Il porto «formato ridotto» di Gambarogno andrà al voto in autunno
Il porto del Gambarogno è a un punto di «non ritorno». Dopo vent’anni di discussioni, infatti, sarà inaugurato nel 2026, promette il sindaco Gianluigi Della Santa. Anche se ci sarà un ultimo scoglio rappresentato dal sorpasso della spesa, che nonostante le varie limature non è stato proprio possibile evitare. In autunno ci sarà il voto del Consiglio comunale: il costo totale dell’opera è passato da 19 a 22 milioni. «Un aumento dovuto al rincaro delle materie prime», spiega Della Santa al Corriere del Ticino. «Ma si tratta di un investimento destinato a rendere: 280 posti barca molto ambiti. Abbiamo già parecchie prenotazioni». I lavori, dice il nostro interlocutore, procedono come da programma. «Al momento, l’infrastruttura subacquea è stata realizzata e ora ci stiamo occupando dei frangiflutti, enormi corpi di cemento armato che andranno a formare tutto il perimetro del porto». Una fase che terminerà tra circa un anno e che permetterà di passare alle «opere a terra». Fra l’altro, sono proprio queste ad aver subìto un ridimensionamento. «Forse è meglio così, l’aver ricalibrato il progetto potrebbe aver permesso di evitare una sindrome da gigantismo», sottolinea il 58.enne. Le modifiche riguardano la dimensione del ristorante (un solo piano anziché due) e dell’autosilo. «Ci sarà soltanto un ampio posteggio a cielo aperto». Piccoli ripensamenti, dunque, che hanno permesso di tagliare dallo scontrino almeno tre milioni.
«Ma non si tratta di speculazioni o banali esercizi di risparmio. Anzi. Posso tranquillamente dire che l’esercizio è stato di mantere un alto livello di qualità. D’altra parte, se avessimo seguito il piano originale, avremmo dovuto affrontare una spesa di 25 o 26 milioni, una cifra che il Municipio non era disposto a sostenere. Oltre all’aumento dei costi dovuto all’aumento del prezzo delle materie prime, abbiamo incontrato alcuni imprevisti nel corso delle prime fasi subacquee. La posa dei casseri si è rivelata difficile e con qualche imprevisto».
«Fiore all’occhiello»
Della Santa immagina poi un futuro in cui l’opera, ormai conclusa dopo un iter molto complesso, «un fiore all’occhiello. Il Gambarogno aveva davvero bisogno di qualcosa di attrattivo e di qualità. Proprio per questo dico che si tratta di un investimento che renderà. A differenza di quanto avviene di solito quando si fanno investimenti a livello comunali, questo porterà liquidità nelle casse del Comune».
Secondo il nostro interlocutore, i posti barca sono ambiti. E chi li cerca è disposto a spendere. «I canoni che riscuoteremo saranno importanti. Alla fine, l’obiettivo è portare qualcosa alle finanze del Comune, Comune che fra l’altro non ha una grande forza finanziaria. Credo che dopo l’inaugurazione, poco a poco lo riempiremo e anche chi ha avuto voci dissidenti si renderà conto che è stata una scelta proficua».
Si parlava di gigantismo. O, meglio, di strutture sovradimensionate. «Sì, penso che siamo riusciti a evitare questo rischio. La struttura che porteremo in Consiglio comunale è la soluzione migliore. Da una parte risparmiamo ma dall’altra realizziamo quel che, forse, avremmo dovuto pensare sin dall’inizio».
Una lunga storia
Il progetto del porto del Gambarogno, come detto, risale a molto prima dell’aggregazione. Un processo complicato e tortuoso, con un primo credito votato dal Consiglio comunale di 14 milioni, poi un secondo di altri cinque «e oggi arriveremo di nuovo a chiederne un altro», conclude il sindaco. «Ma ne vale la pena, è un punto di non ritorno che porterà soltanto benefici».