Il caso

Le Officine «inquinate» e quelle gru sino a fine 2028

Bellinzona: lo stabilimento industriale figura sia nell’elenco cantonale, da un anno mezzo, sia in quello federale - Le indagini che dovranno essere effettuate dalle Ferrovie diranno se bisognerà procedere o meno alla bonifica - Ma sulla necessità di risanamento il Governo si espresse già nel 2017...
© CdT/Gabriele Putzu
Alan Del Don
29.08.2024 06:00

Un anno e sei mesi. Il sedime delle Officine FFS di Bellinzona è iscritto nel catasto cantonale dei siti inquinati dal 3 febbraio 2023. Il colore del mappale 2476 è blu, che nella classificazione di sei tonalità significa che è «necessario procedere ad un’indagine». Le Ferrovie hanno effettuato i primi controlli nel periodo a cavallo fra il 2017 ed il 2018, dopo che era stato annunciato pubblicamente che lo storico stabilimento industriale sarebbe stato smantellato per far spazio ad un quartiere con contenuti misti. Un moderno impianto, come noto, è in fase di costruzione a Castione. Come abbiamo anticipato sabato scorso, l’ex regia federale secondo quanto prescrive l’Ordinanza sul risanamento (OSiti) dovrà ora procedere a delle analisi con l’obiettivo di individuare volume e tipologie del materiale ammorbato. Nella fattispecie vi è da immaginare - ha puntualizzato il Consiglio di Stato - «una condizione di inquinamento rilevante sia nella tipologia qualitativa sia nell’estensione orizzontale/verticale».

Iter lungo nel caso peggiore

In Ticino sono più di 1.700 i siti inquinati, la maggior parte dei quali (70%) sono aziendali. Meno dell’1% deve essere risanato (in quanto contaminato) poiché all’origine di effetti dannosi o molesti per l’ambiente e le persone. Per un sito inquinato - come sono considerate attualmente le Officine - la bonifica non è obbligatoria; mentre per un sito contaminato essa è prescritta dalla Legge federale sulla protezione dell’ambiente proprio per evitare effetti dannosi. Solo le indagini preliminari che verranno svolte nei prossimi mesi/anni ci diranno in che stato si presentano i terreni occupati da quasi un secolo e mezzo dall’impianto produttivo. Qualora la situazione fosse la seconda, ossia la peggiore, bisognerebbe procedere ad un’inchiesta dettagliata che dovrà «fornire informazioni precise sul tipo e la portata dell’inquinamento nonché sui suoi possibili effetti sull’ambiente», si osserva sul sito dell’Ufficio federale dell’ambiente. La procedura tecnico-amministrativa, ci è stato spiegato da alcuni addetti ai lavori, in quei casi è articolata e lunga.

Venti «oggetti» segnalati

Le indagini saranno svolte dalle Ferrovie e condivise con il Governo e con il Municipio di Bellinzona. Il Cantone essendo proprietario «solo di una parte del sedime (secondo la «Dichiarazione d’intenti» sottoscritta l’11 dicembre 2017; n.d.r.) dovrà confrontarsi con gli altri proprietari per concordare l’eventuale divulgazione dei risultati» delle analisi, ha specificato il Consiglio di Stato rispondendo all’interrogazione dei Verdi. Lo stabilimento industriale della capitale figura anche nel catasto dei siti inquinati nel settore dei trasporti pubblici tenuto dall’Ufficio federale dei trasporti. In questo caso vengono segnalati venti casi; in gergo si parla di 2 oggetti e di 18 sotto-oggetti. Pure nella fattispecie si indica la necessità di procedere a delle indagini.

La lettera alla Gestione

Già nell’aprile 2017 il Governo aveva scritto alla Commissione della gestione del Gran Consiglio informandola che respingeva l’iniziativa popolare «Giù le mani dalle Officine» (poi bocciata alle urne dai ticinesi il 19 maggio 2019) anche in virtù di alcune incognite. Una delle quali era la «necessità di bonifica dei terreni».

Appalti e tempistiche

Durata del contratto: dal 1. febbraio 2025 al 31 dicembre 2028. Ma la commessa «può essere prorogata». Le incertezze riguardanti l’inizio del cantiere per la costruzione dell’edificio principale delle future Officine FFSdi Castione (a seguito del ricorso inoltrato al Tribunale amministrativo federale contro l’aggiudicazione dell’appalto da 292 milioni) traspare anche dai bandi di concorso. L’ultimo in ordine cronologico, pubblicato negli scorsi giorni, riguarda l’acquisto da parte delle Ferrovie di 19 gru per il capannone multifunzionale. «I binari della gru sono lunghi fino a 250 metri e sulla maggior parte dei binari vengono posizionati diversi ponti gru. L’ordine comprende anche opzioni per ponti gru aggiuntivi», si legge nella documentazione. Se tanto ci dà tanto, significa che prima di fine 2028 il sito non verrà inaugurato?

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