L'analisi

I 30 nomi di Sanremo 2025: l'anno di Giorgia e Fedez

Il Festival di Carlo Conti somiglia, quasi, a quelli sin qui allestiti da Amadeus – Il cast è relativamente moderno, con la nostalgia e gli omaggi che verranno confinati nelle ospitate
© Rai
Stefano Olivari
01.12.2024 16:15

Carlo Conti come Amadeus? I 30 nomi in gara a Sanremo 2025 annunciati da Conti al TG1 esprimono mondi musicali differenti, ma con una certa attenzione a rap e trap: di fatto metà dei concorrenti potrebbe essere incasellata in questo modo, pur con l’ovvio asterisco del mainstream perché se uno finisce in prima serata su RAI 1 significa che non è di nicchia, tanto meno un eversore del sistema. Carlo Conti ha stupito anche sé stesso con la quasi totale assenza di vecchie glorie: chi si aspettava una riedizione di I migliori anni è rimasto deluso. Certo qualche abbonato c’è, ma non ancora in età da pensione. Insomma, un cast per molti versi alla Amadeus, che per chi segue la musica italiana è fin troppo facile dividere in gironi.

I favoriti sono tre

Assente Tiziano Ferro, sul quale Conti aveva lavorato molto: nemmeno a questo giro, e nonostante il bisogno di rilancio a livello anche personale, il cantautore laziale ha voluto mettersi in gioco nella gara. Senza di lui la grande favorita diventa quindi Giorgia, alla sua sesta partecipazione al Festival (una fra le nuove proposte) e vincitrice nel 1995 con Come saprei. La cantante romana da tempo si stava riciclando come presentatrice e a X Factor è andata benissimo, ha dalla sua critica e pubblico: se si presenta in gara, non avendone bisogno, significa che ha la canzone per vincere. Sotto Giorgia ci sono Irama, anche lui alla sesta partecipazione (e anche lui con la prima fra le nuove proposte), e Elodie, pompatissima dai media e alla vigilia di un tour che fra San Siro e Olimpico la consacrerà come Beyoncé italiana o come una delle tante costrette a rilasciare un’intervista ogni cinque minuti per nascondere i limiti delle canzoni.

In dieci fra rap e trap

In senso stretto a questo genere appartiene un terzo dei concorrenti di Sanremo 2025, ma fra collaborazioni e altro si arriva alla metà: quasi un messaggio ai nostalgici di Amadeus. Su tutti spicca il nome di Fedez, che fra il divorzio dalla Ferragni e i dissing con chiunque da solo assicura un successo mediatico eccezionale: se poi nel testo metterà qualcosa di autobiografico, come è probabile, il boom è assicurato. Difficile che vinca, Fedez, anche se presentasse un improbabile capolavoro, ma merita di essere seguito perché la Sala Stampa non lo voterà mai, ma il pubblico e le radio potrebbero sostenerlo. In quota rap-dissing ovviamente Tony Effe, che con Fedez ha un conto aperto. Senza avere ascoltato le canzoni è invece azzardata ogni previsione su Willie Peyote, Rkomi, Emis Killa (l’unico mezzo amico di Fedez), Bresh, Olly, Rocco Hunt, Shablo con Gué (altro grosso nome che non si mette mai davvero in gioco), Joshua e Tormento. Un discorso a parte merita Rose Villain, da anni alla paziente costruzione di un personaggio che non c’è ma che con la presenza scenica può giocarsela alla Elodie, con in più i discorsi sulla donna che deve essere dura per farsi largo in un mondo maschile.

I sei «televisivi»

Il meccanismo di voto sembra fatto apposta per scongiurare vittorie tipo Scanu e Marco Carta, imposte dal televoto (fu così anche per Vecchioni, pochi lo ricordano), ma questo non toglie che i personaggi emersi da talent show o comunque da trasmissioni televisive siano molti. Sarah, cioè Sarah Toscano lo scorso maggio ha vinto la ventitreesima edizione di Amici di Maria De Filippi, e Gaia, una delle regine della scorsa estate con Sesso e samba, insieme a Tony Effe, ha addirittura fatto una doppietta: seconda a X Factor e poi nel 2020 vincitrice di Amici. In quota Amici anche i The Kolors, trionfatori nel 2015. A X Factor devono la loro esplosione Francesca Michielin (vincitrice) e Noemi (finalista), mentre la più sanremese di tutti è Clara, che l’anno scorso partecipò al Festival dopo avere vinto Sanremo Giovani: in questo girone il nome forte è lei, per presenza scenica (oggi si dice così) e genere, quell’urban con parti rap che poi sarebbe anche quello di Elodie.

Ci sono sette cantautori

Difficile che nell’era dello streaming un cantautore puro possa spaccare, ma Brunori SAS è un grosso nome, con un grande repertorio e anche la giusta dose di ironia: se becca la canzone finisce nel girone dei favoriti. Grande cilindrata ma poco televoto hanno anche due passati vincitori di Sanremo come Francesco Gabbani, uno dei pupilli di Carlo Conti, e Simone Cristicchi. Ormai sulla via di Al Bano e Romina i Coma_Cose, curiosità per nomi conosciuti ma fuori dai grandi giri come la cittadina del mondo Joan Thiele (suo padre è svizzero), Lucio Corsi e Serena Brancale, a dieci anni dalla sua presenza nelle nuove proposte e con un passato jazz che le varrà la simpatia della sala stampa.

Sanremesi e schegge: 2+2

Soltanto due i concorrenti che avremmo potuto vedere in un festival anni Settanta o Ottanta, ma entrambi per motivi diversi sono considerati moderni: Massimo Ranieri, all’ottava partecipazione (vincitore nel 1988 con Perdere l’amore) e Marcella, alla nona, non partecipano per farsi prendere in giro e tanto meno per fare compassione. Impossibile invece incasellare due schegge impazzite come i Modà e Achille Lauro: il gruppo milanese è per la quinta volta a Sanremo, ma è la prima dopo che Kekko Silvestre ha reso pubblici i suoi problemi di depressione, mentre Achille Lauro è ormai con il Festival quasi un tutt’uno. Attenzione maggiore sui Modà, perché hanno un pubblico davvero significativo e sembrano tornati nelle grazie delle radio: anche loro nel 2025 hanno come orizzonte San Siro, che una volta era per Springsteen e pochi altri (ma oggi c’è il trucco).

Bulimia

11 donne, 15 uomini, 4 gruppi (di cui 3 solo al maschile, più i Coma_Cose che sono marito e moglie), 4 ex vincitori: con i numeri ci fermiamo qui. In definitiva un cast relativamente moderno, con la nostalgia e gli omaggi che verranno confinati nelle ospitate. La delusione di Al Bano era annunciata, perché Conti avrebbe voluto il colpo mediatico di averlo in gara con Romina, così come era annunciato una sorta di riflusso in testi e temi delle canzoni. Prima ancora di poterli leggere Conti ha spiegato il cambio di rotta, perché a suo dire si è passati dal macromondo della politica al micromondo del privato. Magari questo non significa il ritorno al cuore-amore, vedremo. Sicuro al 100% che l’annunciata edizione light, come reazione ai Sanremo di Amadeus che finivano oltre le due di notte, non ci sarà. I 24 concorrenti, invece dei 30 dell’anno scorso, sono prima diventati 26 e infine tormati a 30. E Conti al TG1 ha anche spiegato che sarebbero potuti essere 10 di più, visti gli esclusi per un soffio. Non sapremo mai se fra i 10 ci fossero i Jalisse, i vincitori del 1997 per l’ennesima volta esclusi, questa volta con ben due proposte, come due erano quelle di Al Bano. Tutto è appesantito dalla presenza dei giovani, che Amadeus era riuscito a debellare mandandoli nella gara principale. Piccole cose, quella grande è che dall’11 al 15 febbraio il Festival di Sanremo tornerà a essere al centro di tutto.

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