Il personaggio

«Che fine farà l'organetto di Jörg? Sarà la famiglia a decidere»

Raffaele Petrelli, amministratore della pagina Facebook dedicata all'artista di strada più famoso del canton Ticino, ricorda l'amico recentemente scomparso – «Jörg ci ha insegnato che cosa è davvero importante nella vita»
© CdT / Archivio
Mattia Darni
15.10.2024 09:00

Più di 13.000: è il numero di «seguaci» che ha la pagina Facebook dedicata all'organettista più famoso di Lugano e del canton Ticino, Jörg Wolters, altrimenti detto «Barbarossa», morto negli scorsi giorni. «La creazione della pagina segue la spiacevole vicenda che aveva interessato Jörg nel dicembre del 2014 quando, impegnato a suonare in via Nassa a Lugano, in pieno periodo natalizio, era stato invitato ad andarsene dalla gerente di una boutique di lusso», esordisce il gestore Raffaele Petrelli. «A seguito dell'accaduto, gli dissi che poteva mettersi a suonare vicino alla mia bancarella e così fece. Mi accorsi allora che c'era molta gente che veniva a trovarlo e che avrebbe voluto avere informazioni riguardo alla sua attività e alla sua persona. Dopo una breve discussione , Jörg e io decidemmo pertanto di creare una pagina Facebook. All'inizio, quando gli feci la proposta, era titubante perché non era convinto di voler sbarcare su Internet. Gli chiesi allora come intendesse comunicare con la gente e riuscii a convincerlo. Stabilimmo però che fossi io a gestirla, ovviamente confrontandomi con lui prima di pubblicare qualsiasi cosa».

Proprio i social, nelle ore seguenti la morte del musicista, hanno attestato la simpatia e l'amore che un intero territorio nutriva nei confronti di Jörg. Tantissimi, infatti, i messaggi di cordoglio apparsi in rete, alcuni provenienti addirittura dal Giappone. «Non mi sorprende che Jörg godesse della stima di così tante persone», osserva il nostro interlocutore. «Del resto basta vedere quante interazioni generavano i post sulla pagina Facebook a lui dedicata».

Sin dagli esordi della pagina, Jörg aveva stabilito una politica chiara sui commenti. «Era un uomo riservato e quindi preferiva non rispondere alle persone che scrivevano sotto ai post», spiega Petrelli. La decisione di non rispondere ai messaggi va ricondotta però anche alla sensibilità dell'organettista. «I commenti erano molti e rispondere a tutti era impossibile. "Se rispondo a una persona, allora devo rispondere anche a tutte le altre", diceva sempre. Pertanto, per evitare di scontentare coloro che non avrebbero ricevuto un riscontro, preferiva non replicare a nessuno».

Da semplice amministratore della pagina Facebook, col tempo Raffaele Petrelli si è di fatto trasformato nel manager dell'amico. «È vero, Jörg mi chiese di fare da filtro alle varie proposte di lavoro che riceveva. Raccoglievo dunque le richieste, gliele sottoponevo e, in base alle indicazioni che mi dava, rispondevo ai diretti interessati».

Affinità di vedute

Quella tra Jörg e Raffaele è stata un'amicizia ventennale. «Ci siamo conosciuti sul lavoro, tra le vie di Lugano. Tutto è nato da uno sguardo, a cui ha fatto seguito una prima chiacchierata. Abbiamo così iniziato a frequentarci e pian piano è nata l'amicizia e un rapporto di reciproca fiducia». Fiducia testimoniata dal fatto che Jörg cominciò ad affidare a Raffaele una delle cose più importanti che aveva: il suo organetto. «Quando aveva bisogno di assentarsi un attimo, magari per andare a prendersi un bicchiere d'acqua dopo tante ore passate in piazza a suonare, gli custodivo lo strumento». Ad accomunare i due, lo stesso modo di intendere la vita. «Avevamo lo stesso modo di pensare. Sapeva quindi che si poteva confidare con me perché sarei stato in grado di capirlo».

Ora il compagno di avventure per oltre due decenni non c'è più, restano però i ricordi. Uno in particolare Raffaele Petrelli porterà per sempre nel suo cuore. «Ricordo che conservava nel suo organetto tutti i regali che gli facevo. Così facendo, quando girava per le piazze e le feste portava sempre una parte di me con sé. Sono queste cose semplici che ci fanno capire cosa è realmente importante nella vita. Jörg mi ha cioè insegnato un atteggiamento preciso nei confronti della vita.

Bambini con gli occhi spalancati e il sorriso sulle labbra

Nonostante fosse un personaggio conosciuto in Ticino e fosse sempre presente nelle piazze e nelle vie di Lugano così come a numerose feste popolari, Jörg era un uomo riservato che non amava rendere pubblica la propria sfera privata. «Amava la propria libertà e voleva evitare che essa potesse essere influenzata dagli altri», sottolinea Raffaele Petrelli.

Ma chi era Jörg? «Era innanzitutto un uomo buono che non voleva dare fastidio a nessuno e che voleva bene a tutti», racconta il nostro interlocutore. «Proprio per questo si metteva a suonare solo se in piazza o per le vie della città la situazione era tranquilla e la gente era intenta a rilassarsi. Se c'erano altri gruppi che suonavano o altri artisti di strada che si esibivano, preferiva spostarsi da un'altra parte perché non voleva interferire con le esibizioni dei "colleghi" e disturbarli. Grazie alla musica del suo organetto voleva poi aiutare le persone regalando loro un momento di spensieratezza e leggerezza: una sorta di pausa dallo stress della vita di tutti i giorni. Il suo obiettivo non era guadagnare soldi, bensì rendere felice la gente. Con il suo lavoro Jörg voleva insomma generare amore».

A impressionare Petrelli era soprattutto una capacità dell'amico. «Era incredibile come vedendolo e sentendolo suonare, i bambini rimanessero sempre incantati. Rimanevano impalati davanti al suo organetto con gli occhi spalancati e il sorriso sulle labbra. Ad affascinarli non era tanto la musica, quanto il personaggio. Jörg riusciva cioè a creare con i più piccoli un rapporto unico: era in sintonia con loro».

E adesso?

Come detto in apertura di articolo, sono oltre 13.000 i seguaci della pagina Facebook dedicata a Jörg. Per unire questa comunità nel ricordo dell'organettista, ci chiediamo allora se l'amministratore abbia pensato di organizzare qualcosa per commemorare l'artista. «Mi piacerebbe fare qualcosa, adesso è però ancora troppo presto per dire se ciò sarà possibile. Bisogna infatti rispettare il dolore dei familiari di Jörg. Quando i tempi saranno maturi, discuterò con loro del progetto e vedrò se sono d'accordo».

Prima di lasciare il nostro interlocutore, una domanda ci frulla ancora nella testa: adesso che fine farà l'organetto di Jörg? «La decisione spetta alla famiglia di Jörg, quindi, per ora, non sono in grado di rispondere», conclude Petrelli.

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