Non solo la destituzione: confermato il non luogo a procedere
Poche ore fa l'annuncio della destituzione dei giudici Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti, una vera e propria bomba per la Giustizia ticinese. Ma non è finita qui: il Corriere del Ticino è in grado di anticipare un'altra decisione di peso che si inserisce in questa vicenda: i giudici Mauro Ermani, Amos Pagnamenta e Marco Villa non hanno leso nell'onore i colleghi Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti. Lo ha stabilito la Corte dei reclami penali (CRP) nel confermare il non luogo a procedere del procuratore pubblico straordinario Franco Passini, chiamato a indagare sulla denuncia penale presentata appunto da Quadri e Verda Chiocchetti.
La vicenda, come noto, è un capitolo centrale del cosiddetto «Caos al TPC»: i giudici Ermani, Pagnamenta e Villa avevano segnalato al Consiglio della Magistratura i due colleghi lamentando diverse criticità nel loro operato. Quadri e Verda Chiocchetti avevano quindi sporto denuncia per diffamazione e il 14 agosto scorso il Ministero pubblico aveva affidato l’incarto al procuratore straordinario grigionese. Il quale, come detto, il 2 ottobre scorso aveva firmato un non luogo a procedere. Decisione impugnata su reclamo dai due giudici.
Questa decisione come appurato dal CdT, è stata presa ieri dalla Corte dei reclami penali e la sentenza è stata intimata alle parti proprio oggi. In sostanza, la Corte presieduta dal giudice Nicola Respini ha stabilito che non ci sono espressioni offensive. Si è trattato di segnalazioni all’autorità di vigilanza che non contenevano affermazioni lesive dell’onore. E se anche ci fossero state, sarebbero giustificate dal diritto dei segnalanti di perorare la loro causa, ossia la preoccupazione per il corretto svolgimento dei lavori all’interno del TPC. In conclusione, si è di fronte a un atto lecito e non punibile. Lo stesso Passini, lo ricordiamo, «sulla scorta di un esame degli atti all’incarto e delle sue valutazioni di natura giuridica», così recitava il comunicato stampa del Ministero pubblico, era giunto alla conclusione «che non sussistono i presupposti dei reati ipotizzati (essenzialmente la diffamazione)».
Quadri e Verda Chiocchetti hanno ora 30 giorni di tempo per impugnare questa decisione al Tribunale federale.