Scuola

In Ticino «si sta affermando una forma di precarizzazione del lavoro docente»?

Lo chiedono in un'interrogazione al Consiglio di Stato Evaristo Roncelli e Claudio Isabella sulla scia del caso dei 13 docenti d’italiano in formazione senza uno sbocco professionale
© CdT/ Chiara Zocchetti
Red. Online
15.04.2025 12:40

Il «caso» dei 13 docenti di italiano neoabilitati ma rimasti senza incarico continua a far discutere. Dopo la prima risposta (data 9 aprile) da parte del Governo a un’interrogazione di Maurizio Canetta (PS) – ricordiamo che sul tema sono state depositate anche interpellanze da Centro, MpS e PLR –, i sindacalisti OCST in Parlamento Evaristo Roncelli (Avanti con Ticino & Lavoro) e Claudio Isabella (il Centro) hanno inoltrato un'altra interrogazione al Consiglio di Stato per chiedere un approfondimento sulla questione delle nomine e degli incarichi nella scuola.

In particolare, per i due deputati il fatto che la decisione di avviare la formazione sia stata motivata da una previsione di fabbisogno docente che, in seguito a cambiamenti inattesi, non si è concretizzata, solleva «interrogativi rilevanti non solo sull’accuratezza delle previsioni ma anche sul modello formativo adottato». 

Ma non solo. «L’episodio suggerisce la necessità di un’analisi più ampia sui trend occupazionali nella scuola ticinese e sulle condizioni contrattuali dei nuovi docenti. In particolare, preoccupa la crescente quota di incarichi limitati e la possibilità che si stia affermando una forma di precarizzazione del lavoro docente, con effetti negativi sulla qualità dell’insegnamento, sul benessere professionale degli insegnanti e sull’attrattività della professione».

Nella già citata risposta del Consiglio di Stato del 9 aprile, il Governo ricordava che DECS e DFA continueranno a confrontarsi anche in futuro sulle criticità «in ottica di assicurare un miglioramento continuo». E in tal senso veniva pure ricordata l’istituzione, a dicembre 2024, dell'Osservatorio docenti. Il DECS «condurrà un gruppo di lavoro incaricato di approfondire le attuali modalità di formazione dei docenti con l’obiettivo di: analizzare i modelli formazione dei docenti adottati nel resto della Svizzera; confrontarli criticamente con i percorsi di abilitazione attualmente offerti da DFA e SUFFP, identificando punti di forza e debolezze; sulla base degli elementi raccolti e dei vincoli esistenti, formulare proposte concrete di modifica dei modelli attuali o modelli di abilitazione alternativi».

Il Governo difende la Divisione

Nel frattempo, ieri, la direttrice del DECS Marina Carobbio Guscetti ha risposto alle critiche che il PLR ha recentemente mosso nei confronti del direttore della Divisione della scuola, Emanuele Berger. «La forma degli attacchi individuali rivolti ai funzionari mina la fiducia e il rispetto per il lavoro dei dipendenti dello Stato», con il rischio che questi possano «temere di essere prima o poi esposti a pubblico giudizio, non per aver commesso gravi atti illeciti, ma unicamente per aver svolto il proprio lavoro», ha detto. «Le decisioni del Governo o dei singoli Dipartimenti sono sempre il risultato di un lavoro di squadra», ha aggiunto la direttrice del DECS. E, quindi, «far ricadere tutti i problemi su singole persone non è corretto». La consigliera di Stato ha quindi confermato, da parte del Governo e della direzione del DECS, che il rapporto di fiducia nei confronti del direttore della Divisione «è dato», pur riconoscendo che l’Esecutivo è consapevole che «non tutto il mondo della scuola ticinese ripone la massima fiducia nella conduzione della Divisione. Ma il Consiglio di Stato reputa che difficilmente può esserci una massima fiducia unanime per qualsiasi conduzione di una Divisione all’interno dell’amministrazione cantonale». Per Carobbio Guscetti, ad ogni modo, la vera domanda da porsi è la seguente: «I malumori sono così profondi da compromettere il funzionamento della Divisione, del sistema educativo ticinese o delle istituzioni?». Ebbene, ha chiosato, «non ci risulta sia il caso: la scuola ticinese nel complesso sta funzionando bene».

Le domande dell'interrogazione

  1. Quanti sono stati, per ciascun anno scolastico dal 2014/2015 ad oggi, i nuovi docenti assunti nelle scuole del Cantone, suddivisi in:
  2. nomine,
  3. incarichi annuali,
  4. incarichi limitati.
  5. Tra gli incarichi e gli incarichi limitati registrati, quanti sono stati attribuiti a persone sprovviste di un diploma di insegnamento riconosciuto, e con quale percentuale rispetto al totale?
  6. Tra gli incarichi e gli incarichi limitati registrati, quanti di essi sono stati attribuiti a persone sprovviste dei crediti disciplinari ECTS e dei titoli di studio necessari per accedere alla formazione di docente, e con quale percentuale rispetto al totale?
  7. Qual è la percentuale media di docenti con incarico limitato sul totale del corpo insegnante per ciascun ordine di scuola dall’anno scolastico 2014/2015 a oggi?
  8. Quanti docenti con incarichi limitati ripetuti per più anni consecutivi sono stati impiegati nelle scuole ticinesi nello stesso arco temporale?
  9. Se fosse riscontrato un ricorso crescente agli incarichi limitati lo stesso risponde a una scelta intenzionale di flessibilizzazione del corpo docente oppure è frutto di dinamiche congiunturali o di difficoltà nella pianificazione del fabbisogno?
  10. Il Consiglio di Stato ritiene che l’attuale evoluzione nei rapporti contrattuali rispecchi una visione coerente e sostenibile della politica del personale docente, oppure identifica elementi di criticità?
  11. Qual è la definizione operativa adottata dal DECS per identificare una situazione di precarietà lavorativa nel settore scolastico?
  12. Come viene definita, dal DECS, la soglia oltre la quale il ricorso agli incarichi limitati può configurare un fenomeno di precarizzazione strutturale?
  13. Il gruppo di lavoro incaricato dal DECS di approfondire le attuali modalità di formazione dei docenti affronterà anche la questione delle eventuali discontinuità didattiche causate dalla presenza di contratti a termine nel mondo della scuola?

11.   Quali azioni correttive sono allo studio (o già attuate), nel caso in cui si riscontrasse una tendenza all’aumento degli incarichi limitati, per contenere l’instabilità contrattuale, in particolare per i giovani docenti formati in Ticino?

12.   Considerando che una delle principali cause strutturali del rischio di precarizzazione nel corpo docente è rappresentata dal calo demografico in atto e previsto, il Consiglio di Stato può indicare quante sezioni di scuola dell’infanzia, scuola elementare e scuola media si prevede verranno a mancare nel corso dei prossimi sette anni scolastici (fino all’anno 2031/2032)?

13.   Quali misure intende mettere in atto il DECS per far fronte alla tendenza citata nella domanda precedente, sia in termini di pianificazione scolastica che di politica del personale docente?

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