L'iniziativa

Nel Gambarogno c’è Habitat e l’albergo diventa «verde»

La sponda sinistra del Lago Maggiore si arricchisce di un progetto immobiliare «visionario e rivoluzionario» Il promotore, Elia Frapolli: «Dopo anni di studi e ricerche posiamo la prima pietra, l’obiettivo è aprire per la prossima Pasqua»
Elia Frapolli, promotore di «Habitat Lago Maggiore», 43 anni; sullo sfondo, l'interno di una delle camere e, in primo piano, l'esterno di uno dei moduli indipendenti e immersi nel verde, che offrono un panorama del lago e delle valli attorno a Locarno
Jona Mantovan
21.05.2024 06:00

Elia Frapolli, consulente turistico, ha scelto il luogo giusto per costruire la casa dove intende vivere stabilmente con la famiglia: un terreno sulla collina a Piazzogna, un’area abbracciata dal bosco e dal verde. Ma non solo. Il 43.enne, infatti, si prepara ad aggiungere un «cappello» da albergatore sulla sua testa. Lo ha spiegato nella presentazione organizzata in occasione della posa della prima pietra, mercoledì scorso: «Si chiama “Habitat Lago Maggiore” e aprirà la prossima Pasqua. È una sorta di albergo diffuso, i cui alloggi sono piccole casette indipendenti realizzate in legno, con ampie finestre che danno sul panorama verso Locarno». Mentre il blocco centrale con l’abitazione vera e propria sarà ai piedi della collina, incastonato in quella che una volta era una piccola cava nella quale gli abitanti del luogo ricavavano il materiale per realizzare i muri a secco nei dintorni.

Turismo «garbato»

Un investimento di alcuni milioni (a occhio attorno ai quattro, cinque) per una visione premiata con il riconoscimento «Hotel Innovation Award 2022». Secondo il promotore, «il Gambarogno è una regione bellissima, con un potenziale turistico enorme».

Sette camere in totale, indipendenti e dotate ognuna di una piccola cucina, sparpagliate in mezzo al verde ma collegate tra loro da piccoli sentieri. Una struttura non «aggressiva» dal punto di vista della quantità di volume edificato, che potrebbe ospitare fino a una quindicina di persone alla volta e dare lavoro a tre, quattro persone «a dipendendenza del momento nella stagione».

Un turismo «garbato», insomma, come l’ha descritto l’architetto, Christian Rivola: «La pressione urbanistica è sempre più rivolta all’edilizia di massa, ma noi abbiamo deciso di adottare un approccio attento al contesto, preservando l’identità del luogo e le sue caratteristiche morfologiche. Anche la scelta dei materiali ha riflettuto questa analisi», ha ribadito il 51.enne.

Rinnovo rapido e comodo

Anche i moduli abitativi, che saranno consegnati sul posto precostruiti, rappresentano un’innovazione destinata a «fare scuola». Il loro ciclo di vita è garantito per almeno una trentina d’anni, «ma nel caso in cui si voglia rinnovare o adeguare gli spazi, questi possono essere facilmente rimossi dalla loro sede e sostituiti altrettanto rapidamente di quando erano stati installati. Riflettere sul tema della reversibilità di un progetto è stato interessante, perché non è il caso per la stragrande maggioranza dei progetti».

All’evento pubblico era presente anche Fabio Bonetti, direttore dell’Organizzazione turistica Lago Maggiore e Valli, che ha evidenziato come «il Gambarogno rappresenta un punto strategico per esplorare l’intera regione. E l’ospite di oggi cerca un’opzione che bilanci il comfort dell’albergo con la praticità e flessibilità di un appartamento», ha ribadito il 57.enne.

Soddisfatto anche il sindaco, Gianluigi Della Santa, che riavvolge il nastro del tempo di qualche anno, quando la proposta era arrivata sulla sua scrivania.

Questa parte del Ticino è bellissima, ha pure un potenziale turistico molto grande e ancora poco sfruttato
Elia Frapolli 43 anni, promotore di «Habitat Lago Maggiore»

La filosofia del territorio

«Quando l’ho visto, ho subito pensato “È troppo bello per essere vero”. Sembrava quasi impossibile che qualcuno potesse credere in un progetto tanto particolare. Però la domanda di costruzione è poi arrivata. Ho capito che, finalmente, possiamo contare su un’offerta che vuole identificarsi con la filosofia dell’ospitalità del Gambarogno. Legata al territorio, al verde, alla natura, alla mentalità del “chilometro zero”, alle nostre spiagge», ha elencato il 58.enne.

Una regione che guarda avanti

«Questa iniziativa è una sorta di compromesso tra l’infrastruttura alberghiera e la residenza secondaria, una soluzione che sarà sempre più ricercato perché il turismo contemporaneo ha raggiunto una certa saturazione».

L’idea di Frapolli è un altro punto che si porta a casa il comune sulla sponda sinistra del Verbano. «Sì, mai come oggi abbiamo guardato avanti. Abbiamo in cantiere il nuovo porto, un’infrastruttura molto importante con annesso ristorante. Nel 2026, sarà l’occasione per festeggiare i 200 anni del porto di Magadino e vorremmo organizzare una serie di eventi importanti per farci conoscere anche al di fuori dei confini cantonale nazionali».

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