Il caso

Dai potenti della Terra a Biasca

Il noto architetto paesaggista Andreas Kipar è l’autore del manifesto, presentato al WEF di Davos, che favorisce l’integrazione del verde nella progettazione urbana - La sua impronta è evidente nelle nuove scuole Medie del Borgo con l’arboreto e non solo
Andreas Kipar. © LAND
Alan Del Don
06.03.2025 06:00

C’è una firma d’eccezione sulle nuove scuole Medie di Biasca da 90 milioni di franchi che verranno inaugurate nella primavera del 2032. È quella dell’architetto paesaggista Andreas Kipar, cofondatore e direttore creativo dello studio internazionale di architettura del paesaggio LAND (Landscape, Architecture, Nature, Development) con sede in diversi Paesi in Europa e nel mondo. Il quasi 65.enne nato a Gelsenkirchen, città nel cuore della Ruhr, regione nota per l’attività mineraria, lo scorso 22 gennaio al World Economic Forum di Davos ha presentato il «Nature-Factory Manifesto». Ossia? Far sì che la natura sia parte integrante della progettazione urbana così da consentire la rigenerazione dell’ecosistema e la conservazione della biodiversità. Secondo un rapporto, presentato proprio al WEF, «solo il 5% delle aziende influenti a livello globale ha una strategia focalizzata su di essa, mentre oltre l’80% si concentra sulla resilienza climatica».

Rafforzare le interazioni

I ghiacciai spariscono. Le temperature sono sempre più alte. Anche il livello dei mari si alza. Ed il maltempo provoca danni e, purtroppo, morte, come successo pure alle nostre latitudini in Vallemaggia ed in Mesolcina. Il riscaldamento globale non si può (più) disconoscere. LAND (con sede, a Sud delle Alpi, a Lugano) e Porsche Consulting (società di consulenza manageriale affiliata all’omonima casa automobilistica) hanno dunque elaborato una «visione strategica in grado di trasformare attivamente aziende e paesaggi, combinando la contabilità ambientale con strategie di sostenibilità che vanno oltre i numeri, concentrandosi maggiormente sulla conservazione della natura e sulla sua implementazione», si legge sul sito dell’azienda ticinese. Come si esplica tutto ciò nel futuro istituto di Biasca progettato dallo studio di architettura Campana Herrmann Pisoni di Ascona? Innanzitutto in un ripensamento degli spazi pubblici nell’interesse di tutti. Quelli aperti «saranno trasformati in aree di interconnessione stimolanti e in centri comunitari vivaci per rafforzare le interazioni ecologiche, sociali e culturali», viene evidenziato nella relazione allegata al progetto.

Spazio per sport e cultura

Nel «cuore» del nascituro campus (che, in prospettiva, vedrà altresì l’ammodernamento del Centro professionale tecnico) ci sarà il cosiddetto Arboreto della cultura. Un grande parco - percorribile a piedi o in bicicletta - che non solo collegherà le varie aree, ma è destinato a diventare «un nuovo polo identitario di riferimento. Da via Stefano Franscini questo spazio aperto lineare, sotto forma di isole piantumate in successione e aree ricreative e funzionali, costituisce l’asse principale del complesso». Ma non è tutto. E non potrebbe essere altrimenti, dato che l’idea vincente porta il nome de «La casa sull’albero».

Vi sono altri quattro elementi legati alla natura che caratterizzeranno l’infrastruttura del Borgo. Sono i seguenti, come riportato nel rapporto: «Una cornice lineare e ‘verde’ intorno al sito, che media verso il quartiere adiacente e integra i parcheggi inverditi; una grande area d’incontro e per eventi, che dispone sia di una zona ombreggiata (bosco urbano) che di una zona più soleggiata e può ospitare varie funzioni sportive e manifestazioni culturali legate al campus e al quartiere; un giardino botanico ad est del nuovo edificio per imparare e sperimentare nella natura con aule didattiche all’aperto; e, infine, un parco in connessione con gli elementi naturalistici adiacenti (biotopo) e dotato di una modellazione del terreno a colline che lo rende uno spazio giocoso e ricreativo per i più piccoli».

Sostenibilità e qualità di vita

Un comparto pertanto sostenibile, dall’elevata qualità di vita e con un ambiente più salubre grazie ai «corridoi di biodiversità» che permettono di mitigare le alte temperature e di ridurre l’inquinamento. Saranno delle Medie nel verde, insomma, come scrivevamo tre settimane fa. Le scuole - che accoglieranno 440 allievi suddivisi in 20 sezioni - potranno inoltre vantare, ricordiamo, una doppia palestra con sala fitness, la piscina, una mensa ed il centro giovanile. Il cantiere si aprirà nel 2029.

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