«La mia faccia in tutta la città, per una nuova idea di cucina»

Nelle ultime settimane, a Locarno, è impossibile da evitare. Il suo sguardo, che punta dritto verso l’obiettivo, sembra seguire chi esce di casa, prende l’autobus o il treno per andare al lavoro, oppure svolta l’angolo alla guida della propria vettura. A qualsiasi ora, del giorno o della notte, lui è lì. Ci mancherebbe trovarlo pure dentro la dispensa. O nel frigorifero. «Torno in campo. Con altri colori», afferma con aria di sfida. E per fortuna che le elezioni comunali sono passate da un pezzo, perché potrebbe essere scambiato per un candidato. In realtà, è lo chef Davide Asietti il quale, con il suo volto rassicurante, la «poltrona» non la vuole, ma la offre. Centodieci, per essere precisi (più altre 170 fuori e trenta nella saletta privata). Nel suo ristorante, ovviamente: il Campofelice a Tenero.
«Cartellone d’impatto»
Da questo nome deriva il gioco di parole del suo motto in stile sportivo, riprodotto in tutti i formati e dimensioni nelle decine di manifesti sparpagliati in ogni dove. «Appena conclusa l’esperienza di Winterland-Locarno, come responsabile del fondue chalet, mi sono buttato in questa nuova esperienza. Era il 7 gennaio e l’evento che ha animato piazza Grande per due mesi era appena terminato», racconta il 47.enne al Corriere del Ticino. «L’idea del cartellone mi è venuta in mente dalla sera alla mattina, parlando con il responsabile della promozione. Penso che molte persone siano rimaste incuriosite. Di solito, siamo abituati a vedere le foto dei piatti. O, al limite, gli esterni. Che però non rendono, non vogliono dire gran che».


«Una squadra fantastica»
Da qui, la decisione drastica: «Metterci la faccia. Infatti siamo riusciti a creare una connessione con il pubblico. In molti confidano di essere passati per avermi visto nelle affissioni, le quali si estendono fino al quartiere di Locarno-Piano di Magadino».
Il nostro interlocutore racconta i suoi primi passi in questo ambiente: «Ho conosciuto una squadra fantastica, composta da persone appassionate con le quali si lavora volentieri. Insieme, stiamo portando avanti una serie di discorsi innovativi, che spero possano contribuire al successo dell’attività e alla soddisfazione della clientela», afferma guardandosi in giro soddisfatto. Il momento è piuttosto tranquillo e gli ultimi ospiti - tra cui varie famiglie - salutano il cuoco uscendo dal locale dopo aver concluso il pranzo.
La filosofia dei quattro elementi
Il verde della vegetazione all’esterno (e c’è chi si è piazzato al sole sulla terrazza, gustandosi il primo tepore che annuncia la primavera) si riverbera nella sala. Al centro - in un gioco di continuità - una vetrata (una «vasca» com’è descritta nella carta ai tavoli) collegata al lucernario contiene una base di terriccio e piante rampicanti, una trovata scenografica che si abbina al concetto dei «quattro elementi» - acqua, terra, fuoco e aria - alla base del menu prettamente mediterraneo con cenni di cucina del posto.
« Siamo vicino a un campeggio, quindi dobbiamo soddisfare una vasta gamma di gusti in fatto di cibo. Utilizziamo molti prodotti a chilometro zero per valorizzare la zona e abbiamo sviluppato delle proposte che combinano tradizione e innovazione, offrendo sapori semplici ma raffinati, che rispettano la stagionalità e la qualità delle materie prime», riprende ancora Asietti.
Mille scoperte in viaggio
Mentre il personale sistema, pulisce e riapparecchia, un oblò dalla forma quadrata rivela - oltre la porta automatica - la cucina, moderna e pulitissima come il resto della struttura, tra l’altro di recente rinnovata anche all’esterno.
«Gli ingredienti che scelgo sono influenzati dalle mie esperienze ai fornelli in giro per il globo, alla scoperta di culture e aromi. Nelle ricette si sente la crescita sia personale sia professionale compiuta attraversando il Sud-Est asiatico: Malaysia, Indonesia, Tailandia, Vietnam. Ma anche Nuova Zelanda, Australia, Messico e i paesi del Medioriente: Giordania, Siria, Arabia Saudita, Qatar e Yemen. Posti che mi hanno dato tanto. Dove si usano le spezie, le leguminose, dove si preparano pietanze vegetariane. Mi si era aperto un mondo che voglio rivelare anche a chi mi visita, come se fosse un viaggio». Una nuova idea di cucina.