Yverdon, ago della bilancia e specchio della stagione

Sono trascorsi cinque mesi dall’ultima sfida tra Lugano e Yverdon. Sono trascorsi cinque mesi anche dall’ultima, vera partita disputata da Ignacio Aliseda. Correva il 3 novembre, e per l’occasione i bianconeri avevano potuto festeggiare due volte: da un lato alla luce del 2-0 rifilato ai vodesi, grazie alle reti di Steffen e dello stesso «Nacho», dall’altro per l’aggancio in vetta alla classifica di Super League. Erano, quelli, giorni euforici, con la squadra praticamente al completo e Mattia Croci-Torti celebrato per essere diventato l’allenatore più vincente nella storia del club. La storia presente, purtroppo, racconta di un altro Lugano. E cioè di una formazione sempre più lontana dal vertice, una formazione precaria anche, che dopo averlo perso per tante, troppe partite, si aggrappa anche al fantasista argentino e al suo prossimo rientro per tornare a sentirsi viva. Allo Stade Municipal, dove domani sera va in scena il terzo e si spera ultimo incrocio stagionale, Aliseda comunque non ci sarà. Dopo la frustrante sconfitta subita contro la capolista Servette e a fronte di una graduatoria che solleva qualche preoccupazione, a non potersi permettere di crollare sarà il solito gruppo decimato. Rispetto alla gara con i granata, il Crus recupera Uran Bislimi ma perde Belhadj per una frattura alla tibia.
Rimembrando «Renacho»
Nel quadro del precedente vittorioso, suggerivamo, lo staff tecnico ragionava in termini di abbondanza. «Guidare il Lugano, quest’anno, non è così semplice» sottolineava Croci-Torti, impossibilitato di inserire sul foglio partita Brault-Guillard e Macek, e ciò nonostante l’assenza per malattia di Bislimi. Su quel successo, appunto, era stata impressa la firma di «Renacho», scritta nel frattempo sbiadita come le rispettive statistiche. Nel 2025, per dire, Steffen non ha ancora contabilizzato assist e reti in Super League. Subito dopo aver realizzato il 2-0 che aveva regolato l’Yverdon, Aliseda aveva invece subito il primo dei due gravi infortuni della sua stagione. Il secondo, lo ricordiamo, si era materializzato a inizio febbraio, al terzo spezzone di partita disputato nel girone di ritorno.
L’avversario sta (molto) meglio
Le parabole di coloro che rimangono pur sempre i «top-scorer», va da sé, stanno contribuendo al decrescendo bianconero. Così come la fragilità difensiva, oramai marchio di fabbrica del nuovo anno, la sterilità dell’attacco, l’affidabilità solo parziale delle seconde linee e - già citata - la terribile situazione sul piano degli infortuni. Ebbene, il primo incontro tra Lugano e Yverdon aveva sintetizzato le magagne stagionali in anticipo sul destino. Il 20 ottobre, al Municipal, i padroni di casa si erano imposti per 2-0, complici un rigore concesso per un fallo scellerato di Mahou e un autogol altrettanto infelice di El Wafi. Il Crus, privo degli infortunati Belhadj, Valenzuela, Vladi e Zanotti, li aveva definiti «due regali clamorosi», difendendo però l’atteggiamento della squadra. Davanti, dal 1’, era stato schierato Kacper Przybylko, mentre gli episodi - con un rigore netto negato a Steffen e riconosciuto solo a posteriori dal dipartimento arbitrale dell’ASF - avevano a loro volta giocato contro ai ticinesi. Si era solo alla decima giornata, vero, e però è possibile ritrovare tutti gli ingredienti della crisi attuale.
E a proposito di momento di forma. Il Lugano si appresta ad affrontare un avversario che è reduce da quattro risultati utili consecutivi e che nel 2025 non ha mai perso in casa, ottenendo tre successi e un pareggio. Non è più l’Yverdon di Alessandro Mangiarratti, ma è quello di Paolo Tramezzani e Antonio Marchesano. Nel girone di ritorno i vodesi hanno totalizzato 15 punti, uno in più dei bianconeri. E con la scissione della classifica dietro l’angolo, la sfida specchio della stagione rischia seriamente di trasformarsi in ago della bilancia.