Peter Mueller, il Forrest Gump biancoblù: «Vorrei continuare a correre in Svizzera»

Peter Mueller, barba incolta e capelli fluenti, ricorda vagamente il personaggio di Forrest Gump, quando per oltre tre anni decide di abbandonare tutto correndo per gli Stati Uniti. Anche il 35.enne del Minnesota, in 17 anni di carriera, di strada ne ha fatta parecchia. A Davos, con la maglia dell’Ambrì Piotta, l’ex Kloten ha tuttavia trovato il modo di vivere un’emozione inedita. Regalando ai biancoblù il primo successo in questa edizione della Coppa Spengler, siglando la rete del definitivo allungo sui finlandesi del KalPa Kuopio. «È incredibile, non trovo altre parole per descrivere ciò che sto sperimentando in questi giorni - commenta il diretto interessato, sorridendo sotto la folta barba -. Non ho mai vissuto nulla di simile prima d’ora. L’atmosfera in pista è pazzesca, e quando ho visto il mio tiro terminare la sua corsa in rete, scatenando il boato del pubblico, mi sono emozionato. Non scorderò mai la sensazione che ho provato». Grazie all’attaccante a stelle e strisce e a un gruppo riscopertosi più prolifico rispetto al match d’esordio contro i cechi del Pardubice, il club leventinese è così riuscito a far riecheggiare sotto il tetto dell’Eisstadion la prima «Montanara» di questa edizione del torneo grigionese. E ciò al netto delle tossine accumulate 24 ore prima. «Il nostro debutto non era stato malvagio, ma ci era mancato qualcosa per lasciare il ghiaccio con una vittoria. Abbiamo imparato la lezione e contro il KalPa non abbiamo commesso lo stesso errore». Svincolato da oltre un mese dopo la rescissione col Vitkovice, e aggregatosi all’Ambrì per rilanciare le sue quotazioni, Mueller sta attraversando una fase particolare della sua carriera. Il nativo di Bloomington la vive con filosofia. «In questo momento penso solo al presente, ad assaporare appieno questa avventura al fianco della mia famiglia. Sono grato all’HCAP per avermi dato l’opportunità di disputare questo torneo, che era finito sulla mia lista dei desideri sin dai tempi in cui giocavo per gli Aviatori. Sono conscio del fatto che il mio tempo in biancoblù scadrà al termine di questa esperienza, ma non voglio proiettarmi troppo in avanti. In merito al futuro della mia carriera posso solo dirti che, un po’ come Forrest - e tra l’altro nessuno mi aveva mai detto che gli assomiglio (ride, ndr) -, mi piacerebbe molto continuare a correre. Possibilmente in Svizzera».
«Qui mi diverto un mondo»
Tra i protagonisti del 5-3 sul KalPa, seppur in chiave negativa con un controllo errato all’origine del momentaneo 1-1 di Korhonen, anche il difensore finlandese Julius Honka si gode la prima Coppa Spengler della sua carriera nei panni del rinforzo. «Maledetto rimbalzo, mi ha tratto in inganno - ci dice ridacchiando l’ex Dallas Stars, con qualche dente mancante -. Al netto dell’episodio sfortunato, mi sto divertendo un mondo a Davos. A inizio stagione non avrei mai pensato di ritrovarmi qui con la maglia dell’Ambrì, ad affrontare e battere un club del mio Paese. Ma è successo (altra risata, ndr). Sinora la mia prima annata in Svizzera, tra Berna e Ginevra, è stata contraddistinta da alti e bassi, ma ultimamente con le Aquile le cose stanno andando meglio. Spero che questa esperienza possa sbloccarmi ulteriormente». Ad affiancarlo nel match di ieri è stato il connazionale Jesse Virtanen. «Che già conoscevo, perché in passato i nostri cammini si sono incrociati con la maglia della Nazionale - rivela Honka -. E poi nel 2022 ci eravamo affrontati nella finalissima della SHL, lui con il Färjestad e io con il Luleå. In quell’occasione fu Jesse a sollevare il trofeo. Stavolta speriamo di farcela insieme!».
Sempre nel reparto arretrato della squadra di Cereda, un altro debuttante alla kermesse davosiana sta dando il suo contributo alla causa biancoblù. Benoît Jecker, dopo aver vestito la maglia del Lugano per due stagioni tra il 2018 e il 2020, sta ora toccando con mano l’altro volto dell’hockey ticinese. Con quali sensazioni? «Tanta felicità e null’altro, sono friburghese e dunque il vostro derby lo avverto meno intensamente - ci dice il rinforzo giunto dalle rive della Sarina -. Per contro sono contentissimo di essere qui. Crescendo in Svizzera, da appassionato di hockey, l’ultima settimana dell’anno per me ha sempre fatto rima con la Spengler. Poterla finalmente disputare è un sogno che si avvera, e ringrazio l’Ambrì per questo».