Cucine del San Carlo nel caos? «Sono solo voci incontrollate»
La risposta all’interrogazione della Sinistra Unita (primo firmatario Francesco Albi) è arrivata appena prima delle elezioni comunali, il 10 aprile. L’Esecutivo dell’epoca (oggi rinnovato per quattro settimi rispetto alla passata legislatura) era stato sollecitato con una serie di osservazioni che riguardavano le cucine dell’Istituto per anziani di Locarno San Carlo. Osservazioni pesanti, che riportavano fatti anche gravi come un «sospetto viavai di personale»: «Negli ultimi quattro anni almeno una dozzina di persone avrebbe lasciato l’ente e, in almeno un caso, a seguito di abusi e mobbing», ma anche un grande carico di lavoro che «costringerebbe le maestranze a presentarsi prima per poterlo completare».
«Collaborazione e ascolto»
Piccata la replica del Municipio, che chiariva subito come sia importante «evitare di dare credito a voci incontrollate, che spesso riflettono opinioni personali o vedute parziali della situazione». La risposta, pubblicata nella sezione «Interrogazioni» del sito della Città di Locarno, continua sottolineando come «Municipio, consiglio direttivo e direzione non hanno mai ricevuto alcuna segnalazione o denuncia per presunti casi di mobbing. Nemmeno la commissione interna del personale, presente all’istituto, ha ricevuto né inoltrato segnalazioni». Nel testo, poi, si ricorda che la realtà conta oltre 190 dipendenti (incluso chi è in formazione) e che «sia il consiglio direttivo, sia la direzione, hanno sempre affrontato situazioni del genere in modo tempestivo, serio e con un’ampia apertura al dialogo». Un approccio, questo, «riconosciuto anche dai partner sociali». «Contrariamente a quanto si vuole far credere, l’impostazione di conduzione ha da sempre promosso la collaborazione e l’ascolto, ponendo particolare attenzione alla crescita professionale di tutto il team. Ciò è stato appurato da valutazioni interne ed esterne. Quando e se necessario, il consiglio direttivo, congiuntamente alla direzione, agiscono e hanno sempre agito tempestivamente».
Un nuovo responsabile
Nella risposta il Municipio della Città sul Verbano si sofferma poi sull’arrivo di un nuovo responsabile di cucina nel 2018, il quale, tra le altre cose, ha contribuito a sviluppare la capacità produttiva e l’offerta ristorativa, assumendo «incarichi importanti a supporto della Città, come la preparazione di vari aperitivi al Locarno film festival, oltre alla fornitura quotidiana dei pasti a una cinquantina di bambini delle scuole elementari del quartiere di Solduno», ai quali si sono aggiunti altri 50 bimbi della scuola dell’infanzia San Francesco, che hanno dovuto abbandonare la sede per sei mesi a causa dei lavori di riparazione dei danni causati dalla grandinata di agosto. «Una risposta e una collaborazione attivate senza esitazione dall’istituto», aggiunge l’Esecutivo.
Il lavoro non manca
Insomma, una bella mole di lavoro sulle spalle delle 13 persone impiegate tra cucine e sala mensa del San Carlo, di cui tre in formazione in un percorso di apprendistato. Oltre a questi, solo un’altra persona è impiegata con un contratto a tempo determinato». A proposito del «sospetto viavai del personale», alla domanda su quanti siano coloro che hanno interrotto il rapporto con la struttura, nella reazione si legge come negli ultimi cinque anni ci siano stati due pensionamenti e un pre-pensionamento ordinario, mentre «quattro contratti a tempo determinato non sono stati confermati, una persona si è trasferita all’estero, tre contratti temporanei di sostituzione di un collaboratore in malattia sono arrivati a scadenza, tre collaboratori hanno accolto una nuova sfida professionale e c’è stato un solo accordo di uscita».
Rinnovo della fiducia
Un «accordo di uscita», come definito nel testo, «discusso e concordato con il sindacato. Negli ultimi cinque anni, poi, sono stati registrati altri tre accordi di uscita, considerando tutti i settori». La risposta si concentra anche sui due apprendisti che, a conclusione della formazione, hanno concordato un contratto a tempo determinato. Nessun dettaglio, però, sulle motivazioni relative all’apprendista allontanato (o che avrebbe voluto andarsene prima di terminare la formazione, stando alla sollecitazione di Albi): «Nel rispetto del segreto d’ufficio e della protezione dei dati personali, in virtù del fatto che la persona sarebbe facilmente riconoscibile, il Municipio non può entrare nel merito».