Quei terreni agricoli così preziosi
La seconda volta sarà quella buona? È in pubblicazione il bando di concorso per la preparazione delle aree SAC (Superfici per l’avvicendamento delle colture: i lavori dovrebbero iniziare in estate) nell’ambito del progetto delle Officine FFS di Castione. A causa della costruzione dello stabilimento industriale verranno sacrificati 84.000 metri quadrati di preziosi terreni agricoli. Sedimi che le Ferrovie hanno dovuto trovare altrove: a Preonzo, Camorino, Bellinzona (lungo la Golena), Iragna e a Biasca (caso particolare, come vedremo).
In attesa dei giudici
A dire il vero erano stati individuati dei fondi anche a Losone (3,7 ettari nella Piana di Arbigo). Un’area, però, inserita nell’inventario federale dei paesaggi e dei monumenti naturali. Così la Commissione federale per la protezione della natura e del paesaggio aveva scartato i terreni obbligando l’ex regia a trovare un’alternativa. Le FFS non avevano dunque potuto far altro che revocare l’aggiudicazione ed interrompere la procedura d’appalto che era sfociata nell’assegnazione del mandato milionario ad un consorzio composto da tre imprese. C’è, infine, la questione delle SAC di Biasca, di proprietà del Patriziato, per 26 mila metri quadri. In questo caso sono pendenti i ricorsi inoltrati dal Comune di Biasca e dall’Unione contadini ticinesi (UCT) al Tribunale amministrativo federale (TAF) contro il rilascio della licenza edilizia per il futuro sito produttivo che vertono, proprio, sul destino di quei sedimi.
Se il Borgo dovesse spuntarla davanti al TAF verrebbero meno le garanzie che l’UCT ha ottenuto dalle Ferrovie per quanto concerne le SAC (individuate, come detto, nel Bellinzonese e in Riviera). Ecco perché anche i contadini hanno interposto una censura.