Politica

Finalmente approvato il Preventivo 2024 del Cantone

Dopo oltre due giorni di dibattito il Parlamento dà luce verde ai conti con 46 favorevoli, 36 contrari e 2 astenuti – Il deficit complessivo è di 130.8 milioni di franchi
©Chiara Zocchetti
Paolo Gianinazzi
07.02.2024 11:42

(Aggiornato) - Il «preventivo che non piace a nessuno», come è stato più volte definito, ha infine incassato il sì della maggioranza del Gran Consiglio. O, per dirla con le ironiche parole del deputato socialista Maurizio Canetta, «il triangolo, oggi, ha fatto quadrato». Già, perché dopo mesi di discussioni e dopo le lotte all’ultimo voto sugli emendamenti, l’intesa tra Lega, Centro e PLR sul primo pacchetto di misure di risparmio ha retto alla prova dell’aula. E il Ticino, con un paio di mesi di ritardo, ha dunque un suo Preventivo 2024. Un preventivo che dai 95,7 milioni di deficit inizialmente stimati dal Governo è sprofondato, misura più e misura meno, a 130,8 milioni di franchi. A un passo dal far scattare il meccanismo del freno ai disavanzi e quindi anche dall’aumento delle imposte.

Dopo ben oltre venti ore di dibattito spalmate su tre giorni, l’unico emendamento (del totale di 77) ad aver incassato il sì del plenum è stato quello che ha stralciato il contributo di solidarietà richiesto ai dipendenti pubblici. Per il resto, tutto si è svolto come da pronostico. Via, dunque, il taglio ai sussidi di cassa malati, mentre è rimasto il mancato riconoscimento del rincaro, così come è rimasta la non sostituzione dei partenti nell’amministrazione cantonale, compresi coloro che non sottostanno al cosiddetto «piano dei posti autorizzati», ossia i docenti cantonali. Senza dimenticare, ovviamente, le svariate misure di competenza del Consiglio di Stato che andranno a incidere su molti settori, tra cui le case per anziani, il trasporto pubblico oppure gli istituti sociali.

Gli ultimi «ostacoli»

La terza giornata di discussioni, ieri, si è concentrata sugli ultimi sette emendamenti rimasti sul tavolo. Quattro dei quali riguardavano proprio la non sostituzione dei partenti nella misura del 20%. Lega e l’UDC da una parte chiedevano di essere più incisivi su questo punto, mentre sul fronte opposto PS e MPS proponevano lo stralcio della misura. Misura che, tra l’altro, è stata criticata pure dal Governo, in quanto senza i necessari approfondimenti potrebbe portare a «disfunzioni operative». Ma soprattutto, come sottolineato da Marina Carobbio, perché tocca in particolare il settore della formazione. In questo senso diverse critiche sono giunte dai banchi del PS. Anche perché, come spiegato da Lisa Boscolo (PS), si stima che essa porterà alla non sostituzione di circa 60 docenti all’anno. Sia come sia, dopo la votazione eventuale sugli emendamenti, l’unico ad essere rimasto sul tavolo è stato proprio quello targato PS che mirava allo stralcio della misura. Dopo quasi un’ora e mezza di dibattito, esso è stato bocciato con 41 contrari e 29 favorevoli.

Uno dopo l’altro, sono poi stati bocciati anche i tre emendamenti proposti dall’UDC che, in sostanza, proponevano più incisività nel contenimento della spesa, in particolare riguardo al personale, ai beni e servizi e alle spese di trasferimento (sussidi). Si è quindi giunti al fatidico voto finale. Prima del quale, nelle consuete dichiarazioni di voto, il PLR ha preso nuovamente la parola per esprimere, tramite la capogruppo Alessandra Gianella, la propria delusione. «Votiamo questo preventivo turandoci il naso», ha affermato, «ma ci aspettiamo dal Governo un maggiore coinvolgimento» in vista del prossimo preventivo. Un Preventivo 2025 che, ha evidenziato Gianella, «sarà più difficile» da portare a casa.

Pesanti le critiche, invece, da parte del PS, con il co-presidente Fabrizio Sirica a parlare di «preventivo figlio di un’assenza di visione» e «rimasto sordo» dinanzi alle difficoltà della popolazione. A portare il sostegno all’unanimità del Centro è stato il capogruppo Maurizio Agustoni, chiedendo al plenum di «evitare catastrofismi».

Seppur non compatto al 100% (tra le fila del PLR Maderni e Genini hanno bocciato il documento), il voto del «triangolo» formato da Lega, Centro e PLR con 46 voti favorevoli (contro i 36 di tutte le altre forze politiche) ha permesso di dare luce verde ai conti 2024.

Non è certo finita qui

Finita qui? Certo che no. Sempre nell’aula di Gran Consiglio, ieri, sono stati evocati tre elementi che, con certezza quasi matematica, continueranno a far discutere la politica riguardo alle finanze cantonali.

Partiamo dal più vicino in ordine di tempo: il referendum contro la riforma tributaria recentemente approvata dal Gran Consiglio. Al centro del contendere, tra le varie misure non contestate della riforma, c’è lo sgravio dell’imposta sul reddito per le persone benestanti. Uno sgravio da sempre e più volte condannato da parte del fronte progressista e contro il quale sono già state raccolte oltre 10 mila firme (ne bastavano 7 mila). La consegna ufficiale delle sottoscrizioni in Cancelleria è prevista proprio venerdì mattina con la prospettiva del voto popolare, ancora da confermare, per il mese di giugno.

Il secondo elemento, in ordine di tempo, riguarda lo sciopero dei dipendenti pubblici già agendato per il 29 febbraio. In una nota diramata poco dopo il voto sul preventivo, infatti, il sindacato OCST – dichiarandosi deluso e preoccupato in particolare per il mancato riconoscimento dei rincaro e per la misura della non sostituzione dei partenti – ha confermato la «giornata di mobilitazione» prevista a fine mese. Un invito allo sciopero è stato poi fatto direttamente in aula anche da parte del deputato dell’MPS Matteo Pronzini. E, poco dopo, è arrivata anche la conferma del sindacato VPOD, il quale in una nota ha dichiarato che di fronte alla «scelte scellerate del Parlamento» lo sciopero del 29 febbraio «è mantenuto».

Il terzo elemento, infine, riguarda una proposta più sul medio e lungo termine, che da sempre è stata sostenuta dal Centro. Dopo il voto sul preventivo, infatti, il Gran Consiglio a larga maggioranza ha dato via libera a un’iniziativa parlamentare – presentata a nome della Gestione da Alessandra Gianella del PLR, Maurizio Agustoni del Centro e Omar Balli della Lega – volta a far svolgere da uno o più enti esterni (in collaborazione con il Governo, la Gestione e l’amministrazione cantonale) un’approfondita analisi della spesa pubblica. E qui, i toni tra i tre gruppi parlamentari di Lega, Centro e PLR sono stati ben più concilianti. Critiche sono giunte dall’UDC (che ha definito l’iniziativa un «esercizio alibi per decidere di non decidere») e dai Verdi (che chiedevano più attenzione per la transizione ecologica). Qualche riserva è stata poi espressa pure dal PS (che ha sostenuto l’iniziativa, ma ribadendo che il suo approccio sarà critico). Come detto, però, i tre partiti che hanno sostenuto il preventivo hanno ribadito la necessità di questo strumento. Già, perché come sottolineato da Agustoni e Gianella, i tre giorni di dibattito sul Preventivo 2024 hanno ben mostrato quanto l’aiuto di un ente esterno potrà essere utile per trovare le convergenze necessarie per riequilibrare la spesa sul medio e lungo termine. «Abbiamo visto tutti le difficoltà che abbiamo avuto in questi mesi nel discutere il preventivo. Ora mettiamo un punto e andiamo a capo, provando a ripartire. L’ampio consenso su questa iniziativa è di buon auspicio», ha affermato Gianella. «Questi tre giorni di dibattito ci hanno insegnato che è davvero tempo di intraprendere questo passo, per il bene delle finanze, ma soprattutto per il bene della cittadinanza», ha invece evidenziato Agustoni.

In tutto ciò non va poi dimenticato l’elefante nella stanza. Il Preventivo 2025, che con ogni probabilità sarà ben più impegnativo di quello appena approvato. Come dire: finito il primo tempo, inizia già il secondo.

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