Si salvi chi può, altro che suspense per il titolo

Ricordate la situazione a Natale? Si poteva ancora sognare, già. Perché a 24 anni di distanza dall’ultima volta, il Lugano si era laureato campione d’inverno della Super League. Eppure, più che la provvisoria e fragile leadership dei bianconeri, a prendersi la scena - anche al di fuori dei confini nazionali - era stato il clamoroso ed estremo equilibrio del massimo campionato. Un’incertezza che la classifica aveva tradotto in 4 miseri punti di scarto tra la prima e la sesta posizione. Non solo: l’inspiegabile ritardo accumulato dallo Young Boys, campione in carica, aveva a sua volta costituito un elemento destabilizzante.
Quindici turni più tardi, al termine della stagione regolare e dopo la scissione in due della graduatoria, il quadro appare decisamente più nitido. Perlomeno in vetta. Già, poiché il Basilea ha infine operato un cambio di passo, rendendo il ritmo insostenibile per quasi ogni concorrente. Merito di una difesa solidissima, delle pozioni magiche di Xherdan Shaqiri e, soprattutto, di cinque successi consecutivi che hanno permesso ai renani di creare un piccolo, grande vuoto. A separare la capolista dal Servette, prima inseguitrice, sono 6 punti. Non pochi, a maggior ragione considerato il calendario del girone per il titolo ufficializzato nelle scorse ore dalla Swiss Football League. Pronti, via, la volata conclusiva sarà infatti aperta dalla super sfida del St. Jakob-Park tra renani e granata. E, va da sé, una vittoria dei padroni di casa chiuderebbe anzitempo i giochi per la gloria.
Subito un crocevia
Di fatto, la Super League si ritrova nella stessa situazione della scorsa stagione. Un anno fa, per la precisione, la stagione regolare si era chiusa con l’YB primo a quota 65 punti e il Lugano staccato di 6 lunghezze. Peccato che il kappaò casalingo dei bianconeri contro il San Gallo e la vittoria dei gialloneri a Zurigo, in occasione della prima giornata del torneo per il titolo, avevano compromesso qualsivoglia esito incerto. Insomma, spetta al Servette provare a tenere vivo un campionato che - da oramai qualche settimana - sembra avere un solo padrone.
E il Lugano? Certo, pure gli uomini di Mattia Croci-Torti non possono fallire in entrata se vogliono rimanere aggrappati al miglior scenario possibile per quanto concerne l’accesso all’Europa. La rincorsa dei bianconeri, domenica 4 maggio, scatterà dalla swissporarena, dimora del Lucerna. Proprio la formazione allenata da Mario Frick, oggi, precede i ticinesi in classifica. E vincere, oltre che ridare slancio e fiducia a un gruppo uscito con le ossa rotte dal 33. turno, comporterebbe un importantissimo sorpasso all’altezza del 4. posto. Scivolare subito, al contrario, condannerebbe il Lugano alla quinta o addirittura alla sesta piazza, con tutte le conseguenze del caso per le aspirazioni internazionali del club.
La variabile Coppa Svizzera
Regolamento e parametri UEFA alla mano, la qualificazione alle competizioni europee spetta alle prime quattro classificate e alla vincitrice della Coppa Svizzera: le porte della Champions League si schiuderanno per il campione (dai playoff) e il suo vice (2. turno preliminare; quelle dell’Europa League per chi trionferà in Coppa (playoff) e la terza forza del torneo (2. turno preliminare); quelle della Conference per chi terminerà quarto (2. turno preliminare). Qualora Basilea o YB dovessero mettere le mani sulla Coppa, finendo al contempo nelle prime due posizioni in campionato, l’allettante playoff di Europa League sarebbe però garantito alla terza classificata in Super League. Ecco: al momento, tenuto conto dell’oggettiva involuzione sul piano del gioco e dei risultati, la massima ambizione del Lugano può essere questa. Dopo il fondamentale crocevia di Lucerna, gli errori contro Basilea (a Cornaredo), Servette (a Ginevra), Losanna (alla Tuilière) e Young Boys (in casa) dovranno tuttavia essere ridotti drasticamente.
Solo 19 punti su 45 contro le migliori
La lotta per il titolo e i piazzamenti europei, dicevamo, ripartirà da sei squadre. Tre di queste - lo Young Boys, il Servette e il Lugano - erano in corsa già la scorsa stagione. Rispetto al 2024, Lucerna e Losanna si sono invece regalate un finale di campionato decisamente più nobile e accattivante. Si tratta, nel complesso, di compagne di viaggio parecchio scomode per i bianconeri. Isolando i quindici incroci tra la formazione di Mattia Croci-Torti e le rivali in questione, a emergere è infatti un bilancio in chiara perdita. Dei 45 punti a disposizione, i ticinesi sono riusciti a incamerarne meno della metà: 19. In nessun caso, va da sé, il Lugano è stato capace di cogliere tre successi (o tre risultati positivi) in altrettanti scontri diretti. Va però precisato che con ciascun avversario è arrivata almeno una vittoria. Di più: il Lucerna - primo ostacolo esterno dei bianconeri il prossimo 4 maggio - è la sola compagine superata due volte su tre: dopo aver perso 3-2 a Cornaredo, in agosto, il Lugano si è imposto 4-1 alla swissporarena e poi 2-0 in casa. Contro il Basilea si registrano un successo (2-1 al St. Jakob in avvio di stagione), l’unico pareggio di questa mini-lega (2-2 a Cornaredo all’alba del girone di ritorno) e il recente kappaò per 2-0 che - di fatto - ha azzerato le residue velleità di titolo dei bianconeri. Al cospetto di Young Boys, Servette e Losanna, gli uomini del Crus non sono per contro andati oltre tre vittorie su nove incontri disputati. Uno per ciascun avversario e, guarda caso, tutti lungo il girone d’andata. Di qui l'urgenza d'invertire la tendenza
La variabile Zurigo
Detto di un titolo promesso al Basilea e di un puzzle continentale ancora da formare, la vera bagarre rischia comunque di scatenarsi in coda alla Super League. Zurigo e San Gallo sono tristi e però già al sicuro. Tra Sion (36 punti), Grasshopper (33), Yverdon (33) e il redivivo Winterthur (30), invece, si salvi chi può. Ciascuno dei cinque turni conclusivi offre uno scontro diretto, a partire dal derby tra «Winti» e GC. Ma a stare persino peggio sono l’Yverdon di Paolo Tramezzani e il Sion. Esiste poi un’altra variabile. Per quanto al riparo da brutte sorprese, lo Zurigo potrebbe avere un buon motivo - oltre alla mano pesante del ds Milos Malenovic - per impegnarsi a fondo sino al tramonto della stagione. Quale? Beh, spingere i cugini del Grasshopper verso il baratro della Challenge League, ovviamente. Chi chiude al 12. e ultimo rango, lo ricordiamo, lascerà il posto al Thun, oramai lanciato verso la promozione. O l’eterno incompiuto Aarau, o il sorprendente Étoile Carouge, vuole per contro far vedere i fantasmi alla penultima classificata nel delicatissimo spareggio di fine maggio.