Tutti pazzi per le stazioni: milioni e posti di lavoro
«In molte regioni si è registrato un aumento demografico nei comparti delle stazioni ferroviarie e, in alcuni casi, anche un incremento del numero di occupati, seppure con notevoli differenze (...). Nei comparti delle stazioni negli agglomerati urbani lo sviluppo edilizio è già molto avanzato e i terreni edificabili non costruiti scarseggiano». Aurelio Vigani, capoprogetto all’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE), l’ha messo nero su bianco nel «Monitoraggio dell’asse del San Gottardo», uno studio che ha preso avvio nel 2015 e che si concluderà fra tre anni che mira ad esaminare - attraverso trenta indicatori - gli effetti delle due opere del secolo (l’altra è il Ceneri).
Dalla fattoria alle Ferriere
Ne abbiamo riferito lo scorso 6 settembre ed oggi ci torniamo perché, nel Bellinzonese, in tempi recenti, si sta assistendo ad un proliferare di iniziative imprenditoriali proprio nei pressi dei binari. Ve ne abbiamo parlato diffusamente: il futuro quartiere alle Officine FFS, l’Mspace del Gruppo Multi nella capitale dove ha sede anche la nostra redazione, la rivalorizzazione dell’area delle Ferriere Cattaneo di Giubiasco, la rinascita degli edifici dell’Agricola Ticinese sempre nel Borgo, la fattoria di Castione che lascerà spazio ad un complesso con contenuti misti residenziali, amministrativi e commerciali. Una pioggia di milioni. E tanti posti di lavoro. La regione gongola.
Viaggiatori in crescita del 30%
L’arrivo di AlpTransit ha portato grandi investimenti nelle stazioni dei principali centri del cantone da parte delle FFS. Quella della Turrita è stata inaugurata il 14 ottobre 2016 dopo 25 intensi mesi di lavori, e a distanza di 142 anni dalla sua costruzione. La ristrutturazione è costata 36 milioni. Il 12 dicembre 2019 è poi stata la volta del nodo intermodale: altri 25 milioni con l’obiettivo di ulteriormente favorire il passaggio dal mezzo di trasporto privato a quello pubblico. Così è stato, effettivamente, negli ultimi anni. I viaggiatori giornalieri, tra il 2016 ed il 2022, sono cresciuti del 31% alla stazione cittadina. Parallelamente si è assistito allo sviluppo edilizio tanto che - ce lo dice sempre Aurelio Vigani - nel comparto la quota di terreni edificabili liberi è pari «a un massimo del 5%». Vi sono invece riserve superiori al 20% in prossimità delle fermate di Cadenazzo e Castione.
Chi ne ha tratto beneficio
«I tassi di crescita degli abitanti e degli occupati e, in seguito, anche lo sviluppo del settore immobiliare di Bellinzona, sono superiori rispetto a quelli della regione di Lugano». Un’evoluzione, sostengono gli esperti, che non si è tuttavia limitata alla Città, ma si è estesa dal comprensorio urbano al Piano di Magadino (per quanto riguarda le abitazioni) e alla bassa Mesolcina (relativamente ai posti di lavoro). Ne ha infine tratto beneficio pure la Riviera. Un esempio: alla stazione FFS di Castione i passeggeri sono aumentati del 106% e vi è stata una crescita dell’agglomerato. E il bello deve ancora venire: a fine 2028 verrà messa in esercizio l’Officina 2.0 (360 posti di lavoro ed un’ottantina di apprendisti). «I comparti delle stazioni in molte regioni hanno registrato un sensibile aumento della popolazione», sottolinea Aurelio Vigani nello studio. Restando alla nostra area di competenza, il fenomeno concerne i nodi lungo la tratta Bellinzona-Locarno, Giubiasco, Castione e pure Sant’Antonino. In questi ultimi due paesi - di fronte ad un incremento contenuto della popolazione e degli occupati - si è però notata una chiara tendenza alla densificazione (+20%).
I sedimi
«Lo sviluppo nei comparti delle stazioni è legato a diversi fattori. Uno dei più importanti è la possibilità di effettuare modifiche edilizie e l’entità che esse possono avere (...) - rileva il monitoraggio condotto dall’ARE -. Nei comparti delle stazioni negli agglomerati urbani lo sviluppo edilizio è già molto avanzato e i terreni edificabili liberi scarseggiano. Ma anche in queste aree c’è ancora potenziale per densificazione e sviluppo centripeto». Possiamo dunque affermare che i progressi avuti sull’asse del San Gottardo hanno influenzato l’evoluzione delle zone interessate. L’avvento di AlpTransit ha favorito l’urbanizzazione presso le infrastrutture ferroviarie: progetti pubblici (il nodo intermodale, in primis) e, soprattutto, quelli privati e/o una sinergia fra i due (pensiamo alle Ferriere).