«La chiusura di quelle filiali penalizzerebbe il territorio»

Un impoverimento per il territorio. Così vengono viste le prospettate chiusure degli uffici postali nella nostra regione. Una questione - tutt’altro che risolta - che è tornata recentemente sotto i riflettori con l’incontro (il secondo in quattro mesi) avvenuto mercoledì tra il CEO della Posta Roberto Cirillo e il Governo ticinese. Nel nostro Cantone le filiali a rischio chiusura o trasformazione sono infatti una ventina. Di queste, due si trovano a Bellinzona nei quartieri Semine e San Paolo, oltre a quelle delle valli, a Faido, Lodrino, Mesocco e Olivone. Partiamo con i due uffici della capitale. Come spiega il vicesindaco Fabio Käppeli da noi interpellato, al momento non c’è particolare preoccupazione per il loro futuro: «Dovrebbero esserci soluzioni per entrambe le filiali ma attualmente questi iter si trovano a diversi stadi di avanzamento».
Si punta sul dialogo
Spostiamoci ora nelle valli, dove gli uffici postali hanno un ruolo ancora più importante, vista l’utilità del servizio per le regioni periferiche. A Faido la filiale attuale della Posta non è a rischio chiusura, come riferisce il sindaco Corrado Nastasi, ma verrà trasferita all’interno del moderno negozio Migros. «Gli spazi per accoglierla sono già pronti - conferma -, appena la Posta terminerà l’attività nella sede attuale si sposterà subito in quella nuova». Situazione differente a Lodrino dove, dopo un primo incontro preliminare con il Gigante giallo, ci si trova in una fase di stallo. «Non abbiamo saputo più nulla, restiamo in attesa», rileva il sindaco di Riviera Cristiano Triulzi, il cui consesso si era detto fin da subito contrario all’idea di una chiusura. A Messoco, invece, il Municipio guidato da Mattia Ciocco sta ancora discutendo con la Posta sul futuro dello sportello. «Stiamo cercando di opporci alla prospettata chiusura, chiedendo anche aiuto al Cantone. Altrimenti cercheremo alternative o soluzioni». Veniamo a Olivone, dove la possibile chiusura dell’ufficio postale (o la sua trasformazione in agenzia postale) rappresenterebbe un problema per tutta la Valle di Blenio, come ci spiegano Pascal Venti, sindaco di Serravalle e presidente dell’Associazione Comuni Blenio (ASCOBLE), e il granconsigliere PLR Alex Gianella.

«Tagliati fuori»
«È una questione di cui abbiamo parlato all’interno dell’ASCOBLE, siamo preoccupati per questo lento e costante abbandono dei servizi nelle valli», spiega Venti. E l’Associazione si è mossa per contrastare questa tendenza. «Come ASCOBLE stiamo sostenendo lo stesso iter del Comune di Blenio. Ci stiamo aggiungendo anche noi a questa cordata fatta di Comuni, enti e persone per cercare di bloccare il cambiamento in atto nelle valli. E siamo già in tanti a chiederlo in modo deciso, soprattutto per quanto riguarda gli uffici postali». Gli fa eco Gianella: «È una situazione che ci lascia un po’ l’amaro in bocca ma non dobbiamo mollare la presa, è un tema caro anche a noi granconsiglieri. Parliamo di un servizio pubblico e, pur comprendendo che siamo nel 2025 e che i tempi stiano cambiando, non bisogna dimenticare le realtà locali. Non si può essere tagliati fuori solo perché si vive in alta valle. Sembra di trovarsi davanti a un’emorragia che non si riesce a rimarginare».


Incontri e distanze
Un’allusione a quanto avvenuto solo qualche anno fa. «Abbiamo già vissuto una situazione simile quando è stato tolto l’ufficio postale a Serravalle», precisa Venti. «In quel caso ci avevano detto che c’erano degli altri uffici vicini, alludendo a quelli di Biasca e Acquarossa. Ma adesso il discorso sarebbe molto diverso». La lontananza dall’ufficio postale principale (Acquarossa) aumenta, «con tutti i disagi che ne conseguono per la popolazione. Soprattutto per gli abitanti dell’alta Valle di Blenio e per gli anziani». E la difficoltà - aggiunge Gianella - a percorrere tutta la valle con i mezzi pubblici per fare una semplice commissione in Posta. Al di là della praticità logistica, un ufficio come quello di Olivone rappresenta anche un punto d’incontro e di aggregazione sociale, «fondamentale per la popolazione», come sottolinea Venti. «È un elemento importante all’interno della comunità».


Due binari
Un altro nodo riguarda il rinnovamento dell’albergo Olivone&Posta dove ha sede l’attuale filiale. Il progetto, di fatto, vuole infatti mantenere lo sportello all’interno di questi spazi, come conferma Venti. Anche perché la sua presenza nell’albergo rappresenta un vantaggio: «Genera molto movimento, non solo tra gli abitanti locali, ma pure tra i visitatori e contribuisce a dare slancio all’offerta turistica della regione». Sì, perché, la Valle di Blenio ultimamente sta vivendo un periodo di forte rilancio. Basti pensare al nuovo Centro Poli, ai progetti di Campra e al futuro polo sociosanitario di Acquarossa. «C’è tanto fermento e sarebbe davvero un peccato ridurre un servizio che contribuisce a tutto questo», spiega Venti. «Investire nell’alta valle e poi essere tagliati fuori dal servizio pubblico è come seguire binari che vanno in direzioni opposte», chiosa a tal proposito Gianella.