Quella stazione che ha cambiato più volte la città
Ha contribuito a plasmare, urbanisticamente e non solo, la Bellinzona di oggi. La stazione FFS ha soffiato oggi su 150 candeline. A dire il vero l’anniversario esatto (6 dicembre 1874) è caduto venerdì scorso, ma la cerimonia aperta alla popolazione si è svolta 48 ore dopo sfruttando il giorno festivo. Un’opera che all’inizio sembrava quasi un’isola, distaccata dal salotto buono pur essendo chiamata «centrale», ma che in pochi decenni ha regalato vita e benessere ad un borgo che, allora, contava circa 4.000 abitanti. Quattro anni dopo la Turrita venne scelta quale capitale stabile del Cantone.
Nel 1884 si aprì il cantiere per l’edificazione delle Officine che, come noto, dal luglio 2028 saranno operative a Castione. Parallelamente si sviluppò la rete stradale (alcune infrastrutture risalivano addirittura al Medioevo) e si insediarono importanti realtà industriali, come la Birreria Bonzanigo. Arrivarono le tipografie, le assicurazioni, altre imprese. Insomma, la storia del nodo è strettamente legata al rapporto tra la ferrovia e la Città dei castelli. Un legame diventato ancora più saldo dopo l’apertura della galleria di base del San Gottardo nel 2016 che l’ha trasformata nella «Porta del Ticino».
Demografia ed economia
Bellinzona a fine Ottocento stava crescendo, a livello economico e demografico. Nacque persino un quartiere, quello di San Giovanni. Venne costruito il viale. Fu la prima stazione a Sud delle Alpi, alla pari di quella di Chiasso. Contemporaneamente vennero inaugurate le linee Biasca-Bellinzona, Bellinzona-Locarno e Lugano-Chiasso. La galleria ferroviaria del San Gottardo vide la luce nel 1882; sette anni più tardi il taglio del nastro all’Officina FFS della capitale che dopo pochi anni dava lavoro a più di 400 operai. Il Ticino stava diventando «grande». E con esso pure la Turrita, che in abbrivio del 1900 faceva già stato di oltre 10 mila abitanti. Si stabilirono famiglie di mercanti e di imprenditori attive sull’asse Genova-Parigi-Bruxelles. Da allora ne ha compiuti di passi, Bellinzona. Si è persino aggregata (nel 2017), dopo la prima mini-unione del 1907 con Daro, Carasso e Ravecchia. E oggi sfiora i 46 mila residenti. «BLABLA», ha affermato con orgoglio il sindaco Mario Branda.
Sviluppo senza eguali
E oggi sfiora i 46 mila residenti. «Frediano Zanetti, memoria storica della Turrita, mi ha pregato di ricordare che ai tempi qui era Daro. Attorno alla stazione non c’era nulla. Il borgo era assai povero. Ma quasi subito arrivarono nuovi cittadini. E con essi competenze, conoscenze ed idee. Per alcuni decenni la nostra regione visse uno sviluppo senza eguali», ha affermato con orgoglio il sindaco Mario Branda. Aggiungendo subito che, in passato come in futuro, la ferrovia avrà sempre un ruolo fondamentale per Bellinzona: «La stazione non è solo una porta di accesso, ma altresì una finestra dalla quale affacciarsi al mondo. La sua importanza non è destinata a scemare, anzi: pensiamo solo al progetto di terzo binario in piazza Indipendenza, con relativa fermata TiLo».
Il Ticino innovativo
Anche il presidente del Consiglio di Stato Christian Vitta ha sottolineato la centralità dell’infrastruttura, per poi chinarsi sulle prospettive legate alle moderne Officine FFS che troveranno casa a Castione ed al quartiere con contenuti misti che si svilupperà al loro posto. «Spesso si parla di un Ticino che non ha visioni. Questi due progetti sono l’esempio che, invece, si stanno gettando le basi di un cantone vieppiù competitivo, interconnesso ed attrattivo. La Città, alla pari del Cantone e delle Ferrovie, in modo lungimirante crede molto nello sviluppo di questo comparto», ha puntualizzato il direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia.
Custode della storia
Dal canto suo la direttrice regionale dell’ex regia Roberta Cattaneo ha precisato che «l’inaugurazione della stazione di Bellinzona nel 1874 ha contribuito alla svolta epocale del Ticino. A quel momento è stato chiaro a tutti quanto fosse rilevante la ferrovia per lo sviluppo socioeconomico del Cantone. Negli ultimi anni il nodo si è fatto ancora più invitante (il restyling da 36 milioni si è concluso a fine estate 2016 dopo 25 intensi mesi di cantiere; n.d.r.). Custodisce però sempre degli elementi storici, come ad esempio le facciate e la pensilina del binario 1. Oggi la stazione cittadina è diventata una piattaforma di mobilità intermodale che semplifica la vita quotidiana dei cittadini-passeggeri. E, credetemi, rimarrà tale anche in futuro».
Municipio Nostradamus
«Come già fu il caso per la Gottardbahn nel 1882, AlpTransit potrebbe costituire la base per una nuova prospettiva di sviluppo a Bellinzona e in tutta la regione». Così scriveva il Municipio cittadino nel messaggio del 6 aprile 2016 riguardante l’apertura della galleria di base del San Gottardo. Aveva ragione, come abbiamo riferito lo scorso 6 settembre. La Città e l’agglomerato, in Ticino, hanno saputo cogliere più di altre regioni le opportunità di sviluppo legate all’inaugurazione anche del tunnel del Monte Ceneri. Sono cresciuti costantemente la popolazione, le attività economiche e pure l’edilizia. In generale, le aree attorno alle stazioni sono al centro di diversi progetti di rilancio.