«Non so quando rientrerò nella casa da cui sono fuggito»
«Si vive un po’ così, perché non sai quando potrai fare rientro nella tua abitazione». Sguardo fisso. Voce sicura. Pietro, come lo chiameremo, è uno dei 15 sfollati di Sorte, la frazione di Lostallo spazzata via dal nubifragio di undici giorni fa. Fortunatamente ha trovato un tetto da parenti, subito la sera stessa del maltempo, venerdì 21 giugno. «Alle 19.15 ho capito che qualcosa non andava. Poi ho sentito un rumore fortissimo, un boato. Nello spazio di venti minuti tutto è finito. Non avevo mai visto e vissuto una situazione simile, così grave», afferma il nostro interlocutore. Da allora ha potuto fare una toccata e fuga nella sua casa soltanto per prendere gli effetti personali e i vestiti per cambiarsi.
Il Consiglio di Stato sul posto
Ora attende notizie dalle autorità. Da Coira. Il Governo, che ieri ha fatto un sopralluogo a Sorte, farà il punto oggi con la stampa. «Non pretendo, ovvio, che mi venga indicata una data precisa. Ma almeno il periodo. Vorrei sapere se la lontananza da casa durerà settimane o, addirittura, mesi. In quel caso dovrei cercarmi un appartamento, non posso chiedere ospitalità ai parenti per un lasso di tempo così prolungato», ci spiega. Aggiungendo che gli altri sfollati, nella drammaticità di quanto accaduto, stanno vivendo bene la situazione di emergenza: «L’alluvione del 1978, purtroppo, qualcosa ci ha insegnato».
«Nessuno se ne andrà»
Non c’è il timore che qualcuno, per paura, possa non voler più tornare a casa, in quella casa? «Non credo. Viviamo in un paese di montagna. Eventi simili possono accadere. Dobbiamo convivere con le bizze della natura. Lo facevano i nostri nonni in passato, lo facciamo ancor di più noi oggi, alla luce del cambiamento climatico», ci spiega un ex politico. Lostallo è un paese ferito. I danni del nubifragio, secondo una prima stima, ammontano a 38 milioni. Ma i quasi 900 abitanti hanno la tempra dura. Non hanno intenzione di mollare. Non lo faranno.
Lo si deve a chi non c’è più
Si rialzeranno. Lo devono anche e soprattutto a coloro che, purtroppo, a seguito del maltempo hanno perso la vita: l’ex municipale di 83 anni (i cui funerali si sono svolti sabato) e, forse, la 53.enne dispersa dalla sera della tragedia. La salma rinvenuta giovedì nel fiume Moesa potrebbe essere la sua. L’identificazione è tuttora in corso. Non ci sono oramai più speranze di ritrovare vivo il marito, di 57 anni, le cui ricerche si sono concentrate negli ultimi giorni lungo la Moesa ed il Ticino in collaborazione con i sommozzatori della Polizia lacuale ticinese.
TIR, ridotto il divieto notturno
L’Ufficio federale delle strade ha deciso: dopo il disastro causato dal maltempo in Mesolcina e sull’A13 - chiusa completamente al traffico a seguito del crollo di circa 200 metri fra Lostallo e Mesocco: dovrebbe riaprire da giovedì - i mezzi pesanti potranno godere di una riduzione al divieto notturno di circolazione sull’A2, con l’obiettivo di permettere un utilizzo «più affidabile possibile» del tratto autostradale. Ai camion fermi, in particolare, verrà concesso di riprendere il proprio viaggio un’ora prima, alle 4, così da ridurre il volume delle colonne.