L'intervista

«Mi sono sempre trovato a mio agio nell’affrontare di petto temi concreti»

Politico navigato, lunedì prossimo Brenno Martignoni Polti verrà eletto presidente del Consiglio comunale di Bellinzona
Classe 1962, è stato sindaco della capitale per otto anni.. ©Chiara Zocchetti
Alan Del Don
15.06.2023 06:00

Ci ha riflettuto qualche settimana. E poi ha detto sì. Brenno Martignoni Polti, ex sindaco, sarà il futuro presidente del Consiglio comunale di Bellinzona. La nomina verrà ratificata nella seduta del Legislativo cittadino convocata lunedì 19 giugno. Il Corriere del Ticino lo ha intervistato negli scorsi giorni. L’amore per la politica è più vivo che mai, non solo quella cittadina.

Signor Martignoni Polti, dal 19 giugno dai bellinzonesi preferirà essere chiamato «ex sindaco» oppure «primo cittadino»?
«“Ex” si rifà alla carica di sindaco, a quella esperienza e all’integralità di quel percorso. La nuova posizione invece, è in proiezione. Presente e futuro. Sotto il motto “Con e per Bellinzona.” Una visione che mi piace».

È in politica da quasi trent’anni. L’ha sempre definita una «missione». Com’è cambiata in questi decenni?
«L’ingresso in Consiglio comunale, il 26 aprile 1988. La politica, in verità, mi sembra sempre quella. Nel bene e nel male, le stesse dinamiche. Diverso, negli anni, è però l’approccio a questa “missione”. Le esperienze aiutano a focalizzare soltanto gli obiettivi, senza perdersi nei contorni».

Dapprima il PLR, poi Il Noce, ora l’UDC. Dove si è trovato meglio?
«Anzitutto, al centro ci sono le persone. Specie, a livello locale. Mi sono sempre trovato a mio agio, ad affrontare di petto temi concreti. Ritrovo il meglio nell’aprire prospettive. Lì, sta l’essenza di un’azione a misura d’uomo».

Da quando non siede più nell’Esecutivo ha spesso criticato le scelte e le decisioni delle precedenti e dell’attuale compagine municipale. Era davvero meglio quando al timone c’era lei?
«Le note non partono da confronti. Piuttosto toccano le capacità di reazione di questo Municipio. Carente in iniziative e in propositività. Per nulla proattivo a creare opportunità. Un modo che mai mi è stato proprio».

In un clima disteso, il dibattito guadagna in qualità. In proposito, pur nello spirito di milizia, intenderei proporre le riunioni in una fascia oraria preserale, in modo da evitare maratone notturne poco proficue

Che presidente del Consiglio comunale sarà?
«Al Presidente di Legislativo, spettano, per lo più, funzioni di direzione delle sedute e di rappresentanza. Il Primo cittadino è “arbiter collegium”, giudice imparziale. Garante delle regole democratiche. In un clima disteso, il dibattito guadagna in qualità. In proposito, pur nello spirito di milizia, intenderei proporre le riunioni in una fascia oraria preserale, in modo da evitare maratone notturne poco proficue».

Indichi tre temi importanti per la Città del futuro.
«Ultimare e stabilizzare l’aggregazione, che, a distanza di quasi otto anni dalla votazione consultiva del 18 ottobre 2015, non si è ancora assestata. Rendere scorrevoli le vie di circolazione. In modo da garantire fluidità agli spostamenti, in ogni fascia oraria. A tutto vantaggio dei commerci. Ricuperare la Capitale. Un cambiamento di asse in mentalità vincente. L’infelice declassamento, imposto ai nostri tre storici Castelli, in anonima Fortezza, è purtroppo autogoal nella direzione opposta».

Alle imminenti elezioni federali si candiderà al Consiglio nazionale?
«Confido vivamente di esserci. L’ultima parola, evidentemente, alle istanze decisionali del Partito».

Dalle ultime Cantonali l’UDC è uscita con il vento in poppa: alle Comunali del 2024 l’alleanza fra voi e la Lega mirerà al raddoppio in Municipio? Lei sarà di nuovo in lizza?
«I tempi, in effetti, potrebbero forse anche essere maturi. Dipenderà dalle elettrici e dagli elettori rimodellare la geografia di un Municipio, adagiato da troppo tempo su se stesso. Sulle candidature, per il momento, rigoroso “top secret”».