Il caso

Rogo sul Monte Gambarogno: in Pretura per i risarcimenti

Istanza di conciliazione presentata dal Comune per recuperare i 290.000 franchi necessari al ripristino dei danni dell’incendio provocato nel 2022 da due giovani confederati - L’udienza, primo passo della causa civile, dovrebbe tenersi in dicembre - I costi delle opere di spegnimento e di rimboschimento ammontano a 7,5 milioni
I pompieri, coadiuvati da elicotteri e canadair, lottarono per due settimane contro le fiamme © CdT/Gabriele Putzu
Spartaco De Bernardi
09.11.2024 06:00

Sarà solo una piccola parte dei 7,5 milioni in parte già spesi ed in parte che si spenderanno nel prossimo decennio. Ma il Municipio guidato dal sindaco Gianluigi Della Santa non intende affatto rinunciare al risarcimento dei quasi 290.000 franchi per le opere di ripristino dei danni provocati dall’incendio divampato tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio del 2022 sul Monte Gambarogno. Le fiamme, come si ricorderà, si propagarono da un braciere lasciato inopinatamente acceso da due giovani confederati che avevano scelto la zona dell’Alpe di Neggia quale bivacco notturno. In un battibaleno le fiamme raggiunsero il bosco, mandandone in fumo ben 196 ettari. E proprio nei confronti di quei due giovani - che in sede penale sono stati condannati a 6 mesi sospesi per incendio colposo - l’Esecutivo di Gambarogno intende intentare una causa civile per recuperare appunto le spese finora sostenute e quelle che si dovranno affrontare in futuro a causa del vasto incendio boschivo di quasi due anni fa.

Luce verde dal Legislativo

Dopo aver ottenuto il via libera del Consiglio comunale a stare in lite con i responsabili del rogo (i tentativi di trovare una soluzione bonale non hanno finora scaturito l’esito desiderato) il Municipio, come ci conferma il sindaco Della Santa, ha presentato alla Pretura di Locarno Campagna un’istanza di conciliazione quale primo passo in vista dell’eventuale causa civile nei confronti dei due giovani confederati. L’udienza dovrebbe tenersi in dicembre. Il mese prossimo si potrà dunque capire se si riuscirà a trovare un accordo sui risarcimenti pretesi dal Municipio, oppure se si aprirà la via della causa civile vera e propria. E non è nemmeno escluso che gli altri enti toccati (Cantone, Patriziato di Indemini, SES, Swissgrid ed operatori telefonici) possano a loro volta adire le vie legali per ottenere il risarcimento dei danni.

Gli interventi selvicolturali progettati dal Cantone si estenderanno sull’arco di 13 anni

Area d’intervento di 125 ettari

Ma come è arrivato l’Esecutivo gambarognese a presentare ai due responsabili dell’incendio una fattura di 290.000 franchi? Presto detto. Vi sono innanzitutto da finanziare gli interventi nei boschi di protezione sopra Indemini colpiti dall’incendio divampato tra il 30 gennaio ed il 16 febbraio 2022. Oltre a quelli urgenti, lo studio elaborato dalla Sezione forestale del Cantone prevede lavori selvicolturali su di una superficie di 125 ettari che si svolgeranno sull’arco di 13 anni, la costruzione di un serbatoio per la lotta contro gli incendi in montagna e la sistemazione della pista che vi dà accesso. Il costo totale ammonta a 3,5 milioni ai quali il Comune di Gambarogno partecipa con una quota parte di 191.000 franchi. Questo per quanto attiene, appunto, al progetto per il ripristino dei boschi di protezione.

Dal personale all’acqua minerale

Poi ci sono altre spese con le quali il Comune è stato confrontato durante ed immediatamente dopo il rogo. Ad iniziare a quelle per l’impiego del personale quantificate in poco meno di 42.000 franchi. A queste si aggiungono quelle relative agli interventi urgenti per mettere in sicurezza alcuni comparti boschivi, in particolare a monte dei nuclei abitati e della strada cantonale, per un totale di oltre 90.000 franchi: dedotti i sussidi e la vendita di legname, a carico del Comune rimane la spesa di 9.000 franchi. Per permettere il riempimento delle vasche provvisorie per velocizzare il rifornimento d’acqua da parte degli elicotteri impegnati nelle operazioni di spegnimento dell’incendio, le centrali idroelettriche di San Nazzaro e Sant’Abbondio furono temporaneamente disattivate. E questo con un costo valutato in 8.000 franchi. Non da ultimo ci sono i costi per la traduzione degli avvisi di non potabilità dell’acqua (956 franchi) per analisi chimiche sulla rete idrica (11.000 franchi), l’ispezione dei bacini da parte del geologo (11.000 franchi) il pernottamento in Ostello degli abitanti evacuati da Indemini (2.500 franchi) la fornitura di acqua potabile ai residenti da parte della PCi (1.700 franchi). Tutto sommato si arriva dunque alla cifra di poco inferiore ai 290.000 franchi.

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