Pedaggio al San Gottardo, i Verdi Liberali lanciano la petizione
Il ponte dell'Ascensione non ha stupito. Da mercoledì sera auto in coda al portale nord del San Gottardo e traffico sull'A2 in direzione sud. E, con il rientro, già oggi traffico bloccato per 8 chilometri al portale sud della galleria, con ritardi fino a 1 ora e 20 minuti (oltre a un veicolo in avaria che ne ha richiesto la chiusura in entrambe le direzioni attorno alle 15.45). Ogni giorno festivo, ogni periodo di vacanze scolastiche, è sempre la stessa storia. «Basta colonne al San Gottardo» è il pensiero di molti, soprattutto chi passa ore e ore in macchina. Ma è anche il titolo della petizione lanciata oggi dai Verdi Liberali, riunitisi a Lugano in assemblea.
Una petizione online, con cui il partito intende raccogliere sostegno per chiedere al Consiglio di Stato di valutare, assieme alle altre autorità competenti, l'introduzione di un pedaggio per il transito dei valichi alpini.
Senza dimenticare il San Bernardino
L'idea di introdurre un pedaggio al San Gottardo, lo diciamo subito, non è nuova. Come vi avevamo riferito, la «bomba» era stata lanciata lo scorso 22 aprile proprio da una consigliera nazionale in quota Verdi Liberali, Corina Gredig: venti franchi a passaggio, con eccezioni per imprese e residenti urani e ticinesi. «Questa proposta va nella direzione auspicata – aveva spiegato al CdT proprio il presidente dei Verdi Liberati ticinesi, Stefano Dias –. Soprattutto perché si farebbe sentire nei momenti in cui il traffico raggiunge il picco. A patto di agevolare i cittadini ticinesi e urani, oltre alle imprese». Dias aveva pure messo in guardia contro «l'effetto boomerang:»: «Se introduciamo il pedaggio, poi molte persone intaseranno le strade secondarie o sfrutteranno il San Bernardino. Servirà un coordinamento. E forse all'equazione dovremmo aggiungere i Grigioni e, in parte, il Vallese. Guai se si verificassero storture. Penso ad esempio a chi, in Ticino, non volendo pagare la vignetta finisce per intasare le strade cantonali. L'effetto boomerang va assolutamente evitato».
E il pedaggio?
Ma c'è un'altra proposta per provare a risolvere, o a mitigare, il problema legato al traffico alla galleria autostradale del San Gottardo. Che è arrivata da parte urana: introdurre un sistema di prenotazione per poter attraversare il tunnel. L'ha presentata il granconsigliere Ludwig Loretz (PLR) ed è ispirata al porto di Amburgo: «Loro erano confrontati con un afflusso eccessivo di camion nella zona portuale. Nel 2017 hanno installato un sistema digitale a slot, grazie al quale ora riescono a distribuire molto meglio gli accessi». Lorenz, intervistato da La Domenica, si è già espresso sull'idea del pedaggio: «Sarebbe una buona soluzione – ha dichiarato lo scorso 23 aprile –. Il problema però è che la Svizzera è vincolata dall’accordo sui trasporti terrestri siglato con l’UE. Tale accordo, all’articolo 13, prevede che la Svizzera non possa pretendere dagli automobilisti europei altri contributi oltre alla vignetta autostradale».
L'idea urana non era stata bocciata da Stefano Dias, secondo cui «tutto ciò che viene messo sul tavolo, fronte gestione del traffico al San Gottardo, è utile»: «Come Verdi liberali riteniamo che l'introduzione del pedaggio sia più fattibile, anche sul piano costituzionale. Ma pedaggio e prenotazione potrebbero integrarsi e formare un unico sistema – ci aveva detto –. L'importante, è dare sollievo all'A2».
Il terzo scenario
Fra chi rilancia l’introduzione di un pedaggio e chi chiede un sistema di prenotazione, ci ha recentemente messo il dito Fabio Regazzi, con un terzo scenario: una corsia preferenziale per targhe ticinesi e urane. In un postulato di inizio mese, il consigliere nazionale del Centro vuole incaricare il Governo di valutare la fattibilità di soluzioni che, analogamente a quanto avviene con il contrassegno S per i veicoli pesanti, consentano agli automobilisti dei due cantoni di beneficiare di un accesso prioritario al tunnel. «È vero che ci sono effetti collaterali indesiderati, ma i ticinesi che devono passare dal tunnel per lavoro o altre necessità (non per le vacanze) sono penalizzati dalle colonne – aveva spiegato Regazzi –. Mi chiedo se non sia il caso di conferire un accesso privilegiato alla galleria autostradale agli automobilisti residenti nei due cantoni. Una soluzione semplice e non burocratica si può studiare, anche perché si parla al massimo di qualche centinaio di veicoli al giorno».
Tariffe variabili e riguardo per i residenti
Oggi i Verdi Liberali ticinesi scendono in campo con una proposta concreta, avvalorata dai dati: «Nel 2022, i veicoli hanno sostato sull'autostrada urana per più di 1.800 ore, nel 2012 erano meno di 600 ore. La situazione sta diventando insostenibile per il Ticino e Uri con conseguenze gravi dal punto di vista ambientale, economico e sociale», ma anche sulla «qualità di vita». Quali i principi alla base della petizione, dunque? «Un pedaggio facilmente applicabile «free flow» con tariffe fortemente variabili a dipendenza delle previsioni di traffico (ad esempio, più alto a Pasqua o durante l'Ascensione); che sia integrato in un progetto che includa anche gli altri alpini; che preveda chiare eccezioni per i residenti e le aziende che attraversano regolarmente i valichi per motivi professionali; con misure di compensazione adeguate per i residenti qualora dovessero essere svantaggiati».