Nei boschi della droga tra Varese e Ticino con i Carabinieri

Siamo stati nei boschi della droga, a pochi passi dal Ticino. Ormai da qualche mese, si sono riaccesi i riflettori su questo fenomeno che vede spacciatori oltreconfine operare direttamente nei boschi della provincia di Varese, in particolare nelle zone della stessa Varese e di Luino. Gli inizi degli insediamenti risalgono all'incirca al 2017: in pochi anni, il numero di bivacchi, ossia i punti di appoggio che gli spacciatori utilizzano nei boschi, si è esteso in tutta la provincia. E non solo. Recentemente è infatti aumentata anche la pericolosità del fenomeno. Tra questi giovani uomini, provenienti per la quasi totalità dal Nord Africa e residenti in maniera irregolare nel territorio italiano, si sono creati dei gruppi di spacciatori rivali, che in diverse occasioni non hanno mancato di attaccarsi e ferirsi. Diversi i colpi di pistola inferti tra spacciatori, così come gli accoltellamenti. Per questo motivo, negli ultimi tempi, è stato reso necessario l'intervento dei Carabinieri Cacciatori (di Sardegna, Sicilia, Puglia e Calabria), che hanno contribuito all'arresto di 15 persone e allo smantellamento di 72 bivacchi.
Ieri il Corriere del Ticino ha avuto modo di osservare da vicino il lavoro effettuato quotidianamente dai Carabinieri in collaborazione con i Cacciatori, per individuare e smantellare i bivacchi della droga e catturarne gli spacciatori. Dapprima con un briefing introduttivo con il Comandante provinciale di Varese, Gianluca Piasentin, con il quale abbiamo parlato anche del coinvolgimento marginale del Ticino in questo fenomeno. Recentemente, oltre a ingenti somme di banconote in euro, nel bottino degli spacciatori dei boschi sono stati rinvenuti anche 500 franchi svizzeri. Una scoperta che porta a credere che tra i clienti ci siano anche cittadini elvetici. Tuttavia, sebbene i Carabinieri di Varese e Luino lavorino spesso a stretto contatto con i colleghi ticinesi della Polizia cantonale, al momento si esclude un intervento di questi ultimi nelle operazioni condotte per i boschetti della droga oltreconfine.
A seguire, guidati dai Cacciatori e dal Capitano di Luino, Vincenzo Piazza, abbiamo effettuato un sopralluogo in una delle «zone calde» di Luino, in un bosco della frazione di Biviglione. Luogo dove, dopo pochi passi dalla strada, abbiamo rinvenuto alcuni rimasugli del passaggio degli spacciatori dei boschi: carte e avanzi di cibo, bottiglie d'acqua nascoste tra gli alberi, coperte e spazzatura di diverso tipo.