Il caso

Ecco a voi il quartiere del futuro

Bellinzona: via libera del Legislativo alla variante di PR per l’area occupata dalle storiche Ferriere Cattaneo di Giubiasco - Entro 15 anni si svilupperà un comparto con contenuti misti - Il capodicastero Mattia Lepori: «È una grande opportunità»
© CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
03.02.2025 21:37

Due anni fa era stata la volta dell’innovativo quartiere che si svilupperà a tappe sui terreni che verranno lasciati liberi dalle Officine FFS da fine 2028. La variante pianificatoria è tuttora ferma al Tribunale amministrativo cantonale a causa di un ricorso inoltrato contro il via libera del Legislativo il 4 aprile 2023.

Il Municipio di Bellinzona spera ovviamente che non si ripeta lo stesso scenario per il comparto con contenuti misti che sorgerà, entro tre lustri, al posto delle Ferriere Cattaneo di Giubiasco. Accoglierà quasi 400 nuovi abitanti e verranno altresì creati oltre 300 posti di lavoro. Il Consiglio comunale, stasera, ha approvato la riconversione da almeno 200 milioni di franchi dei quasi 47 mila metri quadrati di sedimi con 43 voti favorevoli, 11 no e 4 astensioni.

Con la valigia (in parte) in mano

Un progetto fondamentale per la Turrita che verrà, quella del 2040 e dei progetti strategici «disegnata» nel Programma d’azione comunale. La Bellinzona di domani che, nella fattispecie, cambierà volto grazie alla sinergia fra pubblico e privato. Vale a dire l’imprenditore Aleardo Cattaneo, al timone dell’azienda specializzata nella costruzione di locomotive, vagoni e carri presente nel Borgo dagli anni Trenta del secolo scorso.

Non se ne andrà del tutto; rimarranno le attività amministrative e legate all’engineering, mentre per quanto concerne la parte industriale si stanno valutando delle alternative nella regione. Pietro Ghisletta (Il Centro), relatore del rapporto di maggioranza in seno alla Commissione della gestione, ha elencato i vantaggi per il Comune dell’intervento di riqualifica: «Non è previsto nessun investimento da parte della Città. Inoltre verranno realizzati degli spazi pubblici».

Rischio abbandono?

Dal canto suo il relatore di maggioranza della Commissione del Piano regolatore, ambiente ed energia Renato Dotta (PLR) ha evidenziato che, dopo il cantiere, la superficie sarà «attrattiva e multifunzionale, con un’edificazione a tappe vincolata. Non vi sono ampliamenti delle zone edificabili e i costi di bonifica dell’eventuale inquinamento saranno a carico dei proprietari. Si tratta di una risposta al degrado e all’abbandono». Secondo Camilla Guidotti (Il Centro), co-relatrice del rapporto, va colta una «preziosa opportunità di sviluppo. Verranno creati posti di lavoro qualificati».

Scettici su case e auto

Di tutt’altro avviso il co-relatore di minoranza Claudio Tettamanti (Unità di sinistra), scettico come i colleghi sull’idea di insediare anche degli appartamenti: «Non vi è la necessità di inserire una nuova zona residenziale-intensiva. Ce ne sono altre lì vicino. Bocciare questa proposta non significa che questo comparto rimarrà in uno stato di abbandono, come vuol farci credere qualcuno». Sulla stessa lunghezza d’onda Lorenza Röhrenbach (Verdi-FA-Indipendenti) che non ha firmato la relazione della Gestione.

Fra passato e rischi futuri

Lisa Boscolo (Unità di sinistra) si è detta delusa per la questione della mobilità: «Avrebbe potuto diventare il primo quartiere senz’auto». Intervento tecnico quello di Maura Mossi-Nembrini (Avanti con Ticino&Lavoro-Più Donne-Il Noce), la quale ha posto l’attenzione sulla contenibilità del PR: «Ho dubbi che questa proposta risponda davvero ai requisiti richiesti da Berna». Kevin Simao Ograbek (Verdi-FA-Indipendenti) ha rincarato la dose: «Come mai tanta fretta? Perché non aspettare i dati sulla contenibilità?». 

Per Matteo Pronzini (MPS-Indipendenti) «come per le Officine FFS si ricorda il passato, preservando degli impianti. Ma ci si dimentica che lì sono stati costruiti ed assemblati dei carri. Invece di creare lavoro adesso si decide di fare una speculazione».

Le rassicurazioni del capodicastero

Il capodicastero Territorio e mobilità Mattia Lepori ha rilevato che «tutti gli interventi dimostrano che il messaggio è stato ben approfondito. Il potenziale dell’area e l’inadeguatezza del Piano regolatore in vigore erano già noti all’allora Municipio di Giubiasco. Pensate che la riconversione del comparto era presente nel Programma d’agglomerato di seconda generazione del Bellinzonese. È un’opportunità per l’ente pubblico, ponendo dei vincoli voluti dall’Esecutivo e non sempre dai privati che possano portare dei benefici alla popolazione. Cito il viale alberato, il grande parco, la conservazione della Villa Cattaneo, l’obbligo di mantenimento della forgia, degli standard energetici rigidi, eccetera. È un progetto che siamo abituati a vedere solo nelle grandi città, ma presto sarà realtà pure a Bellinzona. Il quartiere sarà vivo ogni giorno».

Le due zone sotto la lente

Verso la ferrovia ci sarà la Zona artigianale e commerciale del quartiere Ferriere, destinata ad attività artigianali, contenuti alberghieri e della ristorazione, congressuali (ridando lustro alla vecchia forgia di 2.000 metri quadri, risalente all’inizio del 1900, tutelata quale bene culturale d’interesse locale) con una sala multiuso modulabile da mille posti, formativi, amministrativi, commerciali di vendita e di servizi, attività industriali e per il tempo libero.

L’altra, verso viale 1814, impreziosita dai percorsi alberati, sarà la Zona residenziale intensiva (caratterizzata da tre aree edificabili distinte), in cui si insedieranno abitazioni, attività alberghiere e della ristorazione (nella misura minima dell’80%), come pure quelle amministrative, commerciali, formative e piccole attività artigianali. Si è rinunciato, invece, alla costruzione di un edificio alto 30 metri che avrebbe dovuto diventare la porta d’ingresso rivolta verso il nascituro Parco fluviale. Un polmone verde, aperto al pubblico, sarà accessibile in corrispondenza della Villa Cattaneo, nota per i giardini e la monumentale siepe.

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