Prima toccava al metallo, presto riscalderà i cuori
«Un ulteriore punto di forza del progetto, capace di unire memoria storica e innovazione urbanistica, è la conservazione e valorizzazione dell’antica forgia, un simbolo della storia industriale di Giubiasco. Questo edificio sarà recuperato e integrato nella nuova concezione del comparto e verrà trasformato in uno spazio dedicato a eventi e incontri che ospiterà una struttura polivalente in grado di accogliere fino a mille persone».
Tutti intransigenti
Nel suo preavviso favorevole alla variante pianificatoria del futuro quartiere che si svilupperà al posto delle Ferriere Cattaneo nel Borgo, la maggioranza della Commissione del Piano regolatore, ambiente ed energia di Bellinzona pone l’attenzione anche sulla rivalorizzazione dell’ex fucina. È uno degli aspetti sul quale sia i proprietari del sedime sia la Città ed il Consiglio di Stato non transigono. Va riconvertita, anch’essa, per testimoniare il sudore e le fatiche degli operai che dagli anni Trenta del secolo scorso lavorano nell’azienda specializzata nella costruzione di locomotive, vagoni e carri.
Testimonianze di pregio
Nella zona di quasi 47 mila metri quadrati che accoglierà contenuti misti (come vi abbiamo ampiamente illustrato nelle ultime settimane) non vi sono beni culturali protetti a livello cantonale e comunale. Tuttavia nel preavviso il Dipartimento del territorio osserva che «l’area industriale in discussione ha una solida radice storica e comprende edifici e spazi di valore. Anche nel comparto in esame vi sono testimonianze architettoniche di pregio nella storia industriale di Giubiasco».
Chiede(va) pertanto al Municipio di Bellinzona di confrontarsi «maggiormente con il tema della riconversione funzionale e strutturale di questo pregevole comparto rispetto ai valori delle preesistenze». Ciò che è stato fatto «salvando» la forgia, al punto che si specifica nel Mandato di studio in parallelo che «il potenziale urbanistico e architettonico dei nuovi edifici richiesti all’interno del comparto dovrà essere opportunamente relazionato» con la fucina.
I pilastri e le campate
Si tratta di un complesso di quasi 2 mila metri quadrati risalente agli inizi del 1900. I pilastri in pietra sorreggono la struttura in carpenteria metallica: «Il volume ad un piano a tutta altezza è posizionato parallelamente ai binari. Presenta quattro campate modulari coperte da un particolare tetto a due falde con interposti a metà dei lucernari a nastro, a tutta lunghezza, che girano su tutti e quattro i lati».
Andrà valorizzato, a detta dei proprietari, «nella sua forma e nella sua struttura con contenuti pubblici o privati, riscaldati o meno, aperti o chiusi, per eventi unici o multipli». Ideale, dunque, per una struttura modulabile e flessibile come la sala multiuso da mille posti che sarà annessa all’albergo. Potrà accogliere contenuti congressuali, culturali e formativi: «È inoltre necessario prevedere anche gli spazi di servizio utili alla gestione degli eventi quali foyer, backstage, spazi tecnici, servizi igienici, depositi, spazio catering, eccetera».
L’onore di una piazza
Il moderno concetto di «rinascita» dell’area, elaborato dallo studio Durisch-Nolli Architetti di Massagno che ha partorito «Urbandipity», farà dell’antica forgia e della Villa Cattaneo (impreziosita dai giardini e dalla monumentale siepe) i luoghi che conferiranno identità ad ognuna delle due zone del Piano di quartiere. «E ognuno come architettura analoga le identifica», rispettivamente quella più artigianale-commerciale (verso la ferrovia) e quella più verde e residenziale accanto al viale 1814, caratterizzata da tre aree edificabili distinte. Arrivando da sud con il treno ci si imbatterà nella Piazza Forgia che sarà collegata all’altra superficie da «Corso Ferriere», che potrebbe spingersi fino alla stazione di Giubiasco.
La salderia delle Officine
Il passato industriale che ha contribuito a plasmare Bellinzona «rivivrà» anche nel quartiere alle Officine FFS. Il clou sarà la «Cattedrale». L’edificio inaugurato nel 1919, fulcro della manutenzione delle locomotive di nuova e vecchia generazione e simbolo dello stabilimento, cambierà pelle diventando il «cuore» del comparto ed ospitando contenuti culturali, aggregativi, espositivi e commerciali nonché esercizi pubblici. Le ruspe risparmieranno pure lo stabile amministrativo principale d’ingresso e la forgia del 1890 e la salderia del 1944.