Pugni e locali problematici? «È compito della Magistratura»

In questi giorni, la movida luganese è tornata sotto i riflettori della cronaca giudiziaria. È di sabato la notizia, ne ha riferito il portale Tio.ch, di un’aggressione ai danni di un 19.enne – prima sul terrazzo di un locale pubblico, l’El Cid 2, e poi in pensilina – ad opera di un gruppo di cinque ragazzi, quasi tutti minorenni, nel frattempo già identificati, la cui posizione è al vaglio degli inquirenti. La scorsa settimana si è invece tenuto il processo per un’aggressione al Blu Martini, locale al cui esterno lo scorso 18 novembre è andato in scena un tentato omicidio (l’aggressore è stato recentemente rinviato a giudizio alle Assise criminali).
Nella sua requisitoria, il sostituto procuratore generale Moreno Capella ha sollevato un tema: in città, ci sono posti più a rischio? Il magistrato aveva definito il locale di via al Forte come un luogo poco raccomandabile e fonte di molto lavoro per la Polizia. Cifre alla mano, le forze dell’ordine sono intervenute 148 volte tra il 2018 e il 2023: in 62 casi per discussioni o liti e vie di fatto, in 8 per aggressioni e in 24 per furti. Oltre ai fatti citati poc’anzi. La RSI ha contattato l’ex re della movida luganese Tito Bravo il quale, replicando alle parole di Capella, ha dichiarato che se qualcuno ha commesso errori è giusto che venga punito, ma che non è giusto prendersela solo con le discoteche in quanto episodi violenti avvengono anche a margine di eventi sportivi o dei carnevali.
La domanda, a questo punto, sorge spontanea: a Lugano c’è un problema legato alla movida e a posti particolarmente a rischio? «Non criminalizzerei tutta la vita notturna in città», replica al CdT la capodicastero Sicurezza e spazi urbani, Karin Valenzano Rossi. «È però vero che ci sono alcuni locali dove fatti incresciosi sono accaduti e accadono». Come agire, dunque? «Prendendo spunto dalle parole del sostituto procuratore generale mi rallegro che il tema sia stato finalmente affrontato e confido che ora si indaghi per capire perché in certi posti avvengono episodi così incresciosi. Mi ha colpito sentire un magistrato dipingere un quadro della situazione così lapidario. Significa che il tema esiste ed è noto alla Magistratura. Mi aspetto quindi ci siano degli approfondimenti in questa direzione». Non può (o deve) occuparsene la Polizia comunale? «La Polizia della Città di Lugano ha compiti di prossimità e di mantenimento dell’ordine pubblico, ma non ha competenze dirette per indagare altre potenziali situazioni di rilevanza diversa. Se ci sono problemi di ordine pubblico o veniamo chiamati interveniamo, e dal giovedì rafforziamo la nostra presenza nei posti della movida. La sorveglianza interna dei locali non compete alla Polizia comunale, così come eventuali indagini di altra natura».
Circa due anni fa, la Polizia di Lugano e i gestori dei locali pubblici si erano seduti allo stesso tavolo per aprire un miglior canale di dialogo. Per arrivare insomma a uno scambio di informazioni più efficace. Scartata l’idea di una diffida generalizzata da tutti i locali per gli avventori più problematici, si è puntato sulla collaborazione e su segnalazioni tempestive. Collaborazione che, rileva Valenzano Rossi, «di principio e con molti locali funziona».