Che sorpresa: altri 4.160 posti di lavoro
«Strategie e misure del PAB5 mirano a indirizzare lo sviluppo insediativo, per quel che riguarda popolazione e addetti, in maniera rafforzata rispetto allo scenario trend, negli spazi funzionali del centro e suburbano. Al contempo esse sono volte a ridurre il tasso di crescita negli spazi funzionali periurbano e retroterra/montagna». L’abbiamo scritto venerdì scorso: grazie ad AlpTransit, e alla lungimiranza di alcune scelte politiche in grado di coglierne le opportunità, il Bellinzonese si è (ri)messo sui binari giusti.
La situazione attuale
Come sarà o, meglio, dovrebbe essere, il comprensorio nel 2040 ce lo indica il Programma d’agglomerato di quinta generazione attualmente in pubblicazione. Negli ultimi decenni si è fatto tanto, ed altrettanto è in cantiere, per favorire la qualità di vita e le costruzioni all’avanguardia nei comparti delle stazioni. Le zone collinari sono in parte state risparmiate da ulteriori edificazioni; idem i nuclei storici. Spazi verdi e di aggregazione ce ne sono, ma i cittadini ne vorrebbero sempre di più.
Fra aree «intensive» e poli
L’agglomerato, si legge a pagina 135 del corposo documento, presenta «aree lavorative intensive a carattere industriale/commerciale (Cadenazzo, Sant’Antonino, Giubiasco e Castione). Nei comparti delle stazioni di Bellinzona e Giubiasco sono invece realizzate aree lavorative con indirizzo servizi e servizi/ricerca all’industria (polo tecnologico). L’area di Castione diventa polo di sviluppo economico, ma offre anche le superfici necessarie ad attività industriali tradizionali quali il deposito di inerti», come abbiamo riferito lo scorso 26 agosto. Vediamo, quindi, quali sono gli obiettivi quantitativi relativamente agli insediamenti.
Più abitanti, più servizi
Lo scenario auspicato - con orizzonte temporale, come detto, il 2040 - preconizza un aumento complessivo della popolazione a Bellinzona, Arbedo-Castione, Cadenazzo, Lumino e Sant’Antonino di oltre 7.130 abitanti (da 55.708, dato del 2020, a 62.843). Si mira ad una crescita soprattutto al centro e nei dintorni (+84%): attraverso il PAB5 si vuole indirizzare il 50% dell’incremento nel «cuore» (rispetto al 30% secondo il trend) ed il 33% (invece del 45%) nel suburbano.
Progetti strategici, ma non solo
Lo stesso discorso, ancora più accentuato, vale per gli addetti (i posti di lavoro, in pratica). Ne verranno creati, si spera, più di 4.160; da 32.498 (dato, sempre, del 2020) a 36.660 fra meno di una ventina d’anni. La stragrande maggioranza degli impieghi (95%) sarà localizzata o nella Turrita (dove sono in arrivo centinaia di posti di lavoro) o nelle immediate vicinanze. «La quota di crescita auspicata nel centro è maggiore ed è del 66% (rispetto al 45% nello scenario trend).
In particolare lo sviluppo di nuovi quartieri in località strategiche presso le stazioni ferroviarie nello spazio funzionale centro (il moderno quartiere alle Officine FFS di Bellinzona ed il comparto ex Ferriere Cattaneo a Giubiasco; n.d.r.) giustificano queste ambizioni. La riduzione del tasso di crescita auspicata per la popolazione nelle aree periurbane è meno importante che per gli addetti», si precisa.