L'iniziativa

Noè Ponti ritorna sui banchi e dà una mano con i compiti

Il campione locarnese, primatista mondiale nello stile delfino, visita le elementari frequentate oltre 15 anni fa: «È bello condividere una giornata con le nuove generazioni facendo sport, anche se mi hanno rivolto moltissime domande»
Un momento della speciale sfida a squadre, con Noè Ponti e i monitori impegnati nel progetto «Champions-Studio e sport» © CdT/Chiara Zocchetti
Jona Mantovan
17.04.2025 06:00

«Sto preparando una merenda sana, con tanta frutta: mele e pere per tutta la classe». Il mercoledì pomeriggio a Cadepezzo, presso l’Istituto scolastico del Gambarogno, non è uno qualsiasi. Alla postazione di lavoro della mensa c’è infatti un ospite speciale: Noè Ponti. Proprio lui, il campione locarnese specializzato nel nuoto stile delfino, vincitore di tre ori europei e altrettanti mondiali, oltre che detentore di due primati internazionali. Il quale, dopo 15 anni, torna sui banchi. Questa volta, però, è per dare una mano alle nuove generazioni a fare i compiti. «Sì, è un po’ strano mettere di nuovo piede in questo ambiente, dopo tanto tempo», ribadisce al Corriere del Ticino. «Però è bello condividere una giornata con loro, sono contento».

«Ma quanto guadagni?»

Il gruppetto, seguito dai monitori di «Champions - Studio e sport» - l’ente organizzatore di queste due ore d’accompagnamento e che intenderebbe proporre appuntamenti simili dalla cadenza settimanale sempre in questa sede, al pari di altri in Svizzera - ha la possibilità di rivolgere alcune domande all’atleta. Le mani si levano tutte all’improvviso. «Hai una ragazza?», chiede qualcuno dal fondo dell’aula. «Ehm, forse?». «Quanto guadagni?», dice un’altra voce. «Meno di un calciatore», risponde con un sorriso più naturale e privo di imbarazzo. E poi: «Quanti anni hai?», «Ventitré. Tra un mese e mezzo, ventiquattro». «Quanto sei alto?». «Un metro e 92». «Me ne hanno rivolte davvero tante», confessa Ponti al termine della sessione. «La più difficile? Il mio colore preferito. Non sapevo proprio che rispondere... io ho un colore preferito? Non lo so, forse il blu», esclama.

L’idea dei promotori sarebbe formare animatori d’attività riconoscendo loro anche un compenso

Ci si sposta verso la palestra

L’attività è seguita anche dalla municipale responsabile del dicastero Educazione, Tamara Piazza: «È una bellissima occasione per bambine e bambini», afferma la 53.enne. «Anche se Noè è cresciuto e vive sempre qui nella regione, è fantastico poterlo invitare nella stessa scuola dove lui ha iniziato. D’altronde, mi sembra che se la stia cavando proprio bene». Intanto, però, la combriccola si sta spostando verso la palestra. Adesso è ora di giocare. Anche il direttore, Stefano Bello, esprime soddisfazione: «Ha un carattere alla mano, nonostante sia molto popolare. Siamo entusiasti di averlo qui con noi», evidenzia il 38.enne.

Formazione dei monitori

E così, mentre inizia una partita che sembra una variazione di «palla a due campi», Loredana Cirrincione, responsabile per il Ticino di «Champions» può spendere un paio di parole sul progetto: «Il nostro scopo è anche responsabilizzare ragazze e ragazzi di quarta media che seguono i giovanissimi», spiega la 48.enne. «Noi li formiamo e verifichiamo il loro operato. Con l’andare dei mesi, oltre a ricevere un compenso e un certificato, l’idea è che loro continuino a proseguire con questi incontri».

Il salone occupato per le lezioni di educazione fisica si riempie di grida. È ora di tornare a casa, non prima - però - di aver fatto autografare dal proprio beniamino magliette e cartoline. «Che forza aver passato un po’ di tempo con uno sportivo così famoso», osserva in conclusione Shaila, dieci anni, che frequenta la quarta elementare.

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