La storia

La vita vera del Babbo Natale di Lugano

Beppe Brondino faceva l'odontotecnico, poi ha deciso di ripartire da zero, e in questo periodo è oberato di lavoro
© CdT/ Chiara Zocchetti
Davide Illarietti
22.12.2024 06:00

Pochi lo sanno ma il camerino di Babbo Natale è dietro piazza Dante a Lugano, in un palazzo di uffici di proprietà della Manor. Ogni anno nello stesso giorno arriva dalla Lapponia - più o meno - ed è qui che si cambia d’abito prima di iniziare il «giro» in Ticino, con tanto di permesso di lavoro e contratto in esclusiva per un giorno.

Davanti allo specchio si sistema il pancione imbottito. Prima di completare la trasformazione è ancora Beppe Brodino: un signore corpulento e canuto dagli occhi azzurri e i modi simpatici. Nel suo campo è un professionista e anche se non è l’unico - «tanti in questo periodo s’improvvisano e cercano di arrotondare con le Feste, giustamente» - è quanto di più vicino all’originale si trovi in circolazione.

Brondino si prepara alla trasformazione (foto Zocchetti)
Brondino si prepara alla trasformazione (foto Zocchetti)

«È un periodo intenso»

Non a caso la vestizione dura una mezzora. È un’operazione complicata e richiede un aiutante - il Folletto di Babbo Natale che lo segue ovunque - proprio come vuole la tradizione. «Non avete idea di che caldo tengano questi abiti» sbuffa mentre il Folletto (sua moglie, la maga Zorà) gli stringe il cinturone da dietro. «Piano, piano».

Per Babbo Natale è il periodo più intenso dell’anno tra eventi aziendali, feste private ed esibizioni come quella per la festa di San Nicolao - «un appuntamento fisso ormai» - il 6 dicembre davanti alla Manor di piazza Dante. Senza contare, ovviamente, che deve distribuire regali a tutti i bambini del mondo. Brondino ha sui sessant’anni (non dice quanti esattamente) e la barba bianca è vera: all’età in cui gli altri vanno in pensione, chi fa il suo mestiere entra «nel pieno dell’attività» e il mese di dicembre è il più pieno di tutti. «Se non lavori adesso, anzi se non stra-lavori, è un problema» spiega infilando due grossi stivali neri.

La cura dei dettagli

Anche il calzascarpe è decorato con motivi natalizi: gilet, soprabito, cappuccio, il costume prende forma un indumento dopo l’altro, uno più accurato dell’altro. Brondino si definisce «maniacale» nella cura dei dettagli: in un mercato del lavoro natalizio piuttosto affollato inTicino come altrove «c’è tanta improvvisazione, senza nulla togliere» e sono proprio i dettagli a fare la differenza. Tra le barbe finte della concorrenza il «vero» San Nicolao si riconosce dal velluto rosso del vestito realizzato su misura («l’ho disegnato assieme a un sarto, non ho badato a spese») e dal pizzo decorato delle maniche e del bavero, per non parlare dell’orologio a cipolla proveniente dal Polo Nord-Alaska.

Ma è soprattutto la passione a fare il «vero» Babbo Natale: il fatto di crederci sul serio, come i bambini che nel villaggio natalizio di Piazza Dante sono accorsi a tirargli la barba (provare per credere) e forse anche di più. Perché la «magia» del Natale per Brondino dura tutto l’anno e ne ha fatto una ragione di vita, anche da grande: appassionato di numeri di prestigio e travestimenti fin da piccolissimo, ha seguito poco convintamente una formazione in tutt’altro campo - «ho fatto l’odontotecnico, si direbbe?» - e la sua vita ha seguito un corso per «normale» fino a un certo punto: nella natìa Torino aveva persino una piccola azienda con dei dipendenti quando, sulla soglia dei trent’anni, è arrivata la svolta. «Producevamo apparecchi odontoiatrici e le cose andavano anche bene» ricorda. «Ma ho capito che non volevo fare quello per sempre. Ho deciso di chiudere e ripartire da zero».

Il regalo più bello

Fa strano pensare che in una vita passata Babbo Natale avesse un laboratorio senza folletti e specializzato in protesi dentarie, soprattutto ora che è vestito di tutto punto e scampanella per le vie del centro di Lugano, augurando «buone Feste» ai passanti con il suo vocione gioviale. In realtà la passione per l’intrattenimento - «vedere la gioia sui volti delle persone» - è sempre stato un hobby confinato al tempo libero, finché Brondino non ha deciso che era proprio «quello che volevo fare da grande». Inizia a fare l’artista-prestigiatore a tempo pieno, gira l’Italia e l’Europa e si sperimenta come mentalista, scenografo, artista della sabbia. «È una vita certamente diversa, molto girovaga e imprevedibile, ci si reinventa di continuo. Per me è stato come rinascere».

L'orologio del Polo Nord (foto Zocchetti)
L'orologio del Polo Nord (foto Zocchetti)

Il regalo più bello Brondino se lo è fatto da solo. In un certo senso è stato il Babbo Natale di sé stesso, ancor prima di diventarlo per decine e centinaia di bambini. Ma per un desiderio che si avvera ci sono ostacoli e difficoltà che, chi non è del mestiere, forse non immagina. «In alcuni periodi dell’anno per i liberi professionisti non è facile vivere di questo lavoro» confessa. «A dicembre dobbiamo lavorare anche per navombre, gennaio, febbraio e marzo, mesi in cui la richiesta di intrattenimento privato è bassa e la gente tende a farsi meno regali».

Sold-out

L’agenda di Brondino e del suo Folletto è piena da settimane e fino al 25 dicembre non ha un giorno libero. Le richieste arrivano mesi prima, alcune già in estate: multinazionali che organizzano feste per i dipendenti, famiglie private - «in genere decisamente benestanti» - che vogliono farsi consegnare i regali da Babbo Natale in persona, ma anche enti pubblici e forze dell’ordine («quest’anno per esempio ho dovuto dire di no alla Nato, che mi aveva contattato per un evento in una base italiana ma con preavviso insufficiente»). In compenso ci sono i periodi di riposo più o meno forzato, come durante il Covid - «il lavoro si è praticamente azzerato, ma ne ho approfittato per puntare su internet: leggevo le letterine di natale online» - mentre in primavera Babbo Natale appene il cappuccio al chiodo e prepara le sue tournée estive in cui si trasforma in artista itinerante e assieme al Folletto si gode lidi più caldi, in abiti leggeri, divertendosi con i suoi amati spettacoli di magia.

È una vita girovaga che non fa per tutti, ammette: se non avesse - come noto - il potere di fermare il tempo e far durare una notte quanto un anno, sarebbe impossibile. «A me però piace così - assicura -, non lo cambierei con nessun altro lavoro al mondo». I bambini possono stare tranquilli.

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