vedere Bottani a fare il terzino mi ha fatto male fisicamente. È stata un scelta scandalosa». Ahia. Un attacco frontale, sì, rintuzzato alla bell’e meglio da Tami e che per «Angelone» si tradusse addirittura in un malore, con tanto di ricovero ospedaliero prima del rientro in Ticino.

I budget extra di Paolo Duca

Di quella spedizione sono rimasti il citato Bottani e, naturalmente, il Crus. Ponti verso un progetto sportivo nel frattempo diventato ancor più solido e ambizioso. Un po’ come l’Ambrì Piotta. Che cosa c’entrano i leventinesi? Beh, mentre il Lugano s’inchinava al Viktoria, nell’autunno del 2017 sempre a Pilsen i tifosi si godevano le ultime magie di Dominik Kubalik. Di lì a poco, l’attaccante e beniamino di casa sarebbe infatti stato prelevato dal club biancoblù, che lo aveva già messo sotto contratto per tre anni ma - complici altri quattro stranieri in rosa - era stato costretto a «parcheggiarlo» all’HC Skoda (ovviamente) Plzen.

La sosta, invero, fu breve. Perché l’Ambrì non ingranava. E così, da un scenario irrealistico si passò a un clamoroso regalo per il popolo leventinese in anticipo su Natale e pianificazione. «La situazione è cambiata. La dirigenza ha ritenuto opportuno fornire uno sforzo supplementare per poter contare su un giocatore che potesse dare un input a livello offenisvo. Ho quindi avuto a disposizione un piccolo budget extra e oggi Kubalik è ad Ambrì». Ieri come oggi, parole e musica del direttore sportivo Paolo Duca, dal quale - solo pochi mesi prima - la società aveva deciso di ripartire insieme a coach Luca Cereda. Ah, durante l’estate che precedette la stagione 2017-18 l’HCAP annunciò pure un accordo di sponsorizzazione con un nuovo «Automotive Partner» esclusivo. Disorientati dalla pubblicità occulta lungo le strade di Mladá Boleslav, vi lasciamo indovinare quale.

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