Né specchi d'acqua né la Nuvola né tetti volanti, ma farà meno caldo

«Quando il caldo impazza c’è solo sole in piazza», titolavamo un articolo online del 13 agosto scorso. In quei giorni il Ticino boccheggiava dopo settimane di canicola. I bellinzonesi, di sicuro, non cercavano sollievo dall’afa in piazza del Sole, avvolta da una cappa di calore pazzesca. Ma da questa estate si cambia. I Servizi urbani della Città hanno elaborato un progetto che «porterà un po’ di verde in quello spazio di passaggio grazie a un arredo urbano modulabile e trasferibile, studiato per offrire nuove opportunità di aggregazione senza interferire con la struttura e l’estetica» dell’agorà per antonomasia della capitale. La novità sarà soggetta ad un periodo di prova che si concluderà il 31 ottobre; dopodiché verrà stilato un bilancio e fatte le valutazioni del caso per capire se riproporla oppure no.
Fra panchine ed alberghi
È da più di quarant’anni - da quando cioè il compianto architetto Livio Vacchini presentò il primo progetto per la rivalorizzazione dello spazio - che si parla di come «sfruttare» questo luogo dal «potenziale innegabile», come ribadisce il Municipio nella nota diffusa oggi. Un’area che, all’inizio degli anni Ottanta, era ancora un parcheggio; allora si ipotizzavano due grandi specchi d’acqua ed altrettante lunghe panchine in granito. Non solo. S’immaginava inoltre la posa di una serie di alberi in grandi vasi di gneiss. Poi però nel 1997 il gruppo PPD in Consiglio comunale inoltrò una mozione che in sostanza chiedeva di eliminare l’arredo urbano preconizzato.
Da un lato per motivi di risparmio, dall’altro per non pregiudicare l’utilizzo della piazza quale epicentro di eventi. E alla fine degli anni Novanta i bellinzonesi si recarono persino alle urne per esprimersi sulla pavimentazione: prevalse il calcestruzzo (con inserti di gneiss) sulle lastre di granito. Fecero seguito diversi progetti (come il centro commerciale, congressuale e alberghiero da 80 milioni della Migros, l’hotel da 13 milioni, l’avveniristico «Flying Roof», ossia un tetto... volante per coprire l’agorà, e l’effimera installazione artistica «Nuvola piovasca» che ha rigenerato i bellinzonesi nel 2019) e, soprattutto, il tema è tornato più volte al centro del dibattito politico. Ricordiamo, in questo senso, la richiesta di Alessandro Lucchini (Unità di sinistra) di dar vita ad un salotto a cielo aperto.

Sostare in centro
Ed ora ecco «SoStare al Sole», l’idea concepita dall’Esecutivo e sviluppata dai Servizi urbani per rendere «più animata e accogliente, dinamica e multifunzionale» lo slargo in centro. Si colgono due piccioni con una fava. Da un lato si posa un arredo provvisorio ed amovibile e, dall’altro, non si preclude l’utilizzo di piazza del Sole per manifestazioni come il 1. agosto. «L’iniziativa, che coniuga design, funzionalità e rispetto per il contesto urbano, rappresenta un importante passo avanti per la città, offrendo a residenti e visitatori un luogo accogliente in cui sostare, socializzare e godere della piazza in modo nuovo e sostenibile», rileva il consesso guidato dal sindaco Mario Branda.
Commercianti contenti
Ma come si presenterà fra un paio di mesi? Come la vedete nel rendering che vi proponiamo appena qui sopra. Degli alberi in vaso per garantire un po’ d’ombra e delle postazioni per sedersi. Che, dopo il periodo di prova, potrebbero trovare casa nella zona dello skatepark, al Parco urbano o in via Roggia dei Mulini (dietro la casa anziani comunale). Manca solo una mescita, ma ovviamente non si è voluto fare concorrenza ai bar e ai negozi nei dintorni. L’idea piace alla Società dei commercianti, sia al comitato sia ai soci riunitisi in assemblea (cfr. il CdT dell’8 aprile), durante la quale è stata illustrata dal vicesindaco Fabio Käppeli. «Si valuterà pure l’ipotesi di mantenere le strutture (o parte di esse) in piazza del Sole durante gli eventi, in accordo con gli organizzatori, così come di considerare l’eventuale riutilizzo delle strutture o parte di esse nel corso delle festività natalizie», precisa il Municipio cittadino.
Detto, fatto, insomma. Rispondendo un anno fa ad un’interrogazione di Sara Nisi (Verdi-FA-Indipendenti) l’Esecutivo non aveva infatti escluso di prendere in considerazione un eventuale adattamento dell’agorà, e di altri spazi di aggregazione nel salotto buono, alla luce dei cambiamenti climatici. E nel rispetto del verde e della biodiversità.