Sepp Blatter: «Quando si parla di falsità, bugie e truffa, non mi riconosco»
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Quasi tre anni dopo il loro proscioglimento in primo grado, l'ex presidente della Federazione internazionale di calcio (FIFA) Sepp Blatter e l'ex numero uno dell'Unione delle federazioni calcistiche europee (UEFA) Michel Platini sono comparsi oggi alla sbarra davanti alla Camera d'appello straordinaria del Tribunale penale federale (TPF) a Muttenz (BL), nel caso del pagamento milionario sospetto che ha distrutto la loro carriera nel 2015.
I dibattimenti si protrarranno fino a giovedì: la Corte giudica lo svizzero 88.enne e il 69.enne francese per i reati di truffa, gestione infedele, appropriazione indebita e falsità in documenti, per i quali rischiano cinque anni di reclusione. Il verdetto è atteso il prossimo 25 marzo.
I lavori hanno preso il via stamane con l'interrogatorio dell'ex presidente della FIFA: Blatter ha ribadito davanti ai giudici la sua innocenza, «quando si parla di falsità, bugie e truffa, non mi riconosco», ha affermato.
Oggetto del processo è un pagamento di 2 milioni di franchi che Platini ha ricevuto dalla FIFA nel 2011: secondo il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) i due dirigenti avrebbero concordato illegalmente questo versamento ai danni della Federazione internazionale di calcio. Platini aveva lavorato per Blatter come consulente tra il 1998 e il 2002, e stando a un contratto percepiva un salario versato dalla Federazione di 300mila franchi.
La procura ricorda che nel gennaio 2011, «più di otto anni dopo la fine della sua attività di consulente», Platini «aveva fatto valere un credito di 2 milioni di franchi» come resto del compenso per i servizi forniti. Il denaro era stato pagato dalla FIFA «con la collaborazione» di Blatter: concretamente - stando all'atto di accusa - gli sono state versate quattro tranche di 500mila franchi ciascuna.
L'accordo orale
Interpellato sui fatti, Blatter ha affermato: «mi considero un buon cittadino» e ha difeso il versamento milionario all'ex stella francese del calcio: il pagamento si basava su un accordo orale e su basi legittime. «Non ho nulla da nascondere», ha aggiunto il vallesano.
Il presidente della Corte d'appello straordinaria, Roland Hofmann, ha chiesto perché non fosse stato redatto un contratto scritto anche per questa parte del compenso. «Se Michel Platini mi dice che gli dobbiamo due milioni, glieli paghiamo; è andata proprio così», ha risposto Blatter. «Non posso dire che sia stato cattivo o arrogante, è semplicemente andata così», ha aggiunto.
Anche Platini, che ha seguito l'udienza in tedesco affiancato da un traduttore, ha difeso i due milioni di franchi fatturati in un secondo tempo per la sua attività di consulente. Ha precisato che avrebbe richiesto l'importo anche se Blatter non fosse più stato presidente della FIFA: dopo tutto era la Federazione e non lo svizzero a dovergli il denaro, ha affermato.
«Se la FIFA si fosse rifiutata di pagare, avrei avviato un procedimento legale - la parola data è vincolante!», ha aggiunto, chiarendo che Blatter gli aveva offerto un milione di franchi all'anno. Poi, a causa della cattiva situazione finanziaria della FIFA, gli aveva chiesto di accettare 300mila franchi, con l'impegno di corrispondergli l'importo promesso non appena la Federazione avesse avuto abbastanza soldi. «Sapevo che prima o poi la FIFA me lo avrebbe pagato».
In prima istanza il Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona, «in dubio pro reo», aveva assolto Blatter e Platini nel luglio 2022 dalle accuse di truffa, amministrazione infedele e falsità in documenti, ma il MPC, non convinto, ha presentato ricorso alla Corte d'appello del TPF.
I due imputati hanno affermato che in appello accetteranno solo una conferma dell'assoluzione: «se il processo dovesse avere esito negativo, dovrò raccogliere le energie, poi faremo ricorso», ha detto Blatter. Platini ha fatto sapere tramite il suo avvocato: «di negare completamente le accuse del Ministero pubblico della Confederazione».